Una installazione di cento bottiglie di latta allineate su una tavola di ferro di 7 metri di lunghezza: ogni bottiglia contiene il pensiero, i sogni, le utopie e all’ esterno un nome, come un’ etichetta che garantisce il contenuto. Cento bottiglie, cento nomi di anarchici.
Poi grandi e piccoli meccanismi a parete che assommano al movimento il rumore-musica dei metalli e il fulgore degli smalti confusi con la ruggine.
Questi gli ultimi lavori di Francesco Bocchini in mostra alla Galleria L’ Affiche di Milano.
Questa volta l’ immaginario lunare romagnolo di Bocchini tenta di gettare un ponte con un mondo balcanico vagamente circense, da cui trae non tanto immagini e realtà quanto il sentimento di allegra malinconia che lo pervade, raccontandoci ancora, con il suo preciso linguaggio, l’ ilarotragedia del vivere.