Il termine Out of order assume da sempre un significato associato a qualcosa che è fuori servizio: un ascensore, un numero di telefono, un bus, un taxi.
Eppure a ben vedere in italiano può essere tradotto anche come disordinato, nè più nè meno di come si presenta la pittura di Francesca Confessore, le cui opere rivelano i legami variabili, plurimi e inesauribili del suo modo di guardare e vivere la vita e il mondo circostante.
L’artista di fatti, riesce ad esprimere se stessa liberandosi da schemi e preconcetti in maniera disinvolta e spontanea e lo fa non solo attraverso l’uso sapiente dei pennelli ma, anche attraverso l’utilizzo di panni, spugne e persino mani nude perchè, come lei stessa riferisce “pensare che tutto ciò che è su tela sia passato sulla mia pelle, mi da un senso di appartenenza”.
E’ per questo motivo che nelle opere della Confessore ritroviamo un forte dinamismo pittorico, dove la dolcezza del colore si alterna al vigore delle pennellate nel segno di una volontà creativa rapida ma, ben governata.
L’incontro tra la tela e i colori rivela i mutamenti d’animo, le riflessioni e le battaglie personali che l’artista esprime attraverso un lavoro di scoperta continuo, in cui il gesto pittorico si traduce in un segno carico del flusso dell’esistenza, dove il colore assume forza e magnetismo e il segno diventa linguaggio sempre più autonomo, variabile e imprevedibile. Un’opera, la sua, fatta di forme costruite d’istinto, in un linguaggio non definito ma rinnovato di volta in volta e capace di dar vita a intrighi materici carichi di simbolismo dove le atmosfere, le emozioni, le cose e gli animali prendono vita in una continua profondità di movimento.


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