L’elemento che contraddistingue al primo sguardo le opere di Flavia Dodi è la geometricità delle forme, figure che sostituiscono la conformazione del paesaggio metropolitano.
Nelle sue prime opere l’artista rappresentava metropoli con delle immagini bidimensionali stilizzandone le forme. Lo studio della città la porta però sempre più lontano da una rappresentazione reale dell’ambiente e questo nella tela si traduce con la comparsa delle prime forme tridimensionali, con le quali l’artista rappresenta “la complessità delle interrelazioni che governano ogni cosa e che sono rintracciabili in ogni ambito, sia esso spaziale, geometrico, urbano, filosofico, umano…”.

Lo spazio urbano è, infatti, il protagonista delle tele di Flavia Dodi, osservato nei suoi diversi livelli di complessità che costituiscono il territorio. Una prima analisi strutturale della città che arriva a trascendere la sua stessa fisicità per approdare in un campo metafisico, dove la composizione delle figure trasmette all’osservatore il movimento sia fisico sia spirituale dell’ambiente.
Le forme geometriche vengono ruotate, traslate, rese tridimensionali, costituendo un’immagine ordinata dove si alternano grandi spazi a figure estremamente verticalizzate che creano un forte contrasto visivo, spesso accentuato dai colori brillanti e dalle tonalità contrastanti.

I quadri di Flavia Dodi sono delle opere astratte - geometriche, dove ogni elemento è in rapporto con gli altri, un equilibrio scosso dalle linee verticali e da fasci di colori che illuminano la tela e che inducono l’osservatore a fermarsi, per osservare ogni particolare di un’opera piena di dettagli, in cui ogni figura rimanda all’altra catturando l’occhio e portandolo in una continua rotazione.

Note biografiche:
Nata nel 1975, autodidatta, parallelamente agli studi di architettura approfondisce lo studio delle tecniche del colore a olio e dell’acrilico. Ha iniziato a esporre nel 2007 partecipando sia a personali che a collettive tra Roma e Bari.

Di Giulia Oliva