La mostra collettiva, che sarà allestita nei suggestivi spazi della Biblioteca Landolfo Caracciolo, presenta quattro artiste unite da un comune denominatore. Ognuna di loro, difatti, è nata in un posto diverso da quello in cui opera. Sottolineare questo aspetto è un modo molto diretto per riflettere sulle caratteristiche della geografia dell’arte: quanto queste artiste sentono le influenze del luogo in cui vivono. Senza alcuna forzatura hanno liberamente scelto di esprimersi attraverso quattro tecniche diverse, rappresentative del loro vissuto e della loro evoluzione artistica.

Natalia Angel Villegas, colombiana attiva a Barcellona, attraverso 6 ritratti in pittura digitale vuole trasmettere l’idea di un’estetica ossessiva elaborata direttamente dalle pagine delle riviste di moda di cui lei stessa si occupa. Un allestimento studiato ad hoc dalla curatrice, Viviana Checchia, che ha immaginato un dialogo silenzioso tra questi ritratti e la galleria di dipinti lì presente.

Violeta Caldres, artista spagnola di Tenerife attiva a Napoli, si definisce water artist ed anche in questo caso creerà una video istallazione dove l’acqua è presentata come generatrice di vita.

Virag Varga, ungherese, vive a Napoli e sta per prender parte a un Residence d’artista a Troia, dove Viviana Checchia aprirà in fase sperimentale le sua casa ad artisti e curatori. Virag Varga lavorerà sulla parola, sul libro attraverso l’uso della paraffina utile ad evidenziare le trasparenze della materia.

Angela Zurlo, nata a Troia ed attiva a Roma, porterà in questi spazi alcune delle sue opere. Quest’ultima artista è una vera sperimentalista dei materiali: li indaga, cerca di estrapolarne le migliori e più efficaci potenzialità artistiche e comunicative. Vedremo, quindi, i suoi cartoni, i suoi ricami in spago e le sue incisioni.