Artista a tutto tondo, Franco Bonetti riesce perfettamente a spaziare dalla pittura al teatro, dalla scenografia al cinema per arrivare alla danza. E tutte queste arti si fondono perfettamente sulle sue tele. Tele che possono diventare una perfetta scenografia teatrale con colori armonici che si mischiano tra loro come una danza. Nessuna tela, infatti, è una nota stonata, nessun colore predomina, si denota solo una grande omogeneità di tinte tra tutti i quadri. In ogni quadro i colori si mischiano per creare giochi di tonalità molto diverse tra loro: dall’arancio al giallo, dal fucsia al verde al blu passando sempre per quei colori del marrone che inevitabilmente richiamano la terra.
I colori ad olio sono come schizzi sparati sulla tela che creano macchie astratte di colore ma subito i colori entrano a contatto con la sabbia ed ecco la materia, o meglio la matericità che caratterizza l’arte di Bonetti. E poi qua e là si intravedono lettere, che non diventeranno mai parole complete, lettere o ideogrammi che cercano di emergere dal colore. Ideogrammi che ci ricordano la filosofia orientale come il mercante Marco Polo, tra le sete e gli ori, dello spettacolo teatrale di cui ha firmato le scenografie.