Milano, 10 maggio 2010 - Purezza delle linee, spessore formale, astrazione simbolica. Sono queste le caratteristiche scultoree di Francesco Triglia, l’artista reggino protagonista della mostra “Oltre il Mito” presente dal 9 giugno al 9 luglio presso la Galleria Modaarte (Via Statuto, 13). Un’esposizione dal forte impatto con opere caratterizzate dall’assoluta perfezione capace di oltrepassare il rigore anatomico della tradizione classica creando tensioni e pulsioni di rara energia. Un percorso che si snoda per immagini evocative e suggestive. Una stimolante esplorazione che spazia dai generi tradizionali come disegno, pittura e scultura fino a istallazioni e ambienti che coinvolgono con stupore il pubblico.

In mostra una collezione storica che riporta chi guarda a interrogarsi sui veri valori della Vita. Un susseguirsi di opere celebrative dal fascino neoclassico. Da “Incontro” che evidenzia con estrema semplicità la visione dell’amore ideale quasi totalizzante, all’enigmatica “Guerra e Amore”, una sintesi di geometrie stilizzate di rara intensità. Per arrivare alla Mistica Dorica, una sirena dal fascino apollineo la cui bellezza incarna con assoluta semplicità la grazia del mito greco.

Non mancano i singolari e poetici bronzi. Centauri, sirene, pesci arcaici dal fascino epico in grado di rievocare le antiche gesta degli eroi omerici. Un insieme di rigore e attenzione al dettaglio testimoni di una ricerca che va oltre a qualsiasi forma controllata.

Le opere di Triglia spesso in equilibrio tra reale e surreale fanno intuire l’intimo pensiero di un’artista che tende a estrarre dalla forma latente del blocco plastico tutto il significato di un Vero controllato tipico della tradizione neoclassica. Una “scultura colta” dove la “forma” è sapientemente bloccata da un’assoluta precisione. Come sostiene Carlo Murari: “Triglia è artista partecipe dell’umana vicenda, sottile indagatore tanto delle trame esistenziali quanto dei motivi ideali. Un’opera sculturale che si inserisce in tal modo nel flusso di una tradizione che si ritualizza in rapporto alla storia, al gusto e alla cultura”.