Arci Treviso, i circoli Arci Educazione Permanente e Arci Word Treviso, in collaborazione con lo Spazio Antonino Paraggi, presentano la nuova edizione di Passaggi Fotografici, curata da Marco Zanta, che si terrà a Treviso da sabato 25 settembre a domenica 7 novembre 2004. L’iniziativa è dedicata quest’anno all’esposizione di fotografie di Francesco Raffaelli intitolata Uno di questi giorni.
La mostra presenta 32 fotografie in bianco e nero, prevalentemente ritratti, realizzate in provincia di Treviso, su commissione dell’Arci di Treviso, in un allestimento curato dall’autore presso lo Spazio Antonino Paraggi. Il visitatore è invitato alla contemplazione da uno spazio quieto eppure vivo, permeato di una “religiosità” austera, e dalle immagini di volti concentrati e pensosi e di frammenti di “paesaggio” (scorci di edifici, dettagli urbani…) osservati a distanza ravvicinata.
È il terzo episodio, dopo Guido Guidi nel 2002 e Lewis Baltz nel 2003, di una serie di committenze ad autori italiani e stranieri, invitati a lavorare nel territorio trevigiano.
Ogni anno viene invitato un fotografo a documentare il “paesaggio” trevigiano - naturale, urbano, industriale, sociale, antropologico -, secondo il proprio stile, libero da vincoli da parte del committente.

Francesco Raffaelli, insegnante e fotografo, è nato nel 1953 a Cesena dove vive e lavora. Si occupa di fotografia dalla fine degli anni Ottanta. Nel 1995 è presentato al Padiglione Italia della Biennale di Venezia. Ha esposto in Italia e in Europa.Ha pubblicato Ritratti di Scuola e Animali. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, tra cui il Cabinet des Estampes de la Biblioteque Nazionale de Paris. È stato invitato a presentare il suo lavoro in occasione di What Next, conferenze sulla creatività contemporanea. Collabora stabilmente con la compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio.
Autore riservato e riparato, ha sviluppato recentemente il suo lavoro sulla comunicazione, intesa come difficoltà di comunicare fra gli umani, ma anche con il mondo. È un lavoro che richiede particolare attenzione e predisposizione alla percezione del dolore, non fisico bensì intellettuale.