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Franco Pivetti
Cinquant’anni di vita artistica che hanno traghettato Franco Pivetti dai primi disegni alle ultime espressioni d’arte fantastica
Comunicato stampa
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Mezzo secolo vissuto con la matita, il pennello ed il bulino in mano. Cinquant’anni di vita artistica che hanno traghettato Franco Pivetti dai primi disegni alle ultime espressioni d’arte fantastica. Un anniversario importante nella vita di ogni professionista e ancor più nell’esperienza personale di un artista, che fa del tempo non soltanto il tappeto sul quale muoversi ma anche il tessuto irripetibile del proprio percorso creativo.
L'artista:
Franco Pivetti è oggi noto in molte province italiane per la sua ormai ventennale attività di consulente artistico. Ruolo nel quale ha prestato la sua esperienza e la sua creatività ad enti pubblici (come la Casa degli Artisti “G.Vittone di Tenno, Tn ”) e gallerie private. Ma Pivetti è anche e soprattutto un artista affermato nella corrente del fantastico al punto di farne uno dei massimi riferimenti in Italia. Le sue opere sono esposte in musei e gallerie sia in Italia che in altri paesi europei, il suo nome non manca mai nelle grandi collezioni del fantastico e del surrealismo.
Un traguardo come il mezzo secolo di attività non poteva restare solo sulla carta. L'artista nasce a Cavezzo in provincia di Modena nel 1936 ed è trentino d'adozione, (vive tra Riva e Tenno dagli anni Sessanta) questo cinquantesimo lo celebra con tre mostre personali in Trentino, Lombardia ed Emilia. La prima e la seconda tappa si sono recentemente concluse a Rovereto, nelle ampie sale espositive comunali “Iras Baldessari”, e a Salò dove ha esposto le sue opere al Fondaco di Palazzo Coen, sede museale del Comune. Ultima tappa a Modena nella Sala Mostre di Via Castel Maraldo. Quest'ultima ripercorrerà esattamente a 50 anni di distanza, le prime esperienze dell'allora diciannovenne Pivetti in una accademia d'arte, poi sfociate nella prima rassegna d'arte maggiore nella città emiliana.
Del 1955 sono le primissime esperienze con la sola matita in mano. Un primo approccio con l’arte, concretizzatosi fin da subito nella partecipazione alle prime mostre collettive, che ben presto ha poi portato il desiderio espressivo dell’artista verso altri strumenti, come l’acquerello e, successivamente, la pittura. Il colore si appropria del gesto creativo quando l’occhio scruta e osserva realtà inedite, attraverso i viaggi che dagli anni Sessanta lo portano a scoprire i luoghi d’Italia, d’Europa e del Medio Oriente. Esperienze di viaggio dalle quali nasce la prima mostra personale di disegni ed acquerelli al Centro studi “Muratori” di Modena nel ‘66: paesaggi, ambientazioni, colori e sapori delle città del Nord Africa. Dai successivi itinerari europei e in particolar modo dal periodo vissuto in Belgio, nasce l’interesse per la pittura di Magritte, che diventa riferimento creativo fino a tutti gli anni Settanta, nel cosiddetto “periodo magrittiano”. Contemporanea è la ricerca sul simbolismo che lo porta a trovare un nuovo percorso creativo che si conclude solo negli anni Ottanta e lo conduce alla sperimentazione di un nuovo linguaggio visivo attraverso un simbolismo fatto di “pugni chiusi” e “cartelli stradali”. Dalla metà degli anni Ottanta la ricerca espressiva si conclude incontrando quell’ “automatismo gestuale” che da allora lo accompagna e che gli ha dato le maggiori soddisfazioni in termini di occasioni espositive (in Italia e in gallerie europee) e che maggiormente ha interessato la critica più attenta (Raffaele Carrieri, Franco Solmi, Giorgio Digenova, Giorgio Celli, Renzo Margonari ed altri ancora).
Un approdo all’arte fantastica nella quale ancora oggi Pivetti si riconosce pienamente e alla quale dedica le sue creazioni più recenti.
Fra le ultime esposizioni va segnalata la più recente mostra su invito: “Scenari dell'Imagerie”, al Museo delle Generazioni del Novecento di Pieve di Cento, una mostra curata per sezioni da Giorgio di Genova che presentava Pivetti nella sezione “Ibridismi e Teriomorfismi” insieme a Totero, Zancanaro, Depero, Steripini, Caminati, Gonzales.
L'artista:
Franco Pivetti è oggi noto in molte province italiane per la sua ormai ventennale attività di consulente artistico. Ruolo nel quale ha prestato la sua esperienza e la sua creatività ad enti pubblici (come la Casa degli Artisti “G.Vittone di Tenno, Tn ”) e gallerie private. Ma Pivetti è anche e soprattutto un artista affermato nella corrente del fantastico al punto di farne uno dei massimi riferimenti in Italia. Le sue opere sono esposte in musei e gallerie sia in Italia che in altri paesi europei, il suo nome non manca mai nelle grandi collezioni del fantastico e del surrealismo.
Un traguardo come il mezzo secolo di attività non poteva restare solo sulla carta. L'artista nasce a Cavezzo in provincia di Modena nel 1936 ed è trentino d'adozione, (vive tra Riva e Tenno dagli anni Sessanta) questo cinquantesimo lo celebra con tre mostre personali in Trentino, Lombardia ed Emilia. La prima e la seconda tappa si sono recentemente concluse a Rovereto, nelle ampie sale espositive comunali “Iras Baldessari”, e a Salò dove ha esposto le sue opere al Fondaco di Palazzo Coen, sede museale del Comune. Ultima tappa a Modena nella Sala Mostre di Via Castel Maraldo. Quest'ultima ripercorrerà esattamente a 50 anni di distanza, le prime esperienze dell'allora diciannovenne Pivetti in una accademia d'arte, poi sfociate nella prima rassegna d'arte maggiore nella città emiliana.
Del 1955 sono le primissime esperienze con la sola matita in mano. Un primo approccio con l’arte, concretizzatosi fin da subito nella partecipazione alle prime mostre collettive, che ben presto ha poi portato il desiderio espressivo dell’artista verso altri strumenti, come l’acquerello e, successivamente, la pittura. Il colore si appropria del gesto creativo quando l’occhio scruta e osserva realtà inedite, attraverso i viaggi che dagli anni Sessanta lo portano a scoprire i luoghi d’Italia, d’Europa e del Medio Oriente. Esperienze di viaggio dalle quali nasce la prima mostra personale di disegni ed acquerelli al Centro studi “Muratori” di Modena nel ‘66: paesaggi, ambientazioni, colori e sapori delle città del Nord Africa. Dai successivi itinerari europei e in particolar modo dal periodo vissuto in Belgio, nasce l’interesse per la pittura di Magritte, che diventa riferimento creativo fino a tutti gli anni Settanta, nel cosiddetto “periodo magrittiano”. Contemporanea è la ricerca sul simbolismo che lo porta a trovare un nuovo percorso creativo che si conclude solo negli anni Ottanta e lo conduce alla sperimentazione di un nuovo linguaggio visivo attraverso un simbolismo fatto di “pugni chiusi” e “cartelli stradali”. Dalla metà degli anni Ottanta la ricerca espressiva si conclude incontrando quell’ “automatismo gestuale” che da allora lo accompagna e che gli ha dato le maggiori soddisfazioni in termini di occasioni espositive (in Italia e in gallerie europee) e che maggiormente ha interessato la critica più attenta (Raffaele Carrieri, Franco Solmi, Giorgio Digenova, Giorgio Celli, Renzo Margonari ed altri ancora).
Un approdo all’arte fantastica nella quale ancora oggi Pivetti si riconosce pienamente e alla quale dedica le sue creazioni più recenti.
Fra le ultime esposizioni va segnalata la più recente mostra su invito: “Scenari dell'Imagerie”, al Museo delle Generazioni del Novecento di Pieve di Cento, una mostra curata per sezioni da Giorgio di Genova che presentava Pivetti nella sezione “Ibridismi e Teriomorfismi” insieme a Totero, Zancanaro, Depero, Steripini, Caminati, Gonzales.
19
novembre 2005
Franco Pivetti
Dal 19 novembre all'otto dicembre 2005
arte contemporanea
Location
CENTRO STUDI LUDOVICO ANTONIO MURATORI
Modena, Via Castelmaraldo, 19, (Modena)
Modena, Via Castelmaraldo, 19, (Modena)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 16.30 alle 19.30 (lunedì chiuso)
Vernissage
19 Novembre 2005, ore 17.30
Autore