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Gianni Guidi – Cambiare la pelle
2a mostra del Trittico – Da tempo in Galleria si propongono le “contaminazioni”, il progetto di Bonora, Guidi e Zanni in questa occasione vuole rispettare rigorosamente i confini di una precisa disciplina: quella della terracotta.
Comunicato stampa
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Le opere esposte di Guidi fanno parte dell'ultima ricerca poetica. Tuttavia sono riscontrabili i riferimenti all'enorme valore mitico-simbolico delle metamorfosi animali che da sempre costituiscono gran parte dei soggetti del suo lavoro. //
da: Jean Clair, L’inverno della cultura, Skira, Milano 2011.
Se in pittura, in scultura, non esiste più un’”arte sacra” ma tutt’al più, nella prosecuzione di Dada e del surrealismo, una pratica lancinante di propositi sacrilegi, esiste però ancora una musica sacra: giovani compositori scrivono messe, requiem, opere metafisiche. La danza, poi, forse non è mai stata così bella, affascinante, aerea. E ciò grazie a una perfezione fisica che poche epoche hanno conosciuto dopo la Grecia: corpi eleganti, muscolosi, agili plasmati dallo sport, dalle diete, dall’allenamento. Niente è più bello di certi balletti moderni. [...]
La ragione è facile da capire: c’è in queste discipline - la parola riacquista il proprio senso – un mestiere, una padronanza del corpo appresa con un lungo lavoro, una tecnica particolare, insegnata e trasmessa anno dopo anno. Non c’è invece né mestiere né maestria nelle arti plastiche. Non può esserci una master class in pittura, perchè non ci sono più maestri. Una volta il pittore era aiutato dai suoi allievi, dagli apprendisti, aiutanti che preparavano i pigmenti e i supporti, completavano e talvolta copiavano i suoi quadri. Ma cosa si può mai insegnare oggi nelle scuole d’arte – che non hanno più niente da trasmettere – se non i trucchi, non certo del saper-fare di un mestiere bensì del saper-vendere di un mercato. [...]
C’è una ragione per questo diverso destino: le arti del corpo e della voce, nelle quali la perfezione fisica salta agli occhi o alle orecchie, sono arti della realizzazione, performing art. Quando sono in scena creano degli eventi; una sorta di circolazione verticale che per qualche istante viene a stabilirsi fra il luogo e il momento trascinando con sé nello slancio lo spettatore o l’ascoltatore. [...]
Nostalgica di questa presenza hic et nunc, l’arte contemporanea ha voluto trasformarsi anch’essa in evento, dai drippings di Pollock agli happenings, dagli happenings alle performances, dalle performances alle “azioni”, agli events e agli environments, opere effimere, opere autodistruttrici, installazioni temporanee ...Tutto piuttosto che creare qualcosa di concreto.
Questo panorama ricorda l’annaspare di un uomo che si dibatte nell’acqua con gesti sempre più disordinati fino ad annegare. L’”arte contemporanea” è il racconto di un naufragio e di una scomparsa.
da: Jean Clair, L’inverno della cultura, Skira, Milano 2011.
Se in pittura, in scultura, non esiste più un’”arte sacra” ma tutt’al più, nella prosecuzione di Dada e del surrealismo, una pratica lancinante di propositi sacrilegi, esiste però ancora una musica sacra: giovani compositori scrivono messe, requiem, opere metafisiche. La danza, poi, forse non è mai stata così bella, affascinante, aerea. E ciò grazie a una perfezione fisica che poche epoche hanno conosciuto dopo la Grecia: corpi eleganti, muscolosi, agili plasmati dallo sport, dalle diete, dall’allenamento. Niente è più bello di certi balletti moderni. [...]
La ragione è facile da capire: c’è in queste discipline - la parola riacquista il proprio senso – un mestiere, una padronanza del corpo appresa con un lungo lavoro, una tecnica particolare, insegnata e trasmessa anno dopo anno. Non c’è invece né mestiere né maestria nelle arti plastiche. Non può esserci una master class in pittura, perchè non ci sono più maestri. Una volta il pittore era aiutato dai suoi allievi, dagli apprendisti, aiutanti che preparavano i pigmenti e i supporti, completavano e talvolta copiavano i suoi quadri. Ma cosa si può mai insegnare oggi nelle scuole d’arte – che non hanno più niente da trasmettere – se non i trucchi, non certo del saper-fare di un mestiere bensì del saper-vendere di un mercato. [...]
C’è una ragione per questo diverso destino: le arti del corpo e della voce, nelle quali la perfezione fisica salta agli occhi o alle orecchie, sono arti della realizzazione, performing art. Quando sono in scena creano degli eventi; una sorta di circolazione verticale che per qualche istante viene a stabilirsi fra il luogo e il momento trascinando con sé nello slancio lo spettatore o l’ascoltatore. [...]
Nostalgica di questa presenza hic et nunc, l’arte contemporanea ha voluto trasformarsi anch’essa in evento, dai drippings di Pollock agli happenings, dagli happenings alle performances, dalle performances alle “azioni”, agli events e agli environments, opere effimere, opere autodistruttrici, installazioni temporanee ...Tutto piuttosto che creare qualcosa di concreto.
Questo panorama ricorda l’annaspare di un uomo che si dibatte nell’acqua con gesti sempre più disordinati fino ad annegare. L’”arte contemporanea” è il racconto di un naufragio e di una scomparsa.
28
febbraio 2012
Gianni Guidi – Cambiare la pelle
Dal 28 febbraio al 04 marzo 2012
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 17.00-20.00; sabato e festivi 11.00-12.30 / 17.00-20.00 - lunedì chiuso
Vernissage
28 Febbraio 2012, ore 18.00
Autore
Curatore