Franco Fajeti, artista reggiano, conosciuto a livello nazionale per la sua arte e in città conosciuto per essere stato il cantante e chitarrista leader del gruppo Rock’n Blues “I Mani” tra gli anni ’60 e ’70. Dal 21 marzo al 13 aprile torna ad esporre le sue opere a Reggio Emilia alla Galleria Zannoni. Grande protagonista delle sue opere è indubbiamente la sua amata città emiliana, Reggio appunto. Scorci, strade, chiese, angoli talvolta nascosti del centro storico che solo uno sguardo attento o solo chi ha abitato tutta la vita in città li riconosce. Scorci che possono generare ricordi o antiche memorie a coloro che abitualmente trascorrono del tempo in queste piazze o girano per i vicoli del centro. Ma come scrive lo stesso artista “Questo è un luogo dove tutto appare travisato, come ad impedirne la riconoscibilità.” I suoi dipinti presentano un certo figurativismo ma che si discosta totalmente dalla realtà. Sembra davvero di stare dentro un sogno, gli alberi si incurvano e le case si torcono su se stesse quasi come in una visione fiabesca che ricorda l’arte di Chagall. E poi un gioco di colori, sono infatti i colori caldi a dominare queste tele, una facciata di una chiesa che diventa arancione o lo scorcio in primo piano di un antico edificio che assume una tonalità gialla intensa e poi a sovrastare tutto quei cieli che diventano verde smeraldo o blu cobalto in netto contrasto con le strade rosso rubino. Colori forti, decisi, che vagamente ricordano le stampe della pop art anni ’50. Così diceva Kandinsky e così possiamo affermare per l’arte di Fajeti “Mi sembrava che l’anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale, quando l’inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita.”