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Giancarlo Vitali – Ritratti di pollame, carne, rose e girasoli
Le 134 opere saranno divise in 11 sezioni – gli animali, le nature morte, i personaggi, le maschere, i fiori,… – “in un allestimento – afferma l’architetto Botta – che si articola fra gli ambienti interni ed esterni della nuova sede dell’ Associazione nazionale costruttori edili di Lecco, dove le figure di Vitali divengono personaggi che abitano gli spazi”.
Comunicato stampa
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Una grande rassegna di dipinti di Giancarlo Vitali voluta e organizzata da Ance Lecco (Associazione Nazionale Costruttori Edili), allestita da Mario Botta e curata da Carlo Bertelli sarà visitabile dal 15 marzo al 21 giugno 2008 nell’edificio di via Grandi a Lecco, progettato dallo stesso Botta e inaugurato in questa occasione.
Le 134 opere saranno divise in 11 sezioni – gli animali, le nature morte, i personaggi, le maschere, i fiori,… - “in un allestimento – afferma l’architetto Botta - che si articola fra gli ambienti interni ed esterni della nuova sede dell’ Associazione nazionale costruttori edili di Lecco, dove le figure di Vitali divengono personaggi che abitano gli spazi”.
Il catalogo è edito da Federico Motta Editore, con testi di Carlo Bertelli e di Mario Botta.
… chi altri potrebbe rientrare in un’elencazione di paragrafi intitolati: pollame, carne, rose e girasoli, quasi una lista di ciò che si trova al mercato? Sicché sin dalla prima battuta si coglie la particolarità di questo grande solitario. Questa elencazione, che sarebbe stata assolutamente impossibile con altri, lo diventa invece con Vitali perché ogni tema è stato da lui scrutato, esplorato e gustato in profondità, e ogni volta con l’animo puro di chi è disposto a farsi catturare dalla singolarità del soggetto, in un corpo a corpo tra la trasfigurazione pittorica e il dato naturale, o, in certi casi, in un dialogo serrato tra la memoria collettiva di certe situazioni e la loro evocazione in pittura.
(…) Vitali è a favore del tutto pieno, vuole la materia densa che non separa le figure dal fondo ma tutto unifica in un impasto spesso, grumoso, nel quale la luce entra drammaticamente a modellare i volumi e la materia, che il pennello depone sulla tela e si sfaccetta in brillii preziosi.
Nei dipinti di rose (ma li diresti “ritratti” di rose), il colore denso si carica d’una sensualità esplosiva e i lampi di luce, gli improvvisi riflessi, l’accostarsi di neri bituminosi e profondi a colori sontuosi, opulenti, fanno di ogni bouquet che appassisce un dramma, una storia, un paesaggio stregato.
I missoltini screziati hanno riflessi color rame. Appaiono nel buio come rivelati da una lampada notturna. Le acciughe si dispongono nel piatto come costole d’una conchiglia. Emanano riflessi azzurri e verdi. Invece la testa di un luccio ha ancora la ferocia di quando il predatore nuotava sbranando le sue vittime, crudele signore del lago. Non si pensa più a Varlin. Il nome che viene in mente è, se mai, quello di Soutine.
Mai un compiacimento. Bacon guardava gli animali squartati con il pensiero che anche noi, aperti, siamo fatti dentro della stessa materia di un coniglio o d’ un pollo. Così Vitali arriva a concepire il trittico del toro squartato, quasi santificando la vittima in questo antico schema dei dipinti d’altare”.
Carlo Bertelli, presentazione catalogo
Sono certo che l’umanità di quello sguardo di artista interpreta anche il mio sentimento, malgrado la distanza dei nostri mondi e il mio affannato correre continuo dentro la pochezza di ogni giorno.
A cosa serve un pittore? Forse semplicemente a permetterci di riconoscerci come parti di quei tratti, di quei colori.
C’è da rabbrividire di fronte ad alcuni affondi pittorici penetrati nelle pieghe più nascoste delle figure, nei lineamenti dei volti e dei corpi, nella struttura della materia, nel dolore della carne.
Vitali dipinge emozioni nelle quali ci identifichiamo; forse per questo la sua contiguità rispetto al territorio ci appare amica, forte e presente molto più che in altri pittori.
Giancarlo Vitali è uomo lombardo, figlio della grande tradizione figurativa delle prealpi (Cerano, Morazzone, Procaccini, Morlotti), dove le figure sono parti che interagiscono in totale osmosi con la luce e le configurazioni della geografia, dove le masse potenti dei monti approdano sui piani orizzontali delle acque dei laghi; per questo è impossibile immaginare il nostro pittore al di fuori di questo contesto.
(…) La pittura di Vitali dentro il suo naturale territorio storico-geografico invita coloro che ancora possiedono, il sentimento e l’umiltà dello sguardo non solo a “guardare” ma anche a “vedere” e a lasciarsi coinvolgere da nuove emozioni: la pittura, in totale simbiosi con la propria storia, trova in quel paesaggio e in quella luce una nuova pace dentro la trama della tela, un fiore appena velato ai nostri occhi da una struggente malinconia.
Mario Botta, presentazione catalogo
Dal 14 marzo la mostra sarà on line all’indirizzo www.giancarlovitali.com
Le 134 opere saranno divise in 11 sezioni – gli animali, le nature morte, i personaggi, le maschere, i fiori,… - “in un allestimento – afferma l’architetto Botta - che si articola fra gli ambienti interni ed esterni della nuova sede dell’ Associazione nazionale costruttori edili di Lecco, dove le figure di Vitali divengono personaggi che abitano gli spazi”.
Il catalogo è edito da Federico Motta Editore, con testi di Carlo Bertelli e di Mario Botta.
… chi altri potrebbe rientrare in un’elencazione di paragrafi intitolati: pollame, carne, rose e girasoli, quasi una lista di ciò che si trova al mercato? Sicché sin dalla prima battuta si coglie la particolarità di questo grande solitario. Questa elencazione, che sarebbe stata assolutamente impossibile con altri, lo diventa invece con Vitali perché ogni tema è stato da lui scrutato, esplorato e gustato in profondità, e ogni volta con l’animo puro di chi è disposto a farsi catturare dalla singolarità del soggetto, in un corpo a corpo tra la trasfigurazione pittorica e il dato naturale, o, in certi casi, in un dialogo serrato tra la memoria collettiva di certe situazioni e la loro evocazione in pittura.
(…) Vitali è a favore del tutto pieno, vuole la materia densa che non separa le figure dal fondo ma tutto unifica in un impasto spesso, grumoso, nel quale la luce entra drammaticamente a modellare i volumi e la materia, che il pennello depone sulla tela e si sfaccetta in brillii preziosi.
Nei dipinti di rose (ma li diresti “ritratti” di rose), il colore denso si carica d’una sensualità esplosiva e i lampi di luce, gli improvvisi riflessi, l’accostarsi di neri bituminosi e profondi a colori sontuosi, opulenti, fanno di ogni bouquet che appassisce un dramma, una storia, un paesaggio stregato.
I missoltini screziati hanno riflessi color rame. Appaiono nel buio come rivelati da una lampada notturna. Le acciughe si dispongono nel piatto come costole d’una conchiglia. Emanano riflessi azzurri e verdi. Invece la testa di un luccio ha ancora la ferocia di quando il predatore nuotava sbranando le sue vittime, crudele signore del lago. Non si pensa più a Varlin. Il nome che viene in mente è, se mai, quello di Soutine.
Mai un compiacimento. Bacon guardava gli animali squartati con il pensiero che anche noi, aperti, siamo fatti dentro della stessa materia di un coniglio o d’ un pollo. Così Vitali arriva a concepire il trittico del toro squartato, quasi santificando la vittima in questo antico schema dei dipinti d’altare”.
Carlo Bertelli, presentazione catalogo
Sono certo che l’umanità di quello sguardo di artista interpreta anche il mio sentimento, malgrado la distanza dei nostri mondi e il mio affannato correre continuo dentro la pochezza di ogni giorno.
A cosa serve un pittore? Forse semplicemente a permetterci di riconoscerci come parti di quei tratti, di quei colori.
C’è da rabbrividire di fronte ad alcuni affondi pittorici penetrati nelle pieghe più nascoste delle figure, nei lineamenti dei volti e dei corpi, nella struttura della materia, nel dolore della carne.
Vitali dipinge emozioni nelle quali ci identifichiamo; forse per questo la sua contiguità rispetto al territorio ci appare amica, forte e presente molto più che in altri pittori.
Giancarlo Vitali è uomo lombardo, figlio della grande tradizione figurativa delle prealpi (Cerano, Morazzone, Procaccini, Morlotti), dove le figure sono parti che interagiscono in totale osmosi con la luce e le configurazioni della geografia, dove le masse potenti dei monti approdano sui piani orizzontali delle acque dei laghi; per questo è impossibile immaginare il nostro pittore al di fuori di questo contesto.
(…) La pittura di Vitali dentro il suo naturale territorio storico-geografico invita coloro che ancora possiedono, il sentimento e l’umiltà dello sguardo non solo a “guardare” ma anche a “vedere” e a lasciarsi coinvolgere da nuove emozioni: la pittura, in totale simbiosi con la propria storia, trova in quel paesaggio e in quella luce una nuova pace dentro la trama della tela, un fiore appena velato ai nostri occhi da una struggente malinconia.
Mario Botta, presentazione catalogo
Dal 14 marzo la mostra sarà on line all’indirizzo www.giancarlovitali.com
14
marzo 2008
Giancarlo Vitali – Ritratti di pollame, carne, rose e girasoli
Dal 14 marzo al 21 giugno 2008
arte contemporanea
Location
ANCE LECCO
Lecco, Via Achille Grandi, (Lecco)
Lecco, Via Achille Grandi, (Lecco)
Orario di apertura
Da lunedì a venerdì: ore 10-18; sabato e domenica: ore 11-18
Vernissage
14 Marzo 2008, ore 17
Sito web
www.giancarlovitali.com
Editore
24 ORE CULTURA
Autore
Curatore