Francesco Vaccaro propone in questa occasione un intervento site specific, un colloquio segreto con lo spazio della galleria che diventa giardino di gemme. In questo luogo bianco, leggero, punteggiato di piccoli boccioli, Vaccaro ci porta a riflettere sul concetto del prendere forma stimolando un momento di raccoglimento di fronte all’energia del piccolo, un punctum che contiene in sé memoria e potenzialità. Minime ma vigorose, queste gemme pulsano vita, desiderio e promessa di appagamento, ma contengono anche il dolore che accompagna la cerimonia di ogni risveglio, quel ripetersi sempre uguale, eppure ogni volta fonte di stupore.

Il lavoro è modulare: un’installazione di piccole tavole e fotografie (rielaborate, stampate su pellicola, su carta, applicate su legno e ricoperte di resina) messe insieme come un racconto, una partitura musicale con il suo ritmo e le sue pause ; un video e una serie di opere a parete ispirate al poema "La terra desolata" di T. E. Eliot , da cui ha origine anche il titolo della mostra, Aprile.

Aprile è il più crudele di tutti i mesi. Genera
lillà dalla terra morta, mescola
memoria e desiderio, desta
radici sopite con pioggia di primavera.
(…) Dalla Sepoltura dei morti, in La terra desolata di T.S. Eliot