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George Tatge – Il nero, il colore
George Tatge espone alcune delle sue fotografie in bianco e nero più conosciute e, per la prima volta, immagini a colori inedite, eseguite negli ultimi tre anni. Il tema dei suoi paesaggi è l’impatto dell’intervento umano sull’ambiente, il confronto tra elementi naturali e artificiali.
Comunicato stampa
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Farsettiarte presenta, a Milano, una mostra dedicata al noto fotografo George Tatge, protagonista di numerose esposizioni personali e collettive in tutto il mondo.
Per la prima volta a colori
L’aspetto più importante e interessante di questa esposizione è il fatto che, dopo un’attività fotografica lunga quarant’anni, dedicata al bianco e nero, l’artista espone per la prima volta immagini a colori, tutte inedite, eseguite negli ultimi tre anni.
Fotografia come poesia
Tatge si è laureato in Lettere appena prima di arrivare in Italia e nonostante abbia deciso di dedicarsi alla fotografia, ama soffermarsi sui legami tra i due mezzi espressivi. Ha detto “la fotografia è frammento ed è metafora, come la poesia. Ha la sua sintassi, il suo ritmo, il suo punto di vista. Qualsiasi oggetto può diventare soggetto di un’immagine secondo la luce che lo avvolge. E può esprimere solo un’emozione oppure un racconto intero”.
Come ha scritto Jane Livingston, “È organizzatore inveterato ed interprete di quei soggetti casuali che una semplice attenzione pone dinanzi agli occhi di chiunque, ma che pochi di noi riescono ad afferrare. Il suo stile è quasi come una voce: a forza di guardare e di riguardare le opere di Tatge, il suo linguaggio finisce per imporre la propria cadenza e noi impariamo a capire, a vedere e perfino a sentire il suo stile, quello poetico”.
Paesaggi metafisici
I paesaggi di Tatge ci colpiscono per la loro intensità espressiva ed emotiva, che evita sapientemente le insidie del romantico e del pittoresco; al contrario inducono lo spettatore a guardare la realtà con occhi diversi, a meditare sul suo rapporto con l’ambiente che lo circonda, ad andare oltre le apparenze per dare un significato più profondo e autentico a quello che vede. In alcuni casi gli oggetti presenti, alberi, nuvole, rocce, corsi d’acqua, edifici, perdono il loro significato immediato per diventare simboli, allegorie, metafore, parte di un discorso più ampio e profondo, che il fotografo conduce meticolosamente da decenni. Per questo motivo il suo stile si allontana dal realismo e le sue fotografie possono definirsi a pieno titolo paesaggi metafisici.
La magia del bianco e nero
Gran parte degli effetti delle immagini di Tatge è dovuto alla sua straordinaria abilità nella tecnica fotografica in bianco e nero. La sua sensibilità lo porta a creare delicati equilibri tra le masse scure e quelle chiare, delicati chiaroscuri, oppure, se necessario, forti contrasti luminosi, che in una recensione del 2008, Barbara Novak ha definito mistici.
Le immagini in bianco e nero esposte al piano terra della Galleria Farsettiarte a Milano provengono dalla mostra “Presenze paesaggi italiani”, partita nel 2008 da Firenze e allestita successivamente a Trieste, Perugia, la Spezia, Roma e Parigi.
Biografia
George Tatge è nato a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre americano. Ha trascorso l’adolescenza tra l’Europa ed il Medio Oriente prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Laureato in letteratura inglese, incominciò a studiare la fotografia con l’ungherese Michael Simon. Si trasferì in Italia nel 1973, lavorando prima a Roma come giornalista e quindi a Todi, dove ha scelto di vivere per dodici anni, scrivendo per Art Forum e altri, e portando avanti le sue ricerche fotografiche. La sua prima mostra in Italia è stata alla Galleria Il Diaframma di Milano nel 1973. Il primo libro, Perugia terra vecchia terra nuova, uscì nel 1981. Da allora ha presentato mostre in America ed in Europa e le sue opere fanno parte di collezioni tra cui quella del Metropolitan Museum di New York, del George Eastman House di Rochester, del Houston Museum of Fine Arts, del Centre Canadien d’Architecture a Montreal, del Helmut Gernsheim Collection a Mannheim e della Maison Européenne de la Photographie di Parigi. Dal 1986 al 2003 è stato dirigente tecnico-fotografico della Fratelli Alinari di Firenze.
Tra le sue mostre più importanti: The American Academy a Roma nel 1981, il MASP di Sao Paulo, Brasile nel 1988, la Biennale di Venezia nel 1995, il Museo Peggy Guggenheim di Venezia nel 2005, il Reiss-Engelhorn Museum a Mannheim nel 2003, The George Eastman House a Rochester nel 2004, e il MAXXI di Roma nel 2007.
La sua mostra personale “Presenze—Paesaggi italiani” aprì alla Villa Bardini di Firenze nel 2008 per viaggiare in altre 5 città. Nel 2010 gli è stato assegnato il Premio Friuli Venezia Giulia per la Fotografia. La mostra “Italia metafisica”, inaugurata a Firenze nel 2015, sarà proposta anche a Brescia nel mese di aprile 2016 e a Perugia nel mese di giugno 2016. Il catalogo è stato premiato dalla IPA della Lucie Awards di New York. Dall’11 novembre 2015 al 7 febbraio 2016 Tatge ha partecipato alla mostra al Palazzo della Ragione di Milano “Henri Cartier Bresson e gli altri”.
Fotografa con un banco ottico Deardorff 13x18 cm. Vive a Firenze. www.georgetatge.com
Per la prima volta a colori
L’aspetto più importante e interessante di questa esposizione è il fatto che, dopo un’attività fotografica lunga quarant’anni, dedicata al bianco e nero, l’artista espone per la prima volta immagini a colori, tutte inedite, eseguite negli ultimi tre anni.
Fotografia come poesia
Tatge si è laureato in Lettere appena prima di arrivare in Italia e nonostante abbia deciso di dedicarsi alla fotografia, ama soffermarsi sui legami tra i due mezzi espressivi. Ha detto “la fotografia è frammento ed è metafora, come la poesia. Ha la sua sintassi, il suo ritmo, il suo punto di vista. Qualsiasi oggetto può diventare soggetto di un’immagine secondo la luce che lo avvolge. E può esprimere solo un’emozione oppure un racconto intero”.
Come ha scritto Jane Livingston, “È organizzatore inveterato ed interprete di quei soggetti casuali che una semplice attenzione pone dinanzi agli occhi di chiunque, ma che pochi di noi riescono ad afferrare. Il suo stile è quasi come una voce: a forza di guardare e di riguardare le opere di Tatge, il suo linguaggio finisce per imporre la propria cadenza e noi impariamo a capire, a vedere e perfino a sentire il suo stile, quello poetico”.
Paesaggi metafisici
I paesaggi di Tatge ci colpiscono per la loro intensità espressiva ed emotiva, che evita sapientemente le insidie del romantico e del pittoresco; al contrario inducono lo spettatore a guardare la realtà con occhi diversi, a meditare sul suo rapporto con l’ambiente che lo circonda, ad andare oltre le apparenze per dare un significato più profondo e autentico a quello che vede. In alcuni casi gli oggetti presenti, alberi, nuvole, rocce, corsi d’acqua, edifici, perdono il loro significato immediato per diventare simboli, allegorie, metafore, parte di un discorso più ampio e profondo, che il fotografo conduce meticolosamente da decenni. Per questo motivo il suo stile si allontana dal realismo e le sue fotografie possono definirsi a pieno titolo paesaggi metafisici.
La magia del bianco e nero
Gran parte degli effetti delle immagini di Tatge è dovuto alla sua straordinaria abilità nella tecnica fotografica in bianco e nero. La sua sensibilità lo porta a creare delicati equilibri tra le masse scure e quelle chiare, delicati chiaroscuri, oppure, se necessario, forti contrasti luminosi, che in una recensione del 2008, Barbara Novak ha definito mistici.
Le immagini in bianco e nero esposte al piano terra della Galleria Farsettiarte a Milano provengono dalla mostra “Presenze paesaggi italiani”, partita nel 2008 da Firenze e allestita successivamente a Trieste, Perugia, la Spezia, Roma e Parigi.
Biografia
George Tatge è nato a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre americano. Ha trascorso l’adolescenza tra l’Europa ed il Medio Oriente prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Laureato in letteratura inglese, incominciò a studiare la fotografia con l’ungherese Michael Simon. Si trasferì in Italia nel 1973, lavorando prima a Roma come giornalista e quindi a Todi, dove ha scelto di vivere per dodici anni, scrivendo per Art Forum e altri, e portando avanti le sue ricerche fotografiche. La sua prima mostra in Italia è stata alla Galleria Il Diaframma di Milano nel 1973. Il primo libro, Perugia terra vecchia terra nuova, uscì nel 1981. Da allora ha presentato mostre in America ed in Europa e le sue opere fanno parte di collezioni tra cui quella del Metropolitan Museum di New York, del George Eastman House di Rochester, del Houston Museum of Fine Arts, del Centre Canadien d’Architecture a Montreal, del Helmut Gernsheim Collection a Mannheim e della Maison Européenne de la Photographie di Parigi. Dal 1986 al 2003 è stato dirigente tecnico-fotografico della Fratelli Alinari di Firenze.
Tra le sue mostre più importanti: The American Academy a Roma nel 1981, il MASP di Sao Paulo, Brasile nel 1988, la Biennale di Venezia nel 1995, il Museo Peggy Guggenheim di Venezia nel 2005, il Reiss-Engelhorn Museum a Mannheim nel 2003, The George Eastman House a Rochester nel 2004, e il MAXXI di Roma nel 2007.
La sua mostra personale “Presenze—Paesaggi italiani” aprì alla Villa Bardini di Firenze nel 2008 per viaggiare in altre 5 città. Nel 2010 gli è stato assegnato il Premio Friuli Venezia Giulia per la Fotografia. La mostra “Italia metafisica”, inaugurata a Firenze nel 2015, sarà proposta anche a Brescia nel mese di aprile 2016 e a Perugia nel mese di giugno 2016. Il catalogo è stato premiato dalla IPA della Lucie Awards di New York. Dall’11 novembre 2015 al 7 febbraio 2016 Tatge ha partecipato alla mostra al Palazzo della Ragione di Milano “Henri Cartier Bresson e gli altri”.
Fotografa con un banco ottico Deardorff 13x18 cm. Vive a Firenze. www.georgetatge.com
19
aprile 2016
George Tatge – Il nero, il colore
Dal 19 aprile al 07 maggio 2016
fotografia
Location
FARSETTIARTE
Milano, Via Della Spiga, 52, (Milano)
Milano, Via Della Spiga, 52, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10-13 e 15-19; lunedì ore 15-19
Vernissage
19 Aprile 2016, ore 17
Autore