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Gianna Scoino – Spose di guerra
Il progetto nasce all’interno di un luogo deputato all’IDEAZIONE DONNA nel contesto espressivo sul tema “ il genere femminile in relazione alla guerra”.
Comunicato stampa
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Il progetto nasce all’interno di un luogo deputato all’IDEAZIONE DONNA nel contesto espressivo sul tema “ il genere femminile in relazione alla guerra”.
Coordinato dall’esperta di storia del teatro, prof. Patrizia Creati questo percorso di riflessione e di analisi ha avuto la sua sintesi nello spettacolo teatrale “Le Madri e la Guerra” già rappresentato in alcuni luoghi e teatri particolarmente emozionanti della Toscana.
Alla suggestione drammaturgica il progetto prevede un ulteriore punto di vista sullo stesso tema. Il punto di vista di Gianna Scoino, artista contemporanea che sullo “Sguardo crudele” e sulle “Spose di guerra” lavora da anni, cercando di farsi testimone di un mondo muto e cieco nei confronti dell’umanità dolente. Con gestualità rituale l’artista crea e dedica periodicamente le sue Spose come reliquie al sacrificio non voluto ma subito di tutte le donne. Le opere tridimensionali raffigurano il calco in garza del suo busto con ampie gonne di tessuto bianco leggero con scritte a mano..
Ed è lo sguardo dolente che impernia la palingenesi espressiva delle Letture e delle Opere esposte
Diversa la modalità di comunicare, ma identica e profonda la sofferenza.
Nella lettura dei brani scelti le attrici danno voce al dolore di Ecuba, di Maria, di Madre Courage, delle madri di Plaza De Mayo, di Cindy Shane, di Maria Elena Moyano.
Gianna Scoino, nelle sue ultime opere, copre il suo volto, quindi il suo sguardo, con le mani a denunciare l’indifferenza e la crudeltà di chi non vuol sentire , di “uno sguardo che non vede”.
La ricerca teatrale intrapresa nell’ottobre del 2006 dal gruppo “donne e teatro” ha visto una serie di incontri in cui si sono indagate le problematiche delle figure femminili, in particolare delle madri che, accomunate dalla perdita dei figli in guerra, pur in tempi e contesti diversi, manifestano tratti comuni e peculiarità. La peculiarità dello sguardo dolente che riconosce un identico dolore. Madri che “rifiutano in sé l’atto distruttivo della vita di coloro che hanno nutrito…” che non comprendono e che pongono strazianti domande ai potenti che non rispondono.
Questo grido di dolore travalica il tempo esprimendosi nelle urla di Ecuba contro i vincitori, nella disperazione di Maria, la Madre di Dio che attraverso le parole di Jacopone Da Todi (200 dc) esalta un dolore umano per la morte del figlio, nelle indimenticabili versi di Madre Courage di Bertold Brecht (guerra dei trent’anni), attraverso le richieste delle Madri di Plaza De Mayo in Argentina per i loro desaparecidos, fino a Cindy Shane che chiede un perché sulla morte in Iraq del figlio e Maria Elena Moyano.
Cambia il mondo, il contesto politico, sociale e culturale ma il dolore permane, “…un’ identica condanna, alta, forte e chiara della guerra..” di ogni guerra e di ogni persecuzione “oggi e sempre”
Il 6 maggio ore 21 si terrà al Giardino Dei Ciliegi un dibattito sull’evento proposto e sulle riflessioni da esso scaturite
Palingenesi
Sillabazione/Fonetica [pa-lin-gè-ne-Si]
Etimologia Dal lat. tardo palingenesi°a(m), che è dal gr. palinghenesía 'ritorno alla vita, rigenerazione', comp. di pálin 'di nuovo' e ghénesis 'nascita'
Vedi Sinonimi e contrari
Definizione s. f.
1 secondo talune concezioni religiose e filosofiche, la rinascita dell'uomo dopo la morte (palingenesi individuale) o la ricostituzione del mondo dopo la sua distruzione (palingenesi cosmica)
2 (estens. lett.) rinnovamento profondo; rigenerazione, rinascita
3 (geol.) formazione di magmi secondari in seguito a fusione di rocce eruttive.
Coordinato dall’esperta di storia del teatro, prof. Patrizia Creati questo percorso di riflessione e di analisi ha avuto la sua sintesi nello spettacolo teatrale “Le Madri e la Guerra” già rappresentato in alcuni luoghi e teatri particolarmente emozionanti della Toscana.
Alla suggestione drammaturgica il progetto prevede un ulteriore punto di vista sullo stesso tema. Il punto di vista di Gianna Scoino, artista contemporanea che sullo “Sguardo crudele” e sulle “Spose di guerra” lavora da anni, cercando di farsi testimone di un mondo muto e cieco nei confronti dell’umanità dolente. Con gestualità rituale l’artista crea e dedica periodicamente le sue Spose come reliquie al sacrificio non voluto ma subito di tutte le donne. Le opere tridimensionali raffigurano il calco in garza del suo busto con ampie gonne di tessuto bianco leggero con scritte a mano..
Ed è lo sguardo dolente che impernia la palingenesi espressiva delle Letture e delle Opere esposte
Diversa la modalità di comunicare, ma identica e profonda la sofferenza.
Nella lettura dei brani scelti le attrici danno voce al dolore di Ecuba, di Maria, di Madre Courage, delle madri di Plaza De Mayo, di Cindy Shane, di Maria Elena Moyano.
Gianna Scoino, nelle sue ultime opere, copre il suo volto, quindi il suo sguardo, con le mani a denunciare l’indifferenza e la crudeltà di chi non vuol sentire , di “uno sguardo che non vede”.
La ricerca teatrale intrapresa nell’ottobre del 2006 dal gruppo “donne e teatro” ha visto una serie di incontri in cui si sono indagate le problematiche delle figure femminili, in particolare delle madri che, accomunate dalla perdita dei figli in guerra, pur in tempi e contesti diversi, manifestano tratti comuni e peculiarità. La peculiarità dello sguardo dolente che riconosce un identico dolore. Madri che “rifiutano in sé l’atto distruttivo della vita di coloro che hanno nutrito…” che non comprendono e che pongono strazianti domande ai potenti che non rispondono.
Questo grido di dolore travalica il tempo esprimendosi nelle urla di Ecuba contro i vincitori, nella disperazione di Maria, la Madre di Dio che attraverso le parole di Jacopone Da Todi (200 dc) esalta un dolore umano per la morte del figlio, nelle indimenticabili versi di Madre Courage di Bertold Brecht (guerra dei trent’anni), attraverso le richieste delle Madri di Plaza De Mayo in Argentina per i loro desaparecidos, fino a Cindy Shane che chiede un perché sulla morte in Iraq del figlio e Maria Elena Moyano.
Cambia il mondo, il contesto politico, sociale e culturale ma il dolore permane, “…un’ identica condanna, alta, forte e chiara della guerra..” di ogni guerra e di ogni persecuzione “oggi e sempre”
Il 6 maggio ore 21 si terrà al Giardino Dei Ciliegi un dibattito sull’evento proposto e sulle riflessioni da esso scaturite
Palingenesi
Sillabazione/Fonetica [pa-lin-gè-ne-Si]
Etimologia Dal lat. tardo palingenesi°a(m), che è dal gr. palinghenesía 'ritorno alla vita, rigenerazione', comp. di pálin 'di nuovo' e ghénesis 'nascita'
Vedi Sinonimi e contrari
Definizione s. f.
1 secondo talune concezioni religiose e filosofiche, la rinascita dell'uomo dopo la morte (palingenesi individuale) o la ricostituzione del mondo dopo la sua distruzione (palingenesi cosmica)
2 (estens. lett.) rinnovamento profondo; rigenerazione, rinascita
3 (geol.) formazione di magmi secondari in seguito a fusione di rocce eruttive.
Gianna Scoino – Spose di guerra
Fino al 09 maggio 2008
arte contemporanea
Location
IL GIARDINO DEI CILIEGI
Firenze, Via Dell'agnolo, 5, (Firenze)
Firenze, Via Dell'agnolo, 5, (Firenze)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle ore 15.00 alle 18.00 o su prenotazione
Vernissage
30 Novembre -0001, ore 20
Autore
Curatore