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Francesco Simeti – Terrestre
Il progetto espositivo si sviluppa a partire da un immaginario ricco ed eterogeneo di mari e di cieli. Celandosi dietro un velo apparentemente astratto e poetico, le opere di Francesco Simeti riflettono sulla precarietà di aria e acqua e sulla loro duplice natura, fondamentale e tragica.
Comunicato stampa
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Terrestre
Francesco Simeti
Inaugurazione 18 Novembre 2021
fino al 12 Gennaio 2022
La serie di collage cartacei Terrestre è stata costruita da Francesco Simeti assemblando riproduzioni
fotografiche di cieli tratti da articoli del New York Times. Attingendo da ritagli tratti dalle pagine del quotidiano
newyorchese raccolti e conservati per anni nei propri archivi, l’artista ribalta in questi lavori la modalità più
consueta dei suoi wall paper precedenti, realizzati scontornando le sagome di soggetti fotografici ed escludendo
sempre la presenza del cielo come un fuori campo irrilevante e marginale. In Terrestre prevale invece
un’inversione linguistica, in cui i collage annullano un’immediata leggibilità narrativa per privilegiare lo spazio dei
cieli e i segmenti minimi dei regesti urbani che ne affiorano, quali sommità di grattacieli, tralicci, frammenti
architettonici e lampioni. Gli undici collage in mostra, ciascuno organizzato in verticale sacrificando per sempre i
ritagli fotografici originali dell’artista, sono organizzati secondo una classificazione cromatica, come dei color
fields variabili, dall’azzurro al viola, dal blu notte al rosso fuoco. Le porzioni dei cieli, prive di datazione,
provengono dalle sezioni più disparate del New York Times, come International News, in cui le immagini sono
parte di una connotazione politica, Travel and Leisure, dove predominano scenari più leggeri e mondani, o Real
Estate, con articoli e pubblicità su condomini di lusso accompagnati da cieli tersi e radiosi. La sintassi visiva di
Simeti trattiene lo schema a griglia di un quotidiano ma azzerandone ogni ancoraggio contestuale e affidando
solo allo spettatore la possibilità di interrogare le foto per intuirne una possibile rivelazione.
Similmente Corpi è una doppia proiezione di ottanta diapositive, tutte variazioni fotografiche sul tema dell’acqua,
in una varietà di cromie e increspature, anch’esse originate da dettagli di ritagli fotografici del New York Times.
Tratte come i cieli di Terrestre da scenari molto diversi - dall’atmosfera di eterna vacanza dei Mar dei Caraibi, al
dramma dei barconi di migranti nel Mediterraneo, sino alle devastazioni delle alluvioni nordamericane - le
diapositive non tradiscono tuttavia alcun riferimento storico-geografico, restituendo in forma astratta e
smaterializzata un elemento chiave nel ciclo della vita come l’acqua.
Terrestre è un’elegia espositiva minimale di arie e acque, elementi fondamentali per la generazione della vita e la
sopravvivenza organica del pianeta - e come tali disputati sin dalla tradizione filosofica presocratica - ma
crescentemente in riduzione per quantità e qualità. Se per gli economisti classici del XVIII secolo progenitori del
liberismo contemporaneo, come Adam Smith e David Ricardo, l’acqua e l’aria non avevano un valore monetario
perché ritenute di quantità illimitate, Simeti allestisce in mostra una riflessione inquieta sulla precarietà dei due
elementi. Traspare nei suoi collage un senso di spleen, generato da un’osservazione solo indiretta di cieli e
acque, mediata da fragili ritagli fotografici di giornali, immagine forse di uno sguardo collettivo divenuto troppo
miope per cogliere la nitida urgenza di arrestare la dispersione e l’impoverimento della vita.
Nel corso delle sue esperienze di resistenza civile negli anni cinquanta in Sicilia, Danilo Dolci aveva scritto che il
rapporto con beni primari come l’acqua debba escludere ogni forma di dominio, per favorire invece un
adattamento creativo tra l’esigenza di mantenimento di quei beni stessi e il potere del fare umano. La dicotomia
rimarcata da Dolci tra il potere come esperienza democratica del fare insieme e il dominio come abuso che dà
ad alcuni possibilità che nega ad altri, è un tema che sembra offrire un’interpretazione possibile dei lavori in
mostra di Simeti. Ostacola l’accesso a una parte della galleria un complesso scultoreo, Muro, costituito da
elementi in pasta di vetro turchese, artefatti prodotti dall’artista ispirati alle composizioni materiali dei reperti di
antiche civiltà. Da una forma prossima ad elementi architettonici classici, o aggregati biologici duri, come le
conchiglie, questi elementi si avvicinano per foggia, linee e colore agli scudi e armamenti delle forze di polizia,
evocando in Simeti l’apprensione vissuta in prima persona per l’apparizione nelle strade delle città statunitensi
del movimento Blue Lives Matter, che ostentando il colore sociale delle divise delle forze dell’ordine rivendica un
dominio politico di matrice bianca, violenta e militare. È l’insinuarsi sempre più ravvicinato di un’immagine
indefinita ma allarmante, quasi un odradek kafkiano, chiosa finale di un percorso in cui l’artista si appella agli
spettatori con la forza muta di materiali tutti terrestri, analogici e friabili, carta, terrecotte e ritagli di giornali.
Luigi Fassi
Francesco Simeti
Inaugurazione 18 Novembre 2021
fino al 12 Gennaio 2022
La serie di collage cartacei Terrestre è stata costruita da Francesco Simeti assemblando riproduzioni
fotografiche di cieli tratti da articoli del New York Times. Attingendo da ritagli tratti dalle pagine del quotidiano
newyorchese raccolti e conservati per anni nei propri archivi, l’artista ribalta in questi lavori la modalità più
consueta dei suoi wall paper precedenti, realizzati scontornando le sagome di soggetti fotografici ed escludendo
sempre la presenza del cielo come un fuori campo irrilevante e marginale. In Terrestre prevale invece
un’inversione linguistica, in cui i collage annullano un’immediata leggibilità narrativa per privilegiare lo spazio dei
cieli e i segmenti minimi dei regesti urbani che ne affiorano, quali sommità di grattacieli, tralicci, frammenti
architettonici e lampioni. Gli undici collage in mostra, ciascuno organizzato in verticale sacrificando per sempre i
ritagli fotografici originali dell’artista, sono organizzati secondo una classificazione cromatica, come dei color
fields variabili, dall’azzurro al viola, dal blu notte al rosso fuoco. Le porzioni dei cieli, prive di datazione,
provengono dalle sezioni più disparate del New York Times, come International News, in cui le immagini sono
parte di una connotazione politica, Travel and Leisure, dove predominano scenari più leggeri e mondani, o Real
Estate, con articoli e pubblicità su condomini di lusso accompagnati da cieli tersi e radiosi. La sintassi visiva di
Simeti trattiene lo schema a griglia di un quotidiano ma azzerandone ogni ancoraggio contestuale e affidando
solo allo spettatore la possibilità di interrogare le foto per intuirne una possibile rivelazione.
Similmente Corpi è una doppia proiezione di ottanta diapositive, tutte variazioni fotografiche sul tema dell’acqua,
in una varietà di cromie e increspature, anch’esse originate da dettagli di ritagli fotografici del New York Times.
Tratte come i cieli di Terrestre da scenari molto diversi - dall’atmosfera di eterna vacanza dei Mar dei Caraibi, al
dramma dei barconi di migranti nel Mediterraneo, sino alle devastazioni delle alluvioni nordamericane - le
diapositive non tradiscono tuttavia alcun riferimento storico-geografico, restituendo in forma astratta e
smaterializzata un elemento chiave nel ciclo della vita come l’acqua.
Terrestre è un’elegia espositiva minimale di arie e acque, elementi fondamentali per la generazione della vita e la
sopravvivenza organica del pianeta - e come tali disputati sin dalla tradizione filosofica presocratica - ma
crescentemente in riduzione per quantità e qualità. Se per gli economisti classici del XVIII secolo progenitori del
liberismo contemporaneo, come Adam Smith e David Ricardo, l’acqua e l’aria non avevano un valore monetario
perché ritenute di quantità illimitate, Simeti allestisce in mostra una riflessione inquieta sulla precarietà dei due
elementi. Traspare nei suoi collage un senso di spleen, generato da un’osservazione solo indiretta di cieli e
acque, mediata da fragili ritagli fotografici di giornali, immagine forse di uno sguardo collettivo divenuto troppo
miope per cogliere la nitida urgenza di arrestare la dispersione e l’impoverimento della vita.
Nel corso delle sue esperienze di resistenza civile negli anni cinquanta in Sicilia, Danilo Dolci aveva scritto che il
rapporto con beni primari come l’acqua debba escludere ogni forma di dominio, per favorire invece un
adattamento creativo tra l’esigenza di mantenimento di quei beni stessi e il potere del fare umano. La dicotomia
rimarcata da Dolci tra il potere come esperienza democratica del fare insieme e il dominio come abuso che dà
ad alcuni possibilità che nega ad altri, è un tema che sembra offrire un’interpretazione possibile dei lavori in
mostra di Simeti. Ostacola l’accesso a una parte della galleria un complesso scultoreo, Muro, costituito da
elementi in pasta di vetro turchese, artefatti prodotti dall’artista ispirati alle composizioni materiali dei reperti di
antiche civiltà. Da una forma prossima ad elementi architettonici classici, o aggregati biologici duri, come le
conchiglie, questi elementi si avvicinano per foggia, linee e colore agli scudi e armamenti delle forze di polizia,
evocando in Simeti l’apprensione vissuta in prima persona per l’apparizione nelle strade delle città statunitensi
del movimento Blue Lives Matter, che ostentando il colore sociale delle divise delle forze dell’ordine rivendica un
dominio politico di matrice bianca, violenta e militare. È l’insinuarsi sempre più ravvicinato di un’immagine
indefinita ma allarmante, quasi un odradek kafkiano, chiosa finale di un percorso in cui l’artista si appella agli
spettatori con la forza muta di materiali tutti terrestri, analogici e friabili, carta, terrecotte e ritagli di giornali.
Luigi Fassi
18
novembre 2021
Francesco Simeti – Terrestre
Dal 18 novembre 2021 al 12 gennaio 2022
arte contemporanea
Location
GALLERIA FRANCESCA MININI
Milano, Via Massimiano, 25, (Milano)
Milano, Via Massimiano, 25, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 11-19
Vernissage
18 Novembre 2021, dalle 17 alle 21
Sito web
Autore