Quando ho visto per la prima volta i quadri di Franz Jenull sono rimasto profondamente colpito dalla vivacità dei colori e dalle forme sapientemente disposte. Mi hanno molto impressionato i suoi intarsi, dove Franz partendo dalla lezione d’Emilio Vedova, suo unico, inconfondibile e riconosciuto maestro, dalle emozioni provate e da ciò che l’aveva colpito aveva realizzato dei giganteschi arabeschi colorati che racchiudevano un’enorme quantità di segni e colori. Insieme a questi, nello stesso tempo, la sua grande pittura figurativa, profondamente rossa, dove dipingendo sempre la solita cara modella scopre con una maestria rinascimentale nel disegno, come assai raramente si trova nei suoi colleghi artisti, la forma e senza alcuna analisi l’affronta, con risultati che lasciano senza parole, in toto, radicalmente, di petto. Infine mi ha profondamente impressionato la straordinaria serie, dove all’interno di strutture astratte Franz Jenull dipinge, sola all’interno della pittura, la figura umana usando pigmenti gialli, verdi, rossi, azzurri e blu brillanti. All’interno del reale filtrato nell’immaginario della propria visione, la forma!

La figura umana compare in mezzo ad un cifrario astratto, ad un magma di pennellate e inconfondibile emerge dai complicati arabeschi, associando la propria potenza a quella espressiva dei colori. Un’affermazione artistica questa di Franz Jenull di notevole importanza dal punto di vista strettamente storico e che non è assolutamente nata per caso perché ripercorre coscientemente nel proprio percorso tutto il cammino intrapreso dalle avanguardie europee, dal cubismo e dall’astrattismo in avanti, arrivando ad una soluzione profondamente originale, libera e vivace che provoca una grande stupore in chi osserva.


Vladek Cwalinski