Alcune note critiche

per Francesco Avesani
...la prima volta che ho visto quest’ultimo ciclo di sue opere, Francesco mi ha confessato come fossero tutte ispirate ad una memoria lontana....come se arpionassero frammenti di ricordi così fragili ed indistinti nel tempo da potersi cogliere nella ostinata precisione dei dettagli ....e non che questi siano meno potenti, intendiamoci... solo che sono meno tangenti....obliqui... rispetto alla storia a cui si riferiscono....come se fossero degli arcani....degli enigmi....che presagiscono rivelazioni sorprendenti...se solo non fossero irraggiungibili....

...la gran parte di queste opere si riferisce ai luoghi familiari dell’infanzia...dove lui ha vissuto...e che certamente celebrano squarci impenetrabili del sentire e del vedere.. così come accade ad ognuno di noi quando ci avventuriamo nei cunicoli della memoria...tuttavia, non è la stessa cosa.. perché la matita di Francesco li scova e li incide sulla cartacon la scienza di un fare antico....cha sa traslare e contenere assai di più di quanto la sintesi iconica possa riferire all’occhio provato, bulimico e distratto di noi abitanti di questo tempo convulso....


...e così ecco “il Fienile” che sembra offrirsi come l’ultimo cancello tra un al di qua definibile, leggibile e luminoso e un al di là buio, intricato e inaccessibile...come se lo sguardo non potesse spingersi oltre la misura dell’immediatezza di un giorno conosciuto nell’usura dei giorni che passano


da Enzo Cuoghi
Francesco Avesani
Verona 2005