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Francesca Bonanni – Danza Metafisica
E’ evidente che la luminosità che emerge da qui è quella tipica del Sud, di un qualsiasi meridione del mondo che si può riconoscere tra i trulli della Puglia
Comunicato stampa
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La Galleria Tondinelli presenta dal 1 al 20 dicembre 2006 la mostra personale di Francesca Bonanni Danza Metafisica, con testi in catalogo di Lea Mattarella e Loredana Finicelli.
« [….] E’ evidente che la luminosità che emerge da qui è quella tipica del Sud, di un qualsiasi meridione del mondo che si può riconoscere tra i trulli della Puglia (non a caso citati), tra la profusione d’oro del Marocco appena visitato, o magari tra i mosaici che brillano tra il sole e gli olivi in Sicilia. [….] E poi siamo in Sicilia. [….] Ecco, qui tra questi mosaici e davanti al Cretto di Burri, secondo me la Bonanni ha scoperto una nuova realtà. [….] Ora, è normale che se dici la parola ballerina, e stai parlando di pittura, immediatamente evochi Degas. Però se queste figure le si guarda con attenzione, se ci si lascia trasportare dalla musicalità che si può immaginare dai loro gesti, se ci si concentra sulla solennità e l’esattezza della loro posa, è evidente che Degas in questo caldo e luccicante mondo mediterraneo, non c’entra assolutamente nulla. La Bonanni insegue una quiete, un movimento armonico, un atteggiarsi che fissi per sempre un momento in cui la bellezza finisce per prevalere. Degas ama la dissonanza, per lui le ballerine sono “piccoli ratti”, le inquadra mentre si grattano la schiena, o magari sbadigliano. Qui c’è l’ordine silenzioso senza tempo di un palcoscenico metafisico, non c’è la polvere di quinte parigine né immagini decentrate, durezze, fatiche. Se penso a un eventuale fratellanza tra queste e altre immagini mi viene in mente Benigno del film di Almodovar Parla con lei che spia Alicia dalla finestra della sua casa. [….] Le danzatrici di Francesca cercano sguardi da sedurre e da placare, da accarezzare e da tranquillizzare. Sanno che, come recitava il titolo di una raccolta di scritti di Giancarlo Marmori, rubato per l’occasione a un verso di Ezra Pound, la bellezza è difficile, ma a loro è data l’occasione di mostrarla e non intendono rinunciarvi. La loro leggerezza è paragonabile a quella dell’aria, la sicurezza dei movimenti a quella della terra, la forza dei gesti al fuoco e la loro costanza all’acqua. Tutti elementi che la Bonnanni lascia sempre entrare nelle simbologie delle sue opere. Cosa stiano cercando queste perle sfavillante scolpite nella luce, lo suggerisce l’ultima opera che appartiene a questo ciclo. [….] C’è una ballerina, anche lei di spalle che ha davanti a sé un’opera. E’ la Dance di Matisse. Niente di stridente, di disarmonico, di doloroso. Niente che non stia bene dove sta. Questo è lo spazio dell’armonia, della tranquillità, della quiete. La danza non è un corteo sfrenato e irrazionale, ma perfezione formale, incastri di luminosità terse e definite. Alla fine Apollo ha sconfitto Dioniso. Per Francesca è così» (Lea Mattarella).
Francesca Bonanni ha iniziato ad esporre nel 1993 con una serie di personali e collettive, tra le tante ricordiamo la mostra al Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Anticoli Corrado, Roma, al Complesso Monumentale del Vittoriano, Roma, all’Archivio Centrale dello Stato, Roma, al Museo di Maglie, Lecce, a Palazzo Marigliano, Soprintendenza Archivistica per la Campania, Napoli.
« [….] E’ evidente che la luminosità che emerge da qui è quella tipica del Sud, di un qualsiasi meridione del mondo che si può riconoscere tra i trulli della Puglia (non a caso citati), tra la profusione d’oro del Marocco appena visitato, o magari tra i mosaici che brillano tra il sole e gli olivi in Sicilia. [….] E poi siamo in Sicilia. [….] Ecco, qui tra questi mosaici e davanti al Cretto di Burri, secondo me la Bonanni ha scoperto una nuova realtà. [….] Ora, è normale che se dici la parola ballerina, e stai parlando di pittura, immediatamente evochi Degas. Però se queste figure le si guarda con attenzione, se ci si lascia trasportare dalla musicalità che si può immaginare dai loro gesti, se ci si concentra sulla solennità e l’esattezza della loro posa, è evidente che Degas in questo caldo e luccicante mondo mediterraneo, non c’entra assolutamente nulla. La Bonanni insegue una quiete, un movimento armonico, un atteggiarsi che fissi per sempre un momento in cui la bellezza finisce per prevalere. Degas ama la dissonanza, per lui le ballerine sono “piccoli ratti”, le inquadra mentre si grattano la schiena, o magari sbadigliano. Qui c’è l’ordine silenzioso senza tempo di un palcoscenico metafisico, non c’è la polvere di quinte parigine né immagini decentrate, durezze, fatiche. Se penso a un eventuale fratellanza tra queste e altre immagini mi viene in mente Benigno del film di Almodovar Parla con lei che spia Alicia dalla finestra della sua casa. [….] Le danzatrici di Francesca cercano sguardi da sedurre e da placare, da accarezzare e da tranquillizzare. Sanno che, come recitava il titolo di una raccolta di scritti di Giancarlo Marmori, rubato per l’occasione a un verso di Ezra Pound, la bellezza è difficile, ma a loro è data l’occasione di mostrarla e non intendono rinunciarvi. La loro leggerezza è paragonabile a quella dell’aria, la sicurezza dei movimenti a quella della terra, la forza dei gesti al fuoco e la loro costanza all’acqua. Tutti elementi che la Bonnanni lascia sempre entrare nelle simbologie delle sue opere. Cosa stiano cercando queste perle sfavillante scolpite nella luce, lo suggerisce l’ultima opera che appartiene a questo ciclo. [….] C’è una ballerina, anche lei di spalle che ha davanti a sé un’opera. E’ la Dance di Matisse. Niente di stridente, di disarmonico, di doloroso. Niente che non stia bene dove sta. Questo è lo spazio dell’armonia, della tranquillità, della quiete. La danza non è un corteo sfrenato e irrazionale, ma perfezione formale, incastri di luminosità terse e definite. Alla fine Apollo ha sconfitto Dioniso. Per Francesca è così» (Lea Mattarella).
Francesca Bonanni ha iniziato ad esporre nel 1993 con una serie di personali e collettive, tra le tante ricordiamo la mostra al Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Anticoli Corrado, Roma, al Complesso Monumentale del Vittoriano, Roma, all’Archivio Centrale dello Stato, Roma, al Museo di Maglie, Lecce, a Palazzo Marigliano, Soprintendenza Archivistica per la Campania, Napoli.
01
dicembre 2006
Francesca Bonanni – Danza Metafisica
Dal primo al 20 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA TONDINELLI
Roma, Via Delle Quattro Fontane, 128a, (Roma)
Roma, Via Delle Quattro Fontane, 128a, (Roma)
Vernissage
1 Dicembre 2006, ore 18.30
Autore