"Nel pensare questa mostra, ho scelto di presentare un ciclo di opere grafiche in originale, generate da matrici di alluminio incise a puntasecca. Credo che esse si ambientino bene sui totem sparsi tra gli scaffali di una biblioteca tradizionale, sia pure all'avanguardia, anche nell'era delle macchine digitali e dell'incorporeo virtuale. Del resto il libro e la stampa figurata si sono sempre reciprocamente completati per raccontare la Memoria del Visibile e dell'Invisibile, delle Arti, delle Scienze, della Storia, del Mito. Questi lavori nascono dalla sperimentazione unita ad una manualità meticolosa, passando attraverso la tradizione delle tecniche dell'Incisione e dei procedimenti di stampa. Con essi mi propongo di evocare le suggestioni di un ideale viaggio, capace di raggiungere stagioni lontanissime nel tempo, scavando nella memoria più remota della nostra cultura ed essenza, alla scoperta di civiltà e popoli del mondo antico (con riferimento a: "Italici autoctoni dell'area MagnoGreca- Apula"). Il pensiero dell'uomo antico risulta tuttora vivo, consegnato ad oggetti di culto e della vita quotidiana, i quali sfidano la vertigine del tempo e giungono fino a noi in silenzio con tutto il carico dei sentimenti, del "pathos" e della religiosità che caratterizzano questa umanità scomparsa. Ho adottato in queste opere la lingua del segno-colore inciso, per dare sembiante a una serie d'icone arcaiche, portatrici di una memoria presunta, declinata da titoli evocativi, icone aventi l'aspetto di resti paramorfici e frammentari. Il tema trae origine da una ispiratrice e perenne fascinazione archeologica, da cui: "Reperti". Un "libro-oggetto", da leggere soltanto con l'immaginazione, farà parte dell'esposizione."



Franco Palazzo nasce a Crispiano nel 1938. Vive e lavora a Ravenna, dove, terminati gli studi superiori, frequenta i corsi di Tecniche dell’Incisione presso l’Accademia di BB.AA. sotto la guida di Matteo Accarrino. E’ del ’73 la prima di numerose mostre di pittura, grafica e scultura in Europa e U.S.A. tra individuali e collettive. Nel 1998 mostra ed installazione "Metafore" a Faenza, pubblicata nella collana "I Quaderni del Circolo degli Artisti", presentata da Gian Ruggero Manzoni. Determinante la visita in quegli anni nello studio di Ravenna dal M° Elio Marchegiani. Nel 1999 espone le sue tele fluorescenti (Ciclo delle Torri-Navi) nella mostra "Metafore" al Palazzo della Provincia di Ravenna e, nel 2001, al Palazzetto dell’Arte di Foggia. Negli anni '90 viaggia in Francia (Art Jonction, Nice) e in Spagna (Interarte València e Biaf Barcelona), dove entra in contatto col mondo artistico internazionale. Va dal 1994 al 2003 la collaborazione con l'artista valenciana Charo Marìn, con esposizioni alla Galerìa ANAGMA di València, all'Ayuntamiento di Nàquera (E) e in altre sedi. Nel 1998 è invitato alla rassegna 10 Jahre Kunst aus Ravenna a Salzburg (A) e nel 2000 alla Collégiale Saint-André a Chartres (F). Nel 2001 partecpa, su invito di Martina Corgnati e Julien Blaine, a Progetto Ambiente, mostra di gruppo alla Galleria del Credito Valtellinese, Sondrio. Nel 2003 è invitato alla VI Biennale Internazionale di Sharjah (U.A.E.). Nel 2006 espone alla niArt Gallery di Ravenna con l'edizione del volume monografico bilingue: Palazzo, "Le Dimore del Mito", presentazione di Odette Gelosi. La mostra viene replicata a Palazzuolo sul Senio (FI) e a Bagnacavallo (RA). Nel 2007, su invito della Città di Chartres (F), allestisce, insieme allo scultore ravennate Piero Strada, la mostra a due "Les Demeures du Mythe". Nel 2009, "Le Dimore di Athena", Il Vicolo di Cesena. Nel 2010, mostra "Meta-morfosi", Palazzo Rasponi a Ravenna. 2012, mostra "Acheloos", Rocca di Riolo Terme, con poesie dialettali di Nevio Spadoni in catalogo. Nella più recente produzione dell’artista le opere sono segnate da una forte tensione espressiva, frutto di un’incessante ricerca intesa come sfida all’inconoscibile. In questo stadio si manifesta la tensione verso il più rigoroso equilibrio formale che sfocia nel ciclo delle "Torri-Navi". Segue il ciclo delle singolari Incisioni e delle sculture Paramorfiche e Arkhaeo, di forme e contenuti allusivi, paralleli alle evidenze del reale concepito nelle sue infinite possibilità interpretative.

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