Venerdì 27 Marzo 2009, alle ore 18.30, s'inaugura presso la galleria Altri Lavori In Corso la seconda mostra personale di Franco Losvizzero. A quattro anni di distanza dalla prima, l'esposizione raccoglie la sperimetazione di tecniche e materiali e la ricerca continua d'immagine, che silenziosamente sottende la creazione di installazioni meccanico-sonore, film e performance che sin dall'inizio contraddistingue il lavoro dell'artista. Il titolo cita con ironia la frase che compare su una delle opere in mostra, Pinocchio, in cui Losvizzero trasforma la marionetta inventata da Carlo Collodi per parlare dell'innata capacità d'immaginare che l'uomo possiede, tanto più se bambino. Capacità che gli permette di comprendere la realtà dei suoi simili, ma soprattutto di inventare ciò che ancora non esiste. Filo conduttore di questo viaggio nella fantasia del pensiero senza coscienza è la linea: elemento linguistico primario sia nell'arte figurativa, dove si fa disegno, sia nella scrittura, dove si muta in lettere, parole e formulazione d'idee.

È infatti sulla carta che prendono inizilamente forma i mostri innocenti di Losvizzero, i suoi personaggi metà uomini e metà animali, nei quali «tornano alla ribalta il medioevo di Jurgis Baltrusaitis, la zoologia fantastica di Jorge Luis Borges e Lewis Carroll, l'immaginario “selvaggio” della Transavanguardia, il mondo delle fiabe di ieri e la moderna mitologia cibernetica» [F. Franco, dal testo di presentazione della mostra]. Personaggi che una sapienza grafica maturata con il tempo e distillata dall'esperienza arriva a comporre attraverso un segno nitido ed essenziale, privo di esitazioni ma anche di rigidità. Un segno che naturalmente dialoga con il candore del foglio o con il pigmento bianco che l'artista utilizza come base o colore dominante di molti suoi lavori, prendendolo in prestito dal mondo del teatro e del circo.