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Gianfranco Notargiacomo – Le nostre divergenze 1971-2009
Dopo trentotto anni la Galleria Nazionale d’Arte Moderna ripropone la prima mostra di Gianfranco Notargiacomo presentata a Roma presso la Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis nel 1971. Intitolata Le nostre divergenze, l’istallazione viene riproposta a cura di Mariastella Margozzi, nella Sala delle Colonne della Galleria, dove si assiepano i piccoli omini in Pongo, seduti, in piedi, sdraiati, tutti in un muto ma coinvolgente colloquio con lo spettatore, chiamato a partecipare a questa silenziosa adunata.
Comunicato stampa
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Dopo trentotto anni la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea ripropone la prima mostra di Gianfranco Notargiacomo, presentata a Roma presso la Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis nel 1971.
Recensita allora dall’International Herald Tribune come “the most surprising show” (Edith Schloss), l’installazione, sperimentale e davvero anticipatrice, prevedeva oltre duecento omìni in plastilina colorata che invadevano l’intero ambiente della galleria, atteggiati in una molteplicità di pose, occupando non solo il pavimento, ma anche ogni altro spazio disponibile, pareti, finestre.
Intitolata Le nostre divergenze, l’istallazione viene riproposta a cura di Mariastella Margozzi, nella Sala delle colonne della Galleria Nazionale, nella quale si assieperanno i piccoli omìni in Pongo, seduti, in piedi, sdraiati, tutti in muto ma coinvolgente colloquio con lo spettatore, chiamato a partecipare a questa silenziosa adunata.
Le posizioni dei duecento omìni, oggi come allora, li differenziano a tal punto l’uno dall’altro da annullare il loro aspetto identico e volutamente omologato anche nei volti e nelle teste e contribuiscono a connotare non una massa inerte, ma una moltitudine diversificata di individui.
L’artista non ha plasmato un materiale tradizionale della scultura, ma un materiale nuovo, la plastilina colorata, riuscendo a sublimare il gesto semplice di replicare il mondo a proprio piacimento.
Il rifare di Notargiacomo non è solo un semplice riprodurre, ma azione che investe in pieno il processo creativo e che necessariamente si avvale di tutta l’esperienza estetica fin qui condotta dall’artista.
Gianfranco Notargiacomo ha sempre lavorato sul filo di una frontiera sperimentale che lo ha portato ad abbreviare i tempi, giungendo alla pittura già nel 1973 con i suoi Autoritratti, esposti alla Galleria La Salita, e l’anno successivo con i ritratti di filosofi presentati alla Galleria La Tartaruga in Storia privata della filosofia.
Da allora l’opera dell’artista, nel corso degli anni, è stata caratterizzata da una energia sempre più intensa, presente nei cicli pittorici di Tempesta e Assalto e nelle sue sculture, i Takète, nei quali si riconosce un unico procedimento creativo. La stessa energia, veicolata dalla materia e dal colore vibrante è evidente anche nell’uso pittorico della plastilina colorata, il Pongo, che nella installazione de Le nostre divergenze sostituisce in tutto la pennellata.
Il catalogo, edito da Electa, riunisce i contributi di Mariastella Margozzi, Luigi Ficacci, Giacomo Marramao e Barbara Martusciello. Il progetto dell’allestimento è stato realizzato da Giusto Puri Purini.
Light Designer Filippo Cannata.
Recensita allora dall’International Herald Tribune come “the most surprising show” (Edith Schloss), l’installazione, sperimentale e davvero anticipatrice, prevedeva oltre duecento omìni in plastilina colorata che invadevano l’intero ambiente della galleria, atteggiati in una molteplicità di pose, occupando non solo il pavimento, ma anche ogni altro spazio disponibile, pareti, finestre.
Intitolata Le nostre divergenze, l’istallazione viene riproposta a cura di Mariastella Margozzi, nella Sala delle colonne della Galleria Nazionale, nella quale si assieperanno i piccoli omìni in Pongo, seduti, in piedi, sdraiati, tutti in muto ma coinvolgente colloquio con lo spettatore, chiamato a partecipare a questa silenziosa adunata.
Le posizioni dei duecento omìni, oggi come allora, li differenziano a tal punto l’uno dall’altro da annullare il loro aspetto identico e volutamente omologato anche nei volti e nelle teste e contribuiscono a connotare non una massa inerte, ma una moltitudine diversificata di individui.
L’artista non ha plasmato un materiale tradizionale della scultura, ma un materiale nuovo, la plastilina colorata, riuscendo a sublimare il gesto semplice di replicare il mondo a proprio piacimento.
Il rifare di Notargiacomo non è solo un semplice riprodurre, ma azione che investe in pieno il processo creativo e che necessariamente si avvale di tutta l’esperienza estetica fin qui condotta dall’artista.
Gianfranco Notargiacomo ha sempre lavorato sul filo di una frontiera sperimentale che lo ha portato ad abbreviare i tempi, giungendo alla pittura già nel 1973 con i suoi Autoritratti, esposti alla Galleria La Salita, e l’anno successivo con i ritratti di filosofi presentati alla Galleria La Tartaruga in Storia privata della filosofia.
Da allora l’opera dell’artista, nel corso degli anni, è stata caratterizzata da una energia sempre più intensa, presente nei cicli pittorici di Tempesta e Assalto e nelle sue sculture, i Takète, nei quali si riconosce un unico procedimento creativo. La stessa energia, veicolata dalla materia e dal colore vibrante è evidente anche nell’uso pittorico della plastilina colorata, il Pongo, che nella installazione de Le nostre divergenze sostituisce in tutto la pennellata.
Il catalogo, edito da Electa, riunisce i contributi di Mariastella Margozzi, Luigi Ficacci, Giacomo Marramao e Barbara Martusciello. Il progetto dell’allestimento è stato realizzato da Giusto Puri Purini.
Light Designer Filippo Cannata.
12
novembre 2009
Gianfranco Notargiacomo – Le nostre divergenze 1971-2009
Dal 12 novembre all'otto dicembre 2009
arte contemporanea
Location
Vernissage
12 Novembre 2009, alle ore 18.00
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
ELECTA
Autore
Curatore