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Franco Costalonga – Le strutture della Mente
la mostra raccoglie – a parte alcune opere segnale delle stagioni creative precedenti – una cinquantina di opere prodotte nell’ultimo decennio
Comunicato stampa
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Promossa dal Museo Fondazione Luciana Matalon di Milano in collaborazione con le Studio G.R. di Sacile s’inaugura il 21 settembre 2006 negli ambienti del Museo, la mostra antologica Franco Cosatlonga. Le strutture della Mente, che fa parte del ciclo espositivo La geometria come poesia. Curata da Floriano De Santi, la mostra raccoglie – a parte alcune opere segnale delle stagioni creative precedenti – una cinquantina di opere prodotte nell’ultimo decennio.
Nato a Venezia nel 1923, Costalonga inizia la sua attività artistica nel 1962 con una mostra d’incisone alla Fondazione Bevilacqua La Masa del capoluogo del Veneto, esprimendo un linguaggio metaforico in cui – giustamente sottolineava Giuseppe Mazzariol – “l’immagine è come sfiorata dalla fugace presenza di misteriosi personaggi, quasi sempre angeli, esseri alati.” Sono i temi affrontati anche nelle tecniche miste Presenze Angelo del 1963-64 e Crocifissione dell’anno seguente, dove l’effetto magico risulta accresciuto, poiché il ritmo si modula con sottile inquietudine policroma, in un arabesco di emozioni.
Dopo essere entrato a far parte del Gruppo Dialettica delle Tendenze, dalla fine degli anni Sessanta Costalonga sviluppa una personale ricerca intorno alla luce, alle variazioni cromatico-percettive di strutture modulari cromocinetiche analiticamente contrapposte, creando visioni rarefatte e sospese ma sempre basate su una lucida e rigorosa costruzione geometrico-spaziale. Nel 1973 con gli Oggetti-quadro sui gradienti di luminosità il suo lavoro presenta immediatamente una componente programmata e di movimento virtuale che palesa un legame con Bruno Monari e con gli artisti del Centro Operativo Sincron di Brescia.
Con una simile stimmung iconica è invitato a rassegne italiane e straniere, tra le quali le giova ricordare: L’XI Quadriennale di Roma nel 1966, la sezione sperimentale della XXXV Biennale di Venezia nel 1970, La Grands et Jeunes d’aujourd’hui: Art cinetique-Peinture-sculpture al Grand Palais di Parigi nel 1972, L’Internationale Kunstmesse Art 5 di Basilea nel 1974, il Costructivismo all’Universidad Central di Caracas nel 1976, la sezione Arte-Scienze-Colore della XLII Biennale di Venezia nel 1986, la libertà tra arte e trasgressione dell’University Victoria di Melbourne nel 2000.
L’indagine iconica di Costalonga procede per cicli: gli Elicoidi doppi nel 1977, le Strutture sui movimenti di simmetria nel 1980, i Pseudorilievi nel 1990, le Strutturazioni e le Destrutturazioni nel 1995, le Curve modulari nel 2005. Prendendo le mosse dal problema dello spazio chiuso entro i limiti della superficie del quadro, l’artista lagunare tende a dilatare la percezione visiva verso l’esterno, attraverso l’iterazione di tondini e di strisce. L’interferenza che così si crea tra rilievo e piano, pieno e vuoto, trasforma l’organizzazione ottico-dinamica, tradizionalmente bidimensionale, in poli-dimensionale, con una continua deviazione del punto di vista, che sconfina nella scultura e nell’architettura.
“Con le Mocurve di Costalonga, in plastica metallizzata e in plexiglas – scrive De Santi nel Catalogo nella mostra edito per i tipi di Verso l’arte -, l’analisi del movimento è scoperta da una sequela aperta d’immagini che vivono unicamente delle proprie concatenazioni, capaci di produrre nella loro scansione tridimensionale, progressione e complessità: situazione del percipi dentro cui del riguardante disegna campi di senso.”
Nato a Venezia nel 1923, Costalonga inizia la sua attività artistica nel 1962 con una mostra d’incisone alla Fondazione Bevilacqua La Masa del capoluogo del Veneto, esprimendo un linguaggio metaforico in cui – giustamente sottolineava Giuseppe Mazzariol – “l’immagine è come sfiorata dalla fugace presenza di misteriosi personaggi, quasi sempre angeli, esseri alati.” Sono i temi affrontati anche nelle tecniche miste Presenze Angelo del 1963-64 e Crocifissione dell’anno seguente, dove l’effetto magico risulta accresciuto, poiché il ritmo si modula con sottile inquietudine policroma, in un arabesco di emozioni.
Dopo essere entrato a far parte del Gruppo Dialettica delle Tendenze, dalla fine degli anni Sessanta Costalonga sviluppa una personale ricerca intorno alla luce, alle variazioni cromatico-percettive di strutture modulari cromocinetiche analiticamente contrapposte, creando visioni rarefatte e sospese ma sempre basate su una lucida e rigorosa costruzione geometrico-spaziale. Nel 1973 con gli Oggetti-quadro sui gradienti di luminosità il suo lavoro presenta immediatamente una componente programmata e di movimento virtuale che palesa un legame con Bruno Monari e con gli artisti del Centro Operativo Sincron di Brescia.
Con una simile stimmung iconica è invitato a rassegne italiane e straniere, tra le quali le giova ricordare: L’XI Quadriennale di Roma nel 1966, la sezione sperimentale della XXXV Biennale di Venezia nel 1970, La Grands et Jeunes d’aujourd’hui: Art cinetique-Peinture-sculpture al Grand Palais di Parigi nel 1972, L’Internationale Kunstmesse Art 5 di Basilea nel 1974, il Costructivismo all’Universidad Central di Caracas nel 1976, la sezione Arte-Scienze-Colore della XLII Biennale di Venezia nel 1986, la libertà tra arte e trasgressione dell’University Victoria di Melbourne nel 2000.
L’indagine iconica di Costalonga procede per cicli: gli Elicoidi doppi nel 1977, le Strutture sui movimenti di simmetria nel 1980, i Pseudorilievi nel 1990, le Strutturazioni e le Destrutturazioni nel 1995, le Curve modulari nel 2005. Prendendo le mosse dal problema dello spazio chiuso entro i limiti della superficie del quadro, l’artista lagunare tende a dilatare la percezione visiva verso l’esterno, attraverso l’iterazione di tondini e di strisce. L’interferenza che così si crea tra rilievo e piano, pieno e vuoto, trasforma l’organizzazione ottico-dinamica, tradizionalmente bidimensionale, in poli-dimensionale, con una continua deviazione del punto di vista, che sconfina nella scultura e nell’architettura.
“Con le Mocurve di Costalonga, in plastica metallizzata e in plexiglas – scrive De Santi nel Catalogo nella mostra edito per i tipi di Verso l’arte -, l’analisi del movimento è scoperta da una sequela aperta d’immagini che vivono unicamente delle proprie concatenazioni, capaci di produrre nella loro scansione tridimensionale, progressione e complessità: situazione del percipi dentro cui del riguardante disegna campi di senso.”
21
settembre 2006
Franco Costalonga – Le strutture della Mente
Dal 21 settembre al 14 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE LUCIANA MATALON
Milano, Foro Buonaparte, 67, (Milano)
Milano, Foro Buonaparte, 67, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 12.00 – 13.30 15.30 – 1930
giovedì 15.30 – 22.00
domenica e lunedì chiuso
Vernissage
21 Settembre 2006, ore 19
Editore
VERSO L'ARTE
Autore
Curatore