Per l’occasione Loretta Pescarolo, che si occupa della direzione artistica, confrontandosi con il curatore della mostra Marco Nardini, ha selezionato le creazioni di Francesca Corradini, artista nata tra il sole dell'estate ed il mare di Rapallo; in particolare la serie chiamata Orbite.
Da sempre l'uomo ha nutrito il desiderio di caratterizzare il proprio corpo adornandolo di oggetti che non sono mai stati vissuti come un qualcosa di estraneo, bensì come una parte integrante la nudità che accomuna tutti noi.
Il lavoro di Francesca Corradini si muove verso questa direzione ed è facilmente intuibile, ma da non darsi per scontato, il fatto che l'artista si serva, per la realizzazione di questi gioielli, di materiali e tecniche artigianali ereditate dal tempo.
Le tecniche tipiche del laboratorio ottocentesco hanno da sempre esercitato un fascino incontrovertibile presso gli amanti dei gioielli e caratterizzano il modus operandi dell'artista.
Proprio secondo questo credo, lime, seghetti, martelli, cacciaviti, pinze e utensili tipici vengono sapientemente utilizzati dall'artista per lavorare metalli quali ottone, bronzo, rame e argento secondo un metodo di produzione che nulla ha da spartire con la produzione industriale, seriale.
Ogni pezzo racconta una storia unica, è il frutto di un'intuizione, di un breve schizzo e di una sapiente lavorazione tecnica.
Non sorprende affatto che l’artista rientri tra i 124 designers presenti alla Triennale di Milano in occasione della mostra Il paesaggio mobile del nuovo design italiano curata da Alba Cappellieri, una mostra, questa, che raccoglie i guru del design made in Italy.

I suoi gioielli sono indossati dalla principessa del Marocco Lalla Hasna e da personaggi di indiscussa eleganza tra cui Silvia Mezzanotte, cantante dei Matia Bazar, che non ha rinunciato ad indossarli sul palco in occasione del 62° Festival della canzone italiana di San Remo.


I gioielli di Francesca Corradini sono sinonimo di stile, eleganza e sono pezzi unici.