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Giancarlo Bargoni – Dipinti ad olio e acquerelli dedicati a Tozeur
Giancarlo Bargoni torna ad esporre in Italia con un’importante mostra dei suoi famosi dipinti ad olio e la nuova serie di acquerelli dedicati a Tozeur.
Comunicato stampa
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L'ANIMA LUCENTE DELLE COSE
"Dipingere è amare ancora. Soltanto quando si guarda con gli occhi dell'amore si vede quel che il pittore vede. E il suo è un amore libero da ogni senso del possesso. Il pittore è costretto a condividere ciò che vede." (H. Miller)
"Da parecchi anni sono convinta che in molti luoghi viaggiare sia diventata una pratica ad excludendum: impossibile riuscire a comunicare davvero con l'altro, cioè capire nel profondo, spesso impossibile accettare, dunque si deve "sorvolare", nei casi migliori guardare guardare guardare.
E non rimanere uguali.
La meta resta dentro noi stessi. Questo instancabile io continua a cercarsi.
Ma, ed è inevitabile, anche l'altro ti guarda. Il paesaggio stesso ti guarda e ti interroga. Il pittore risponde con i colori, al meglio dei propri mezzi linguistici. Lì, in quell'ora, sotto quella luce.
Bargoni, che ha a lungo viaggiato alla ricerca dei pittori nei musei, sempre convinto che sia l'estetica l'anima vera della storia, cioè il filo d'Arianna del passato e del lontano, negli ultimi anni viaggia piuttosto alla ricerca della luce, perché è la luce l'anima vera della geografia.
Tozeur è una luce e un'atmosfera.
L'impressione immediata è stata di polvere e di sole. Al primo sguardo ogni cosa è apparsa sfuocata, confusa e sgranata di sabbia, come sovraesposta e appiattita. Ma già le luci della sera, i bianchi spogliati dal vento e il cielo scolpito di turchese hanno reso lo sguardo attento e curioso.
Il giorno seguente è venuta la rivelazione dei muri delle case di Ouled-el-Hadef, il quartiere antico della medina di Tozeur.
Qui i muri sono un ricamo raffinato: i mattoni, plasmati a mano e cotti nei forni tradizionali al legno di palma, hanno varie tonalità di colore. La dominante è un'ocra pallida, con una sfumatura appena più gialla della sabbia; essi, diversamente aggettanti verso la luce del sole, sono disposti a disegnare forme, geometrie, simboli e versetti come nella trama di una tessitura che si dipana ininterrotta lungo le piccole strade. La decorazione continua, sempre differente e vibrante alla luce, è immersa nel silenzio sospeso della medina, dove uno scorcio prospettico nuovo si apre ad ogni passo e una fuga di luce imprevista cattura lo sguardo; il tempo sembra rallentare, quasi per consentirti di mettere a fuoco i dettagli che emergono di volta in volta dagli angoli e dalle ombre, di sentire meglio questo straordinario silenzio impregnato di luce.
Senza soluzione di continuità le vie vanno a perdersi nell'oasi che circonda le case, dove i rami delle palme ricoprono di vivida ombra i sentieri, i fiori e i giardini dalle vibranti tonalità di Macke. Ogni stagione offre la propria gamma di colori dominanti fra le fioriture di mandorli e bouganvillee, tra l'iridescente fogliame dei banani, i germogli accesi dei fichi e gli intrecci grigi degli ulivi e delle tamerici...la geografia dell'Eden, insomma.
Più in là ancora la sabbia del deserto riveste di luce aspra la pianura, interrotta qua e là dalle verticali cromie degli accampamenti berberi, e costellata dai guizzi delle capre brune e d'avorio in uno sfondo di Music.
E infine l'orizzonte addirittura sprofonda nell'immensità indefinibile del Chott-el-Jerid, il lago salato che scavalca l'orizzonte, dove gli innumerevoli colori e i caleidoscopici riflessi dei cristalli del sale, delle ore, delle acque e delle montagne ammutoliscono la tavolozza in riflessi vaporosi di Turner.
E poi la luna, nelle sere di cobalto.
Tutto questo ci ha preso il cuore. Tutto questo abita gli acquerelli.
E' questo un posto, abbiamo capito, dove trovare un tronco di palma abbattuto o una panchina di pietra per posare disillusioni e stanchezze, dove liberarci di chiacchiere e cronache, dove cercare di diventare semplici.
Tozeur è allora una luce e un'atmosfera prima di essere un luogo.
E restano, sui muri delle case, le tracce di sogni, di ricordi e di valori più duraturi delle mie parole che cercano di descrivere e raccontare.
Intanto Bargoni dipinge sul motivo-luce apparentemente estraniato dalle persone e dal passato: questa messa in opera di una luce nuova ha modificato radicalmente il suo modo di sentire e quindi di lavorare. Gli acquerelli ritornano sempre più frequenti, come un continuo esercizio di approfondimento; i colori della nuova tavolozza hanno una terrosità tattile e intensa, gli elementi del paesaggio si compongono in libertà e, di fronte al suo guardare incondizionato, nuovi dettagli affiorano e risaltano. Per di più la luce di Tozeur, intrisa di sabbia, di ocre gialle chiare e di cadmio, è entrata con forza prorompente dentro i suoi ultimi quadri ad olio e li ha resi assolati, quasi accecanti.
Questi acquerelli sono dunque figli della luce, ma figli soprattutto di un'emozione amorosa, con quanto di nostalgia struggente l'amore sempre comporta; essi sono lontani dal fondo oscuro e dallo spirito guerriero quanto basta per illuminare, almeno per un attimo, l'impervio sentiero che emerge dal sottosuolo."
Brenda Bacigalupo febbraio 2011
"Dipingere è amare ancora. Soltanto quando si guarda con gli occhi dell'amore si vede quel che il pittore vede. E il suo è un amore libero da ogni senso del possesso. Il pittore è costretto a condividere ciò che vede." (H. Miller)
"Da parecchi anni sono convinta che in molti luoghi viaggiare sia diventata una pratica ad excludendum: impossibile riuscire a comunicare davvero con l'altro, cioè capire nel profondo, spesso impossibile accettare, dunque si deve "sorvolare", nei casi migliori guardare guardare guardare.
E non rimanere uguali.
La meta resta dentro noi stessi. Questo instancabile io continua a cercarsi.
Ma, ed è inevitabile, anche l'altro ti guarda. Il paesaggio stesso ti guarda e ti interroga. Il pittore risponde con i colori, al meglio dei propri mezzi linguistici. Lì, in quell'ora, sotto quella luce.
Bargoni, che ha a lungo viaggiato alla ricerca dei pittori nei musei, sempre convinto che sia l'estetica l'anima vera della storia, cioè il filo d'Arianna del passato e del lontano, negli ultimi anni viaggia piuttosto alla ricerca della luce, perché è la luce l'anima vera della geografia.
Tozeur è una luce e un'atmosfera.
L'impressione immediata è stata di polvere e di sole. Al primo sguardo ogni cosa è apparsa sfuocata, confusa e sgranata di sabbia, come sovraesposta e appiattita. Ma già le luci della sera, i bianchi spogliati dal vento e il cielo scolpito di turchese hanno reso lo sguardo attento e curioso.
Il giorno seguente è venuta la rivelazione dei muri delle case di Ouled-el-Hadef, il quartiere antico della medina di Tozeur.
Qui i muri sono un ricamo raffinato: i mattoni, plasmati a mano e cotti nei forni tradizionali al legno di palma, hanno varie tonalità di colore. La dominante è un'ocra pallida, con una sfumatura appena più gialla della sabbia; essi, diversamente aggettanti verso la luce del sole, sono disposti a disegnare forme, geometrie, simboli e versetti come nella trama di una tessitura che si dipana ininterrotta lungo le piccole strade. La decorazione continua, sempre differente e vibrante alla luce, è immersa nel silenzio sospeso della medina, dove uno scorcio prospettico nuovo si apre ad ogni passo e una fuga di luce imprevista cattura lo sguardo; il tempo sembra rallentare, quasi per consentirti di mettere a fuoco i dettagli che emergono di volta in volta dagli angoli e dalle ombre, di sentire meglio questo straordinario silenzio impregnato di luce.
Senza soluzione di continuità le vie vanno a perdersi nell'oasi che circonda le case, dove i rami delle palme ricoprono di vivida ombra i sentieri, i fiori e i giardini dalle vibranti tonalità di Macke. Ogni stagione offre la propria gamma di colori dominanti fra le fioriture di mandorli e bouganvillee, tra l'iridescente fogliame dei banani, i germogli accesi dei fichi e gli intrecci grigi degli ulivi e delle tamerici...la geografia dell'Eden, insomma.
Più in là ancora la sabbia del deserto riveste di luce aspra la pianura, interrotta qua e là dalle verticali cromie degli accampamenti berberi, e costellata dai guizzi delle capre brune e d'avorio in uno sfondo di Music.
E infine l'orizzonte addirittura sprofonda nell'immensità indefinibile del Chott-el-Jerid, il lago salato che scavalca l'orizzonte, dove gli innumerevoli colori e i caleidoscopici riflessi dei cristalli del sale, delle ore, delle acque e delle montagne ammutoliscono la tavolozza in riflessi vaporosi di Turner.
E poi la luna, nelle sere di cobalto.
Tutto questo ci ha preso il cuore. Tutto questo abita gli acquerelli.
E' questo un posto, abbiamo capito, dove trovare un tronco di palma abbattuto o una panchina di pietra per posare disillusioni e stanchezze, dove liberarci di chiacchiere e cronache, dove cercare di diventare semplici.
Tozeur è allora una luce e un'atmosfera prima di essere un luogo.
E restano, sui muri delle case, le tracce di sogni, di ricordi e di valori più duraturi delle mie parole che cercano di descrivere e raccontare.
Intanto Bargoni dipinge sul motivo-luce apparentemente estraniato dalle persone e dal passato: questa messa in opera di una luce nuova ha modificato radicalmente il suo modo di sentire e quindi di lavorare. Gli acquerelli ritornano sempre più frequenti, come un continuo esercizio di approfondimento; i colori della nuova tavolozza hanno una terrosità tattile e intensa, gli elementi del paesaggio si compongono in libertà e, di fronte al suo guardare incondizionato, nuovi dettagli affiorano e risaltano. Per di più la luce di Tozeur, intrisa di sabbia, di ocre gialle chiare e di cadmio, è entrata con forza prorompente dentro i suoi ultimi quadri ad olio e li ha resi assolati, quasi accecanti.
Questi acquerelli sono dunque figli della luce, ma figli soprattutto di un'emozione amorosa, con quanto di nostalgia struggente l'amore sempre comporta; essi sono lontani dal fondo oscuro e dallo spirito guerriero quanto basta per illuminare, almeno per un attimo, l'impervio sentiero che emerge dal sottosuolo."
Brenda Bacigalupo febbraio 2011
07
maggio 2011
Giancarlo Bargoni – Dipinti ad olio e acquerelli dedicati a Tozeur
Dal 07 al 29 maggio 2011
arte contemporanea
Location
DONDOLANDOARTE
Martignana Di Po, via Cadeferro, 11, (Cremona)
Martignana Di Po, via Cadeferro, 11, (Cremona)
Orario di apertura
dal giovedi alla domenica dalle ore 17.00 alle ore 20.00
Vernissage
7 Maggio 2011, ore 18.00
Autore