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Forme dell’immateriale – Donato Piccolo
“Forme dell’Immateriale” è il titolo di una rassegna pensata e progettata col fine di creare una sorta di imprevedibile sorpresa nel luogo, l’atelier, in cui una figura dell’arte del passato recente, lo scultore Publio Morbiducci, consumò gran parte della sua esperienza artistica, dando vita ad una produzione che quando si espresse fu moderna nel nostro paese
Comunicato stampa
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“Forme dell’Immateriale” è il titolo di una rassegna pensata e progettata col fine di creare una sorta di imprevedibile sorpresa nel luogo, l’atelier, in cui una figura dell’arte del passato recente, lo scultore Publio Morbiducci, consumò gran parte della sua esperienza artistica, dando vita ad una produzione che quando si espresse fu moderna nel nostro paese.
Costituita da undici mostre a cadenza settimanale, “Forme dell’Immateriale” nasce da un’idea semplice, per quanto poco praticata fino ad oggi: mettere in contatto, per un confronto “diverso”, il lavoro, o meglio le idee, di un autore del Novecento con le idee che da tale contatto possono scaturire in artisti dell’ultima generazione.
Il fine coincide con il bisogno e la curiosità di poter verificare quanto i linguaggi dell’arte, al di là della loro esemplificazione ed espressione formale, possono ancora a distanza di tempo mettersi in una sorta di relazione di continuità, di affinità, di discendenza. E’ proprio grazie alle profonde differenze di ordine grammaticale, sintattico e strumentale fra ieri ed oggi, che un passato prossimo, ma che sembra distante da noi anni luce, ed il presente possono interagire e tentare di creare una specie di continuum. In altre parole, dare consistenza ad un corpo in cui ciò che vale, e corrisponde alla posta in gioco, è il messaggio, il contenuto, la necessità e la volontà di essere nel mondo e di raccontarlo, raffigurarlo. Una considerazione, fra le tante che possono dare ragione e conforto a questa rassegna, risiede nel contenuto formale dei disegni (il disegno come “idea” e “pensiero” lampanti) di Publio Morbiducci: per la stragrande maggioranza dei fogli si tratta di studi di figura, bozzetti preliminari alla più nota attività ed esercizio di scultore. La figura umana, il corpo sono materia sempre più presente nell’arte delle ultime generazioni, esplicitamente rappresentati o semplicemente evocati, comunque sempre avvertibili. Si può ben dire che corpo e figura umana costituiscono il nucleo primario e centrale intorno al quale ruota gran parte delle visioni e delle storie che l’arte ci offre attualmente. A partire da questo assunto di affinità tematica o esteriore ( sul corpo umano quale matrice primaria di tutte le rappresentazioni) i disegni di Publio Morbiducci sono diventati motivo di libere riflessioni, ispirazioni e considerazioni, assolutamente calate nell’oggi, per dodici giovani artisti: alcuni – Donato Piccolo,Valerio Ricci, Maria Grazia Pontorno, Giacinto Occhionero, Fabio Pistillo- operanti a Roma, mentre Narcisa Monni, Fabio Melosu, Sabrina Oppo, Veronica Gambula, Carlo Deperu, Francesco Puggioni, IL=TR (Ilaria Onidi e Maria Teresa Serra) sono allievi della Cattedra di Pittura B tenuta dal co-curatore della rassegna, Claudio Pieroni, presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari, che collabora alla realizzazione dell’iniziativa.
Il progetto espositivo si articolerà in più mostre personali a cadenza settimanale, nelle quali le elaborazioni ed opere dei giovani artisti avranno accanto, come parte integrante dei loro progetti, quei disegni di Publio Morbiducci che ciascuno di loro ha prescelto e considerato come idea o, in alcuni casi, come “modello” di riferimento oppure come suggestione o ancora come particolare di una visione personale.
“Forme dell’Immateriale” si concluderà –dopo le esposizioni romane- in Sardegna, in uno spazio istituzionale della Città di Sassari, con una mostra, prevista per metà luglio, che riunirà i lavori di tutti gli artisti e, naturalmente, i disegni di Morbiducci. In questa occasione sarà anche presentato il catalogo di documentazione della rassegna.
Costituita da undici mostre a cadenza settimanale, “Forme dell’Immateriale” nasce da un’idea semplice, per quanto poco praticata fino ad oggi: mettere in contatto, per un confronto “diverso”, il lavoro, o meglio le idee, di un autore del Novecento con le idee che da tale contatto possono scaturire in artisti dell’ultima generazione.
Il fine coincide con il bisogno e la curiosità di poter verificare quanto i linguaggi dell’arte, al di là della loro esemplificazione ed espressione formale, possono ancora a distanza di tempo mettersi in una sorta di relazione di continuità, di affinità, di discendenza. E’ proprio grazie alle profonde differenze di ordine grammaticale, sintattico e strumentale fra ieri ed oggi, che un passato prossimo, ma che sembra distante da noi anni luce, ed il presente possono interagire e tentare di creare una specie di continuum. In altre parole, dare consistenza ad un corpo in cui ciò che vale, e corrisponde alla posta in gioco, è il messaggio, il contenuto, la necessità e la volontà di essere nel mondo e di raccontarlo, raffigurarlo. Una considerazione, fra le tante che possono dare ragione e conforto a questa rassegna, risiede nel contenuto formale dei disegni (il disegno come “idea” e “pensiero” lampanti) di Publio Morbiducci: per la stragrande maggioranza dei fogli si tratta di studi di figura, bozzetti preliminari alla più nota attività ed esercizio di scultore. La figura umana, il corpo sono materia sempre più presente nell’arte delle ultime generazioni, esplicitamente rappresentati o semplicemente evocati, comunque sempre avvertibili. Si può ben dire che corpo e figura umana costituiscono il nucleo primario e centrale intorno al quale ruota gran parte delle visioni e delle storie che l’arte ci offre attualmente. A partire da questo assunto di affinità tematica o esteriore ( sul corpo umano quale matrice primaria di tutte le rappresentazioni) i disegni di Publio Morbiducci sono diventati motivo di libere riflessioni, ispirazioni e considerazioni, assolutamente calate nell’oggi, per dodici giovani artisti: alcuni – Donato Piccolo,Valerio Ricci, Maria Grazia Pontorno, Giacinto Occhionero, Fabio Pistillo- operanti a Roma, mentre Narcisa Monni, Fabio Melosu, Sabrina Oppo, Veronica Gambula, Carlo Deperu, Francesco Puggioni, IL=TR (Ilaria Onidi e Maria Teresa Serra) sono allievi della Cattedra di Pittura B tenuta dal co-curatore della rassegna, Claudio Pieroni, presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari, che collabora alla realizzazione dell’iniziativa.
Il progetto espositivo si articolerà in più mostre personali a cadenza settimanale, nelle quali le elaborazioni ed opere dei giovani artisti avranno accanto, come parte integrante dei loro progetti, quei disegni di Publio Morbiducci che ciascuno di loro ha prescelto e considerato come idea o, in alcuni casi, come “modello” di riferimento oppure come suggestione o ancora come particolare di una visione personale.
“Forme dell’Immateriale” si concluderà –dopo le esposizioni romane- in Sardegna, in uno spazio istituzionale della Città di Sassari, con una mostra, prevista per metà luglio, che riunirà i lavori di tutti gli artisti e, naturalmente, i disegni di Morbiducci. In questa occasione sarà anche presentato il catalogo di documentazione della rassegna.
20
aprile 2006
Forme dell’immateriale – Donato Piccolo
Dal 20 al 27 aprile 2006
arte contemporanea
Location
STUDIO MORBIDUCCI
Roma, Via Giovanni Battista Bodoni, 83, (Roma)
Roma, Via Giovanni Battista Bodoni, 83, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 18–20
Vernissage
20 Aprile 2006, ore 18
Autore
Curatore