Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Frigyes Konig – Gorsium
22 opere ad olio di grandi e piccole dimensioni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Un viaggio intorno all’anatomia umana e i suoi misteri: ombre, sagome, ma anche corpi che si espongono con naturalezza, come i bagnanti delle terme di Gorsium, la cittadina della Bassa Pannonia, colonia romana tra il I e il V secolo d.C., ai cui reperti archeologici si ispirano le opere del pittore ungherese Frigyes Kőnig, in mostra in Accademia d’Ungheria fino al 19 maggio.
Nelle 22 opere ad olio di grandi e piccole dimensioni è possibile rintracciare i temi caratteristici dell’arte di Frigyes Kőnig: la centralità dello studio anatomico, l’analisi dello spazio artistico, il riferimento a temi e stilemi del passato riletti in chiave modernista.
I nudi femminili e maschili, motivo ricorrente nella serie “Gorsium” e in tutta la produzione di Kőnig, rappresentano la continuità del genere umano attraverso i secoli. “I corpi presenti negli affreschi scoperti nel corso degli scavi di Gorsium sono stati per me una vera rivelazione.” dichiara l’artista” L’incontro così personale con questi reperti della pittura d’età antica mi ha fatto pensare ad uno strano fenomeno di globalizzazione, ossia all’eternità della pittura stessa.” Frigyes Kőnig è infatti colpito dal come l’arte praticata tanto lontano dal centro dell’Impero mantenesse, comunque, un elevato standard, conservando il valore estetico degli affreschi romani coevi.
La mostra presenta anche alcuni pannelli che raccontano il percorso dagli scavi al restauro dei resti di Gorsium, a cui ha partecipato attivamente la moglie di Kőnig, Eszter Harsányi, pittrice e restauratrice.
La serie di “Gorsium” è strettamente legata a quella dei “Bagnanti” , di cui è una naturale evoluzione stilistica e concettuale; realizzata fra il 1999 e il 2002, la serie ritrae scene di balneazione dove le figure umane vivono senza imbarazzo la nudità, e il paesaggio lacustre stilizzato e immobile trasferisce l’azione sul piano del surreale. Anche in “Gorsium” il corpo si inserisce in uno spazio mitico, al limite fra il mondo reale e quello metafisico, assumendo l’enigmaticità e l’ancestralità della statua dell’arte classica o del manichino del costruttivismo, in una tensione verso l’infinito e la ricerca dell’autenticità.
L’accostamento di elementi architettonici alle figure umane non vuole essere una mera associazione di elementi di differente natura, ma di forme geometriche: linee curve, linee spezzate, ovali, che rivelano l’interesse del pittore per l’architettura classica e l’evoluzione della prospettiva. E gli oggetti della vita quotidiana, come tazze, piatti, cucchiai, in primo piano rispetto ai corpi degli affreschi, suggeriscono la presenza umana, diventano simboli della memoria. Secondo Frigyes Kőnig il tempo non separa e distrugge le cose, ma le rende migliori e le carica di valore, e la condizione per capire questo processo è l’attenzione, quella che l’artista chiede allo spettatore ponendolo di fronte a corpi che si espongono nella loro nudità e nel loro mistero.
“La vita può essere molto interessante, ci può rendere curiosi, può portare felicità e ricchezza.”: è questo il pensiero che stimola la creatività di un’artista come Frigyes Kőnig.
Nelle 22 opere ad olio di grandi e piccole dimensioni è possibile rintracciare i temi caratteristici dell’arte di Frigyes Kőnig: la centralità dello studio anatomico, l’analisi dello spazio artistico, il riferimento a temi e stilemi del passato riletti in chiave modernista.
I nudi femminili e maschili, motivo ricorrente nella serie “Gorsium” e in tutta la produzione di Kőnig, rappresentano la continuità del genere umano attraverso i secoli. “I corpi presenti negli affreschi scoperti nel corso degli scavi di Gorsium sono stati per me una vera rivelazione.” dichiara l’artista” L’incontro così personale con questi reperti della pittura d’età antica mi ha fatto pensare ad uno strano fenomeno di globalizzazione, ossia all’eternità della pittura stessa.” Frigyes Kőnig è infatti colpito dal come l’arte praticata tanto lontano dal centro dell’Impero mantenesse, comunque, un elevato standard, conservando il valore estetico degli affreschi romani coevi.
La mostra presenta anche alcuni pannelli che raccontano il percorso dagli scavi al restauro dei resti di Gorsium, a cui ha partecipato attivamente la moglie di Kőnig, Eszter Harsányi, pittrice e restauratrice.
La serie di “Gorsium” è strettamente legata a quella dei “Bagnanti” , di cui è una naturale evoluzione stilistica e concettuale; realizzata fra il 1999 e il 2002, la serie ritrae scene di balneazione dove le figure umane vivono senza imbarazzo la nudità, e il paesaggio lacustre stilizzato e immobile trasferisce l’azione sul piano del surreale. Anche in “Gorsium” il corpo si inserisce in uno spazio mitico, al limite fra il mondo reale e quello metafisico, assumendo l’enigmaticità e l’ancestralità della statua dell’arte classica o del manichino del costruttivismo, in una tensione verso l’infinito e la ricerca dell’autenticità.
L’accostamento di elementi architettonici alle figure umane non vuole essere una mera associazione di elementi di differente natura, ma di forme geometriche: linee curve, linee spezzate, ovali, che rivelano l’interesse del pittore per l’architettura classica e l’evoluzione della prospettiva. E gli oggetti della vita quotidiana, come tazze, piatti, cucchiai, in primo piano rispetto ai corpi degli affreschi, suggeriscono la presenza umana, diventano simboli della memoria. Secondo Frigyes Kőnig il tempo non separa e distrugge le cose, ma le rende migliori e le carica di valore, e la condizione per capire questo processo è l’attenzione, quella che l’artista chiede allo spettatore ponendolo di fronte a corpi che si espongono nella loro nudità e nel loro mistero.
“La vita può essere molto interessante, ci può rendere curiosi, può portare felicità e ricchezza.”: è questo il pensiero che stimola la creatività di un’artista come Frigyes Kőnig.
19
aprile 2006
Frigyes Konig – Gorsium
Dal 19 aprile al 19 maggio 2006
arte contemporanea
Location
ISTITUTO BALASSI – ACCADEMIA D’UNGHERIA – PALAZZO FALCONIERI
Roma, Via Giulia, 1, (Roma)
Roma, Via Giulia, 1, (Roma)
Orario di apertura
10.00-13.00 e 16.30- 19.30, sabato 16.30 - 19.30 (domenica chiuso)
Vernissage
19 Aprile 2006, ore 19
Autore
Curatore