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Gianfranco Giorni – Sculture
Il percorso espositivo, costituito da circa venti sculture di varie dimensioni, ripercorre l’itinerario creativo di un artista che, elaborando un linguaggio figurativo personale e riconoscibile, ha proposto in chiave attuale il tema della classicità, sulla scia di grandi maestri moderni e contemporanei, da Donatello a Henry Moore
Comunicato stampa
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La personale “Gianfranco Giorni – Sculture”, aperta al pubblico dal 21 novembre al 9 dicembre 2007 presso la Sala Giubileo del Vittoriano, con inaugurazione alle ore 18.30, presenta una significativa antologia di opere dell’artista toscano, una produzione che parte dagli anni Settanta e giunge fino al 2007. Il percorso espositivo, costituito da circa venti sculture di varie dimensioni, ripercorre l'itinerario creativo di un artista che, elaborando un linguaggio figurativo personale e riconoscibile, ha proposto in chiave attuale il tema della classicità, sulla scia di grandi maestri moderni e contemporanei, da Donatello a Henry Moore.
Sempre il 21 novembre dalle ore 11, presso la Sala Giubileo del Vittoriano, sarà possibile effettuare una visita alla mostra riservata a giornalisti e organi di informazione alla presenza dell’artista.
La mostra si avvale del Patrocinio del Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, della Regione Lazio, Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport. La realizzazione e organizzazione è a cura di Comunicare Organizzando.
La mostra
Filo conduttore della produzione artistica di Giorni è la ricerca plastica attorno alla figura umana, vista sotto vari profili (ora in forma di allegoria, ora alle prese con gesti quotidiani eppure mai banali), avvalendosi di materiali diversi (bronzo, ceramica, legno, terracotta), plasmati con leggerezza ed eleganza.
Proprio la manualità è uno degli aspetti salienti del modus operandi di Giorni, abituato da sempre a mantenere un rapporto strettissimo fra sé e le opere; lavori che passano attraverso le sue mani in tutte le fasi della creazione artistica, dalla realizzazione dei bozzetti fino all’ultima lucidatura.
Ne risulta uno stile elaborato personalmente, caratterizzato dall’alternanza di superfici ruvide e . levigate.
Il linguaggio figurativo di Giorni è legato alla volontà dell’artista di entrare in relazione con ogni tipo
di sensibilità, senza fraintendimenti o dubbi interpretativi da parte di chi osserva l’opera.
Per questo il suo soggetto preferito è la figura umana, raffigurata in diversi atteggiamenti e situazioni: bambini che giocano, donne e uomini colti in stati d’animo di gioia o malinconia, suonatori di strumenti, allegorie di virtù, personaggi ispirati ai testi sacri, sempre rappresentati con grande dignità e con uno sguardo laico che ne esalta la carica umana al di là del valore religioso.
Anche dai titoli si riscontra una grande attenzione alla dimensione umana, nella sua sofferenza e slancio vitale: tra quelli presenti in mostra spiccano “La malinconia”, “Bimbo che esulta”, “La temperanza”, “L’attesa”, “Resurrezione”, “Suonatrice di flauto”.
Ma Giorni rivolge il proprio sguardo anche al mondo animale, cui attribuisce una sensibilità vicino all’animo umano: trovano spazio nell’esposizione, fra gli altri, “Luca con colombo”, “Cane”, “Colombi sul ramo”.
Scrive di lui Attilio Brilli: “Giorni opera da tempo un singolare recupero della tradizione classica intonandola ad esperienze moderniste che gli appaiono particolarmente congeniali[…]. Il suo linguaggio figurativo predilige un’elaborazione plastica che si esprime in vaste campiture di colore, in superfici tese, in svecchiature cromatiche quasi puristiche. Alla grazia severa delle sue figure e delle composizioni figurali contribuisce il rigore di una trattazione plastica che, nella concentrazione formale, ha fatto propria una tradizione dalle lontane radici quattrocentesche…”.
L’artista
Gianfranco Giorni nasce ad Anghiari, in provincia di Arezzo, nel 1948. All’inizio della sua carriera, dopo gli studi ad indirizzo artistico, si dedica per alcuni anni alla professione di intagliatore di legno e ad un’attenta e continua ricerca nei vari ambiti del linguaggio artistico partendo dalla pittura: poco dopo si avvicinerà alla forma espressiva prediletta, la scultura. La sua prima personale è del 1973, presso la galleria “Linea 70” a S.Sepolcro (provincia di Arezzo). Fin da subito è riconoscibile la sua cifra stilistica, caratterizzata dal ricorso ad un linguaggio figurativo con soggetti dai corpi assimilabili a forme geometriche e dai volti abbozzati. Stile cui rimarrà fedele nel corso della propria produzione plastica e che troverà riscontro nella vasta attività espositiva fra cui spiccano la mostra tenutasi a Spoleto in occasione del “Festival dei due mondi” (1977) ed altre personali nelle gallerie delle principali città italiane (Milano, Firenze, Bologna) ed estere (partecipa nel 1988 alla mostra internazionale dedicata ad opere di piccolo formato presso la “Del Bello Gallery” di Toronto, e ad altre collettive a Cannes, al “Palais des festivals” nel 2002 e alla galleria “Le Lac” di Lugano), cui seguiranno numerose commissioni per opere in spazi pubblici.
Giorni attualmente vive e lavora nella nativa Anghiari, dove esercita la professione di docente di “discipline plastiche” presso il liceo artistico “Giovagnoli”.
Sempre il 21 novembre dalle ore 11, presso la Sala Giubileo del Vittoriano, sarà possibile effettuare una visita alla mostra riservata a giornalisti e organi di informazione alla presenza dell’artista.
La mostra si avvale del Patrocinio del Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, della Regione Lazio, Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport. La realizzazione e organizzazione è a cura di Comunicare Organizzando.
La mostra
Filo conduttore della produzione artistica di Giorni è la ricerca plastica attorno alla figura umana, vista sotto vari profili (ora in forma di allegoria, ora alle prese con gesti quotidiani eppure mai banali), avvalendosi di materiali diversi (bronzo, ceramica, legno, terracotta), plasmati con leggerezza ed eleganza.
Proprio la manualità è uno degli aspetti salienti del modus operandi di Giorni, abituato da sempre a mantenere un rapporto strettissimo fra sé e le opere; lavori che passano attraverso le sue mani in tutte le fasi della creazione artistica, dalla realizzazione dei bozzetti fino all’ultima lucidatura.
Ne risulta uno stile elaborato personalmente, caratterizzato dall’alternanza di superfici ruvide e . levigate.
Il linguaggio figurativo di Giorni è legato alla volontà dell’artista di entrare in relazione con ogni tipo
di sensibilità, senza fraintendimenti o dubbi interpretativi da parte di chi osserva l’opera.
Per questo il suo soggetto preferito è la figura umana, raffigurata in diversi atteggiamenti e situazioni: bambini che giocano, donne e uomini colti in stati d’animo di gioia o malinconia, suonatori di strumenti, allegorie di virtù, personaggi ispirati ai testi sacri, sempre rappresentati con grande dignità e con uno sguardo laico che ne esalta la carica umana al di là del valore religioso.
Anche dai titoli si riscontra una grande attenzione alla dimensione umana, nella sua sofferenza e slancio vitale: tra quelli presenti in mostra spiccano “La malinconia”, “Bimbo che esulta”, “La temperanza”, “L’attesa”, “Resurrezione”, “Suonatrice di flauto”.
Ma Giorni rivolge il proprio sguardo anche al mondo animale, cui attribuisce una sensibilità vicino all’animo umano: trovano spazio nell’esposizione, fra gli altri, “Luca con colombo”, “Cane”, “Colombi sul ramo”.
Scrive di lui Attilio Brilli: “Giorni opera da tempo un singolare recupero della tradizione classica intonandola ad esperienze moderniste che gli appaiono particolarmente congeniali[…]. Il suo linguaggio figurativo predilige un’elaborazione plastica che si esprime in vaste campiture di colore, in superfici tese, in svecchiature cromatiche quasi puristiche. Alla grazia severa delle sue figure e delle composizioni figurali contribuisce il rigore di una trattazione plastica che, nella concentrazione formale, ha fatto propria una tradizione dalle lontane radici quattrocentesche…”.
L’artista
Gianfranco Giorni nasce ad Anghiari, in provincia di Arezzo, nel 1948. All’inizio della sua carriera, dopo gli studi ad indirizzo artistico, si dedica per alcuni anni alla professione di intagliatore di legno e ad un’attenta e continua ricerca nei vari ambiti del linguaggio artistico partendo dalla pittura: poco dopo si avvicinerà alla forma espressiva prediletta, la scultura. La sua prima personale è del 1973, presso la galleria “Linea 70” a S.Sepolcro (provincia di Arezzo). Fin da subito è riconoscibile la sua cifra stilistica, caratterizzata dal ricorso ad un linguaggio figurativo con soggetti dai corpi assimilabili a forme geometriche e dai volti abbozzati. Stile cui rimarrà fedele nel corso della propria produzione plastica e che troverà riscontro nella vasta attività espositiva fra cui spiccano la mostra tenutasi a Spoleto in occasione del “Festival dei due mondi” (1977) ed altre personali nelle gallerie delle principali città italiane (Milano, Firenze, Bologna) ed estere (partecipa nel 1988 alla mostra internazionale dedicata ad opere di piccolo formato presso la “Del Bello Gallery” di Toronto, e ad altre collettive a Cannes, al “Palais des festivals” nel 2002 e alla galleria “Le Lac” di Lugano), cui seguiranno numerose commissioni per opere in spazi pubblici.
Giorni attualmente vive e lavora nella nativa Anghiari, dove esercita la professione di docente di “discipline plastiche” presso il liceo artistico “Giovagnoli”.
21
novembre 2007
Gianfranco Giorni – Sculture
Dal 21 novembre 2007 al 06 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
COMPLESSO DEL VITTORIANO
Roma, Via Di San Pietro In Carcere, (Roma)
Roma, Via Di San Pietro In Carcere, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 19.30. L’ingresso è consentito fino a 30 minuti prima dell’orario di chiusura
Vernissage
21 Novembre 2007, ore 18.30
Autore