Dopo la sua personale, alla Loggia della Fornace, l’artista Giovanni Monti sceglie undici artisti contemporanei per una collettiva nel medesimo luogo e si improvvisa curatore, firmando anche i testi di ogni artista nel mini-catalogo che sarà presentato all’inaugurazione. I testi, l’organizzazione e l’allestimento non hanno comportato nessuna spesa da parte degli artisti. “Sono i meno cialtroni tra le mie conoscenze” ha dichiarato, aggiungendo - alla domanda sulle motivazioni e sugli intenti della mostra - “Perché ne avevo voglia”. In un momento in cui nel sistema dell’arte, forse come non mai, non solo finti curatori ma anche pseudocritici organizzano esposizioni con finalità meramente speculative, suggestionando con pomposa retorica artisti di poca esperienza, il tutto appare come una provocazione.
“Fornace a microonde” è il titolo della rassegna, e allude alla capacità del fuoco di plasmare, fondere e regalare forma alla materia. Il punto di fusione, fulmineo, identificato metaforicamente tra l’opera che deve lasciarsi vedere in un attimo solo, e l’occhio, che sceglierà come e quanto guardarla. La microonda è simbolo del passaggio di una sensazione, che come scintilla dal fuoco, accenderà la nostra sensibilità. Gli artisti sono molto diversi tra loro ma accomunati dalla motivazione profonda del loro creare, quella “necessità interiore” che Kandinsky indicava come condizione primaria. La loro espressione si colloca fuori da qualsiasi connotazione temporale o ambientale, in quel territorio misterioso che solitamente le apparenze di impediscono di esplorare.

Brahim Achir, Francesco Brunelli, Umberto Chiodi, Valerio de Filippis, Emanuele Fiori, Angela Maltoni, Paolo Mattioli, Nino Nicosia, Roberto Pagnani, Fiorangela Pecchi, Silvia Tagliaferri