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Francesco Petrone – Respiro
La mostra è l’occasione per presentare al pubblico la nuova produzione su 𝐯𝐞𝐭𝐫𝐨 dell’artista, completamente inedita e che prende spunto da una riflessione che Petrone compie da sempre e che riguarda visceralmente il suo lavoro, quella del raccontare e mettere in luce le storie delle persone.
Comunicato stampa
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Indigo Art Gallery è felice di annunciare 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐏𝐞𝐭𝐫𝐨𝐧𝐞, “𝐑𝐞𝐬𝐩𝐢𝐫𝐨”, che inaugurerà sabato 𝟒 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟖:𝟑𝟎, presso la galleria in 𝐯𝐢𝐚 𝐆. 𝐎𝐛𝐞𝐫𝐝𝐚𝐧, 𝟓𝟏 𝐚 𝐏𝐞𝐫𝐮𝐠𝐢𝐚.
La seconda mostra personale dell’artista presso la galleria è l’occasione per presentare al pubblico la sua nuova produzione su 𝐯𝐞𝐭𝐫𝐨, completamente inedita e che prende spunto da una riflessione che Petrone compie da sempre e che riguarda visceralmente il suo lavoro, quella del raccontare e mettere in luce le storie delle persone.
In particolar modo, l’artista raccoglie e seleziona parole, frasi o disegni, contenuti in lettere, diari o testimonianze in generale, per riproporle e fissarle su vetri appannati, attraverso la calligrafia di chi ha lasciato questi segni. Essi hanno come comun denominatore il fatto di non esser riusciti, totalmente o in parte, a raggiungere il destinatario per cui erano state pensati e scritti. Una riflessione sui confini della comunicazione ma anche dell’emotività, sulla necessità di raccontarsi e svelarsi, comune a chiunque, ma che, in certi casi, non ha trovato sfogo. Da qui la volontà dell’artista di voler rendere trasparente la barriera di queste parole: il vetro è il confine su cui esse si infrangono, ma garantisce, allo stesso tempo, una lettura da entrambi i lati, esterni e interni, creando di fatto una possibilità di comunicazione.
Attraverso queste opere, l’artista dà inoltre spazio a sogni e incubi, desideri e condizioni che caratterizzano le storie personali, ma che diventano universali grazie a un gesto semplice come quello di lasciare un segno su un vetro appannato, pagina bianca e poetica di molti, scritta, disegnata e a volte cancellata, che nel successivo respiro trattiene i segni di ciò che ha serbato nel precedente.
La matrice di questa ricerca è da individuarsi nella storia personale dell’artista: l’osservazione degli ultimi istanti di vita della madre, in grado di respirare attraverso una maschera CPAP, hanno generato nell’artista la riflessione: “fin quando si appanna il vetro, lei è viva”. Da lì la volontà di “fermare” quel respiro su vetro, quasi come prova di immortalità.
Il reperimento delle testimonianze riguarda sia storie ormai passate, sia storie del presente:
un progetto relazionale che interpella e coinvolge persone accomunate da vicende simili, ma anche testimonianze manoscritte di chi ha deciso di affidare alla carta la propria intimità, partendo dalle parole di amici e artisti.
Una collaborazione fondamentale, in questo senso è quella con l’𝐀𝐫𝐜𝐡𝐢𝐯𝐢𝐨 𝐃𝐢𝐚𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐍𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 di 𝐏𝐢𝐞𝐯𝐞 𝐒𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 (AR) che si configura in questo progetto come un partner eletto, in quanto raccoglie, conserva e valorizza le vicende personali dei tantissimi che hanno scelto la forma del diario per raccontarsi e per essere custoditi.
Un lavoro nuovo per lo scultore, che sembra parzialmente discostarsi dal precedente ma che non abbandona mai la sua forma gestuale e materica: “Entrare in relazione con la grafia altrui è un lavoro scultoreo. Ricalcare l’andamento, cercare di capire le distanze fra le lettere avviene con le mani.”, dice l’artista. La trasparenza del materiale e l’inafferrabilità del soggetto, il respiro, si manifestano anche nella fruizione dell’opera, visibile ma evanescente, che nella sua osservazione suggerisce e richiama la stessa attenzione e cura che devono essere usate per toccare l’intimità e la storia delle persone.
L’artista diventa quindi messaggero e traghettatore delle storie e delle parole delle persone, prendendosi cura del presente, ma anche del passato, di spiriti “ribelli” che in un certo senso hanno ancora bisogno di esistere, un tributo laico per chi è rimasto.
𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐏𝐞𝐭𝐫𝐨𝐧𝐞 (Foggia, 1978) è uno scultore che vive e lavora e Roma.
𝐋’𝐀𝐫𝐜𝐡𝐢𝐯𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐢𝐚𝐫𝐢. Sotto forma di diari, memorie, epistolari, a centinaia arrivano ogni anno a Pieve Santo Stefano, piccolo centro della Valtiberina, noto anche come Città del diario. L’Archivio Diaristico Nazionale, nato nel 1984 da un’idea del giornalista e scrittore Saverio Tutino, è un’istituzione culturale che li accoglie tutti, li cataloga, li digitalizza e li mette a disposizione per ricerche, studi, sceneggiature, articoli, pubblicazioni. Un presidio a salvaguardia della memoria costituito da oltre 10.000 scritti di gente comune. Una miniera di racconti, piccole e preziose tessere che insieme compongono il mosaico della Storia d’Italia degli ultimi due secoli.
La seconda mostra personale dell’artista presso la galleria è l’occasione per presentare al pubblico la sua nuova produzione su 𝐯𝐞𝐭𝐫𝐨, completamente inedita e che prende spunto da una riflessione che Petrone compie da sempre e che riguarda visceralmente il suo lavoro, quella del raccontare e mettere in luce le storie delle persone.
In particolar modo, l’artista raccoglie e seleziona parole, frasi o disegni, contenuti in lettere, diari o testimonianze in generale, per riproporle e fissarle su vetri appannati, attraverso la calligrafia di chi ha lasciato questi segni. Essi hanno come comun denominatore il fatto di non esser riusciti, totalmente o in parte, a raggiungere il destinatario per cui erano state pensati e scritti. Una riflessione sui confini della comunicazione ma anche dell’emotività, sulla necessità di raccontarsi e svelarsi, comune a chiunque, ma che, in certi casi, non ha trovato sfogo. Da qui la volontà dell’artista di voler rendere trasparente la barriera di queste parole: il vetro è il confine su cui esse si infrangono, ma garantisce, allo stesso tempo, una lettura da entrambi i lati, esterni e interni, creando di fatto una possibilità di comunicazione.
Attraverso queste opere, l’artista dà inoltre spazio a sogni e incubi, desideri e condizioni che caratterizzano le storie personali, ma che diventano universali grazie a un gesto semplice come quello di lasciare un segno su un vetro appannato, pagina bianca e poetica di molti, scritta, disegnata e a volte cancellata, che nel successivo respiro trattiene i segni di ciò che ha serbato nel precedente.
La matrice di questa ricerca è da individuarsi nella storia personale dell’artista: l’osservazione degli ultimi istanti di vita della madre, in grado di respirare attraverso una maschera CPAP, hanno generato nell’artista la riflessione: “fin quando si appanna il vetro, lei è viva”. Da lì la volontà di “fermare” quel respiro su vetro, quasi come prova di immortalità.
Il reperimento delle testimonianze riguarda sia storie ormai passate, sia storie del presente:
un progetto relazionale che interpella e coinvolge persone accomunate da vicende simili, ma anche testimonianze manoscritte di chi ha deciso di affidare alla carta la propria intimità, partendo dalle parole di amici e artisti.
Una collaborazione fondamentale, in questo senso è quella con l’𝐀𝐫𝐜𝐡𝐢𝐯𝐢𝐨 𝐃𝐢𝐚𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐍𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 di 𝐏𝐢𝐞𝐯𝐞 𝐒𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 (AR) che si configura in questo progetto come un partner eletto, in quanto raccoglie, conserva e valorizza le vicende personali dei tantissimi che hanno scelto la forma del diario per raccontarsi e per essere custoditi.
Un lavoro nuovo per lo scultore, che sembra parzialmente discostarsi dal precedente ma che non abbandona mai la sua forma gestuale e materica: “Entrare in relazione con la grafia altrui è un lavoro scultoreo. Ricalcare l’andamento, cercare di capire le distanze fra le lettere avviene con le mani.”, dice l’artista. La trasparenza del materiale e l’inafferrabilità del soggetto, il respiro, si manifestano anche nella fruizione dell’opera, visibile ma evanescente, che nella sua osservazione suggerisce e richiama la stessa attenzione e cura che devono essere usate per toccare l’intimità e la storia delle persone.
L’artista diventa quindi messaggero e traghettatore delle storie e delle parole delle persone, prendendosi cura del presente, ma anche del passato, di spiriti “ribelli” che in un certo senso hanno ancora bisogno di esistere, un tributo laico per chi è rimasto.
𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐏𝐞𝐭𝐫𝐨𝐧𝐞 (Foggia, 1978) è uno scultore che vive e lavora e Roma.
𝐋’𝐀𝐫𝐜𝐡𝐢𝐯𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐢𝐚𝐫𝐢. Sotto forma di diari, memorie, epistolari, a centinaia arrivano ogni anno a Pieve Santo Stefano, piccolo centro della Valtiberina, noto anche come Città del diario. L’Archivio Diaristico Nazionale, nato nel 1984 da un’idea del giornalista e scrittore Saverio Tutino, è un’istituzione culturale che li accoglie tutti, li cataloga, li digitalizza e li mette a disposizione per ricerche, studi, sceneggiature, articoli, pubblicazioni. Un presidio a salvaguardia della memoria costituito da oltre 10.000 scritti di gente comune. Una miniera di racconti, piccole e preziose tessere che insieme compongono il mosaico della Storia d’Italia degli ultimi due secoli.
04
maggio 2024
Francesco Petrone – Respiro
Dal 04 maggio al 06 luglio 2024
arte contemporanea
Location
Indigo Art Gallery
Perugia, Via Guglielmo Oberdan, 51, (PG)
Perugia, Via Guglielmo Oberdan, 51, (PG)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 16:30-21:30
Sito web
Ufficio stampa
MG2 Comunicazioni
Autore
Curatore
Autore testo critico