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Francesco De Prezzo – Subverting expectations without erasing their origins
Fredda e intima, precisa e sommaria. Così Francesco De Prezzo descrive la sua ricerca pittorica, in mostra a Roma alla White Noise Gallery a cura di Domenico De Chirico.
Comunicato stampa
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Fredda e intima, precisa e sommaria. Così Francesco De Prezzo descrive la sua ricerca pittorica, in mostra a Roma alla White Noise Gallery a cura di Domenico De Chirico dal 15 febbraio al 21 marzo 2020.
Artista classe 1994, attualmente vive e lavora a Brescia. Nelle sue composizioni di oggetti dai colori neutri, teli e aste, sedie e drappi, De Prezzo ricerca sottili equilibri formali che fissa sulla tela in lunghe sedute di copia dal vero.
Successivamente, il prodotto di questa minuziosa lavorazione è cancellato da rapide campiture bianche o nere che annullano le forme descritte, lasciandone intravedere solo alcuni frammenti: l’immagine reale di partenza è rinnovata in forma astratta.
Un rapporto a tu per tu con l’oggetto, profondo, meditato e contemplativo dove la rinuncia al colore, quale elemento di disturbo, concentra l’attenzione sulla forma, sulla sua struttura ed essenza, sui rapporti ed incastri tra i diversi elementi, sul tempo di esecuzione, lento e continuato.
In mostra, le grandi tele chiedono allo spettatore di fermarsi per coglierne i dettagli, abituando l’occhio al buio delle grandi campiture nere o alla luce dritta del bianco. L’estrema maturità della ricerca di Francesco De Prezzo risiede proprio nell’equilibrio delle sue contraddizioni: tra l’atto pittorico e la sua negazione, fra immagine e monocromia.
_
Testo curatoriale:
Tra pittura che trascende il tempo e spazi multidimensionali che lo eludono, la sensibilità artistica di Francesco De Prezzo, costantemente alla ricerca di un nuovo stato di equilibrio, si contrappone al famigerato status quo, occultandolo. Il suo lavoro oscilla tra creazione e scomposizione: regole
precise e processi pedanti si avviluppano con l’azione della cancellazione, atto che genera un nuovo linguaggio pittorico da cui, a sua volta, nasce l'esigenza di riflettere sia sul fare pittura sia sul suo annullamento. Pertanto, egli sovverte quel modus operandi solito secondo cui la stesura uniforme del colore serve di sfondo all'immagine rappresentata.
Composizioni pittoriche costituite da raffinati equilibri formali attraversano due fasi differenti e per dirla con De Prezzo: «[…] dipingere significa attraversare due fasi distinte, la prima “costruzione dell’immagine”, in cui con una pittura dal vero riproduco in maniera fedele scorci dell’ambiente stesso in cui lavoro; una seconda fase invece, più istintiva, mi vede ricoprire il lavoro pittorico
precedente con uno strato di smalto uniforme. Questa pittura monocroma va così a “tappare” e “ripulire” l'immagine originale, rendendo idealmente la superficie della tela un campo autonomo […]».
La rinuncia al colore, identificabile come “Cromofobia”, si lascia anticipare da quell'accademico tempo di esecuzione che si fa sempre lento, pedissequo e continuato. Infatti, il risultato finale di copia dal vero viene successivamente cancellato da un algoritmo di rapide e tracotanti campiture bianche o nere date a rullo che annullano tutte quelle forme, situazioni e oggetti attentamente descritti, lasciandone intravedere solo alcuni frammenti.
Quest'atto radicale e quasi incoerente conferisce tono all'opera, le cose acquistano le sembianze del gesto, diventano pittura, il figurativo sussurra il metafisico e la tela acquisisce una nuova profondità.
Per De Prezzo l’opera pittorica è oltremodo un pretesto per indagare tutte quelle questioni legate sia alla percezione dell’immagine sia alla riproducibilità della stessa seppur in svariate declinazioni visibili solo laddove vi è un vero e proprio spiraglio di luce.
Artista classe 1994, attualmente vive e lavora a Brescia. Nelle sue composizioni di oggetti dai colori neutri, teli e aste, sedie e drappi, De Prezzo ricerca sottili equilibri formali che fissa sulla tela in lunghe sedute di copia dal vero.
Successivamente, il prodotto di questa minuziosa lavorazione è cancellato da rapide campiture bianche o nere che annullano le forme descritte, lasciandone intravedere solo alcuni frammenti: l’immagine reale di partenza è rinnovata in forma astratta.
Un rapporto a tu per tu con l’oggetto, profondo, meditato e contemplativo dove la rinuncia al colore, quale elemento di disturbo, concentra l’attenzione sulla forma, sulla sua struttura ed essenza, sui rapporti ed incastri tra i diversi elementi, sul tempo di esecuzione, lento e continuato.
In mostra, le grandi tele chiedono allo spettatore di fermarsi per coglierne i dettagli, abituando l’occhio al buio delle grandi campiture nere o alla luce dritta del bianco. L’estrema maturità della ricerca di Francesco De Prezzo risiede proprio nell’equilibrio delle sue contraddizioni: tra l’atto pittorico e la sua negazione, fra immagine e monocromia.
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Testo curatoriale:
Tra pittura che trascende il tempo e spazi multidimensionali che lo eludono, la sensibilità artistica di Francesco De Prezzo, costantemente alla ricerca di un nuovo stato di equilibrio, si contrappone al famigerato status quo, occultandolo. Il suo lavoro oscilla tra creazione e scomposizione: regole
precise e processi pedanti si avviluppano con l’azione della cancellazione, atto che genera un nuovo linguaggio pittorico da cui, a sua volta, nasce l'esigenza di riflettere sia sul fare pittura sia sul suo annullamento. Pertanto, egli sovverte quel modus operandi solito secondo cui la stesura uniforme del colore serve di sfondo all'immagine rappresentata.
Composizioni pittoriche costituite da raffinati equilibri formali attraversano due fasi differenti e per dirla con De Prezzo: «[…] dipingere significa attraversare due fasi distinte, la prima “costruzione dell’immagine”, in cui con una pittura dal vero riproduco in maniera fedele scorci dell’ambiente stesso in cui lavoro; una seconda fase invece, più istintiva, mi vede ricoprire il lavoro pittorico
precedente con uno strato di smalto uniforme. Questa pittura monocroma va così a “tappare” e “ripulire” l'immagine originale, rendendo idealmente la superficie della tela un campo autonomo […]».
La rinuncia al colore, identificabile come “Cromofobia”, si lascia anticipare da quell'accademico tempo di esecuzione che si fa sempre lento, pedissequo e continuato. Infatti, il risultato finale di copia dal vero viene successivamente cancellato da un algoritmo di rapide e tracotanti campiture bianche o nere date a rullo che annullano tutte quelle forme, situazioni e oggetti attentamente descritti, lasciandone intravedere solo alcuni frammenti.
Quest'atto radicale e quasi incoerente conferisce tono all'opera, le cose acquistano le sembianze del gesto, diventano pittura, il figurativo sussurra il metafisico e la tela acquisisce una nuova profondità.
Per De Prezzo l’opera pittorica è oltremodo un pretesto per indagare tutte quelle questioni legate sia alla percezione dell’immagine sia alla riproducibilità della stessa seppur in svariate declinazioni visibili solo laddove vi è un vero e proprio spiraglio di luce.
15
febbraio 2020
Francesco De Prezzo – Subverting expectations without erasing their origins
Dal 15 febbraio al 21 marzo 2020
arte contemporanea
Location
WHITE NOISE GALLERY
Roma, Via della Seggiola, 9, (Roma)
Roma, Via della Seggiola, 9, (Roma)
Orario di apertura
mar/ven ore 11,00 - 19,00
sab ore 16,00 - 20,00
Vernissage
15 Febbraio 2020, h 18,30
Autore
Curatore
Autore testo critico