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Gabriele Amadori – Chaos
Su una grande tela di 7,50m agiscono contemporaneamente e sinergicamente un pianista, un percussionista e il pittore. L’insieme dei suoni, dei segni, dei colori e le azioni degli artisti non sono altro che la rappresentazione sintetica del Chaos.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Domenica 25 Gennaio 2009 ore 20.00
"Chaos"
Progetto e performance visiva in concerto
di Gabriele Amadori
Percussioni : Michele Rabbia
Piano preparato : Stefano Battaglia
In uno spazio delimitato da un palcoscenico di otto metri per due, su cui è posizionata una grande tela (formata da 12 tele di 100x100 cm) complessivamente di sei metri per due metri di altezza , agiscono contemporaneamente e sinergicamente un pianista, un percussionista e il pittore che ha predisposto svariati pennelli e colori lungo la base della tela.
Attraverso l’azione dinamica degli interpreti si delinea una spirale ideale concentrica. Uno scambio espressivo ciclico che si sviluppa nel tempo e nello spazio fra segno, suono e colore. Sulla tela, la successione dei segni e dei suoni e le loro metamorfosi tonali, sottolineano, a livello espressivo, i
tratti di riferimento (spazio) ed i vari centri (tempo) che determinano l’andamento dinamico della spirale immaginaria. L’insieme dei suoni, dei segni, dei colori e le azioni degli artisti non sono altro
che la rappresentazione sintetica del Chaos. Un Chaos pensato e ragionato con meticolosità dai tre artisti prima di misurarsi, ormai per la sesta volta, in questo concerto multimediale.
La luce, sottolinea le dinamiche dell’azione scenica e il pubblico seguendo a breve distanza la performance, partecipa attivamente, immerso nella percezione totale.Infine, mentre il pittore toglie delle strisce di carta dalla superficie della tela, prima invisibili e utilizzate per la lunga preparazione della performance visiva, i musicisti accompagnano questa ultima azione con una improvvisazione jazz che chiude il concerto.
I moduli di 1 m x1 m (12 moduli complessivi) dell'opera finale saranno messi all'asta e il ricavato sarà devoluto a Medici Senza Frontiere Onlus, a sostegno dell'azione sanitaria che l'associazione sta svolgendo nello Zimbabwe, in questi tempi sull'orlo dell'abisso dal punto di vista sociale, politico e sopratutto sanitario, in quanto colpito da una spaventosa epidemia di colera.
….Il lavoro di Gabriele Amadori, o meglio il “ grande brivido” che anima la sua febbrile gestualità e veramente unico in questo genere, ci riporta a “quel farsi spettacolo della verità” di cui parlava Platone, una verità composita che aggruma in se il segno e il suono, l’immagine e la “parola”, quella sillaba risonante che sta all’origine delle cose e che cava dall’abisso il “ chaos” inteso, nel pensiero greco, non come disordine ma, piuttosto, come spalancamento, apertura verso dimensioni che superano la ragione, liberano l’artista dall’handicap dell’io e lo spingono nello spazio, in quella “ riserva infinita di eternità” che simbolicamente si erige contro la corrosione del tempo. La pittura, evirata da ogni orpello, assunta a rito sacrificale, inconcepibile senza la presenza onirica del suono che funge da stimolo per recuperare i motivi generatori che l’hanno posta in essere. Nietzsche non fa esclamare al suo Zarathustra: “ C’è ancora del caos dentro di voi, c’è ancora il ‘suono’ di una stella danzante?”
Vittorio Franchini
"Chaos"
Progetto e performance visiva in concerto
di Gabriele Amadori
Percussioni : Michele Rabbia
Piano preparato : Stefano Battaglia
In uno spazio delimitato da un palcoscenico di otto metri per due, su cui è posizionata una grande tela (formata da 12 tele di 100x100 cm) complessivamente di sei metri per due metri di altezza , agiscono contemporaneamente e sinergicamente un pianista, un percussionista e il pittore che ha predisposto svariati pennelli e colori lungo la base della tela.
Attraverso l’azione dinamica degli interpreti si delinea una spirale ideale concentrica. Uno scambio espressivo ciclico che si sviluppa nel tempo e nello spazio fra segno, suono e colore. Sulla tela, la successione dei segni e dei suoni e le loro metamorfosi tonali, sottolineano, a livello espressivo, i
tratti di riferimento (spazio) ed i vari centri (tempo) che determinano l’andamento dinamico della spirale immaginaria. L’insieme dei suoni, dei segni, dei colori e le azioni degli artisti non sono altro
che la rappresentazione sintetica del Chaos. Un Chaos pensato e ragionato con meticolosità dai tre artisti prima di misurarsi, ormai per la sesta volta, in questo concerto multimediale.
La luce, sottolinea le dinamiche dell’azione scenica e il pubblico seguendo a breve distanza la performance, partecipa attivamente, immerso nella percezione totale.Infine, mentre il pittore toglie delle strisce di carta dalla superficie della tela, prima invisibili e utilizzate per la lunga preparazione della performance visiva, i musicisti accompagnano questa ultima azione con una improvvisazione jazz che chiude il concerto.
I moduli di 1 m x1 m (12 moduli complessivi) dell'opera finale saranno messi all'asta e il ricavato sarà devoluto a Medici Senza Frontiere Onlus, a sostegno dell'azione sanitaria che l'associazione sta svolgendo nello Zimbabwe, in questi tempi sull'orlo dell'abisso dal punto di vista sociale, politico e sopratutto sanitario, in quanto colpito da una spaventosa epidemia di colera.
….Il lavoro di Gabriele Amadori, o meglio il “ grande brivido” che anima la sua febbrile gestualità e veramente unico in questo genere, ci riporta a “quel farsi spettacolo della verità” di cui parlava Platone, una verità composita che aggruma in se il segno e il suono, l’immagine e la “parola”, quella sillaba risonante che sta all’origine delle cose e che cava dall’abisso il “ chaos” inteso, nel pensiero greco, non come disordine ma, piuttosto, come spalancamento, apertura verso dimensioni che superano la ragione, liberano l’artista dall’handicap dell’io e lo spingono nello spazio, in quella “ riserva infinita di eternità” che simbolicamente si erige contro la corrosione del tempo. La pittura, evirata da ogni orpello, assunta a rito sacrificale, inconcepibile senza la presenza onirica del suono che funge da stimolo per recuperare i motivi generatori che l’hanno posta in essere. Nietzsche non fa esclamare al suo Zarathustra: “ C’è ancora del caos dentro di voi, c’è ancora il ‘suono’ di una stella danzante?”
Vittorio Franchini
25
gennaio 2009
Gabriele Amadori – Chaos
25 gennaio 2009
performance - happening
Location
ARENA DEL SOLE
Bologna, Via Dell'indipendenza, 44, (Bologna)
Bologna, Via Dell'indipendenza, 44, (Bologna)
Vernissage
25 Gennaio 2009, ore 20
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