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Gigino Falconi – Melanconia dell’immagine
Le opere in mostra detengono una risonante potenza narrativa, sono realizzate con una tavolozza chiara ed eterea e mettono in risalto atmosfere oniriche. Il mondo dei simboli e dei desideri acquistano consistenza, diventano materia vivente. Al centro delle sue composizioni prevale la donna.
Comunicato stampa
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6° Senso Art Gallery propone la mostra Melanconia dell’Immagine dell’artista Gigino Falconi, venerdì 28 Febbraio alle ore 18.30 in Via Margutta 43, Roma. Le opere in mostra detengono una risonante potenza narrativa, sono realizzate con una tavolozza chiara ed eterea e mettono in risalto atmosfere oniriche. Il mondo dei simboli e dei desideri acquistano consistenza, diventano materia vivente. Al centro delle sue composizioni prevale la donna in tutto il suo candore. Le donne dai corpi angelici, candidi e mitizzati vengono posizionate all’interno di dimensioni irreali, levitano su alberi, su lenzuola disfatte, su divani scomposti. Di queste donne idealizzate è possibile percepirne il loro inconscio, i desideri proibiti, i ricordi dolorosi, ottenuti dall’artista sia attraverso paesaggi tempestosi sia attraverso la presenza di altre figure posizionate su diversi piani compositivi, con corpi raffigurati non nella loro interezza; una volontà precisa che mira a sostenere l’indefinito dei sogni, le memorie atemporali. Le immagini sono costituite da colori scuri, una costante inevitabile nei quadri dell’artista. La percezione di un raffreddamento delle emozioni visive è evidente, ma questa non è una nota negativa anzi l’artista riesce a penetrare in luoghi profondi e sconosciuti dell’anima. Le forme e i gesti sono sospesi, fuori dal tempo; con tutta la maestria della mano del pittore si assiste non solo ad un’elegia del mito e del simbolo ma, ad estasi nostalgiche, frammenti di ricordi, realtà perturbate. Quella di Gigino Falconi non è una banale fuga della realtà o una sublimazione del dolore; le atmosfere lunari non sono estranianti anzi hanno note malinconiche, partecipano al dolore non lo respingono, lo accolgono, senza essere del tutto coinvolte, le figure femminili richiamano il poetico e lo struggente nel contempo. Il mistero come la poesia hanno un ruolo centrale.
Alcuni dettagli, le atmosfere, i nudi femminili nelle sue dimensioni soffuse, velatamente erotiche, vaghe e cupe ricordano il pittore belga Paul Delvaux. Invece il suo corrispettivo cinematografico richiama alla memoria Fellini sommo regista, sospeso quasi sempre tra sogno e realtà. Federico Fellini stesso affermò: . L’artista rientra in pieno in questa affermazione; il linguaggio del sogno in Falconi si trasforma in vita reale, i sogni contenitori della creatività, della perversione delle azioni senza filtri, senza mediazioni, sono la scelta principale per la sua rappresentazione della realtà, a differenza di Fellini dove il sogno è il riflesso di una fuga del suo male di vivere, in Falconi è invece la vera vita.
BIOGRAFIA
Gigino Falconi nasce a Giulianova (Teramo) e inizia a dipingere a sedici anni, frequentando contemporaneamente l’Istituto Tecnico per ragionieri, dove si diploma nel 1952. Nel 1954 ottiene la maturità presso il Liceo Artistico di Pescara.
L’anno successivo, vincitore di concorso per la Cattedra di Disegno, assume l’incarico della docenza presso una scuola media di Giulianova, attività che abbandona definitivamente nel 1975, per dedicarsi interamente alla pittura.
Alla sua prima mostra personale tenuta alla Galleria Il Polittico di Teramo nel 1961, ne sono seguite numerosissime sia in Italia che all’estero, presso accreditate gallerie e prestigiose sedi pubbliche. Le sue opere sono conservate in autorevoli collezioni museali pubbliche e private.
Il suo metodo di lavoro si è sviluppato per cicli pittorici così distribuiti nel corso degli anni:
1954-1956: esordisce con un universo figurativo legato ai temi della propria terra, coniugato ai canoni della coeva poetica informale.
1957-1962: esegue una serie di paesaggi che risentono di una personalissima rivisitazione del barocco.
1963-1965: realizza “Documenti”, primo importante ciclo di opere, di grande dimensione, eseguite a tecnica mista, composizioni di pittura e grafica testuale. Negli stessi anni l’artista porta avanti una ricerca sulla surrealtà dello spazio costellato da fantasmi, spesso con elementi suggeriti da letture di Edgar Allan Poe.
1966-1968: “I Mostri”. Viene aiutato in questa analisi da uno studio accurato che va dal Rinascimento al Barocco con particolare attenzione a Piero della Francesca, Caravaggio, Ribera e Rembrandt.
1969-1975: elabora una serie di lavori incentrati sulla surrealtà del presente e della cronaca fotografica, con una figurazione più circostanziata ed evidenza di straniamento.
1976-1979: recupera pienamente la pittura per immagini, con soggetti ispirati all’angoscia dell’esistenza. Di particolare risalto sono due gruppi di quadri suggeriti dal Fascismo e dalla vicenda dei coniugi americani Julius ed Ethel Rosenberg.
1980-1985: lavora intensamente a opere incentrate sulla poetica del mistero degli spazi interni e sulle suggestioni spaesanti degli specchi. È evidente il riferimento ad ambientazioni di gusto Art Nouveau, sempre collocate in un clima di silente sospensione e di attesa.
1986-1988: realizza “Alcyone”, un importante ciclo di dipinti sulla vita e le opere di Gabriele d’Annunzio, eseguite in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del Poeta.
1989-1994: dipinge una serie di “nudi” e “concerti silenziosi”, ambientati in paesaggi lacustri.
1995-1999: sviluppa in questi anni un intenso ciclo di pitture di carattere sacro. Il primo dipinto Annunciazione è del 1995. Lo realizza per il VII centenario della Santa Casa di Loreto nel cui museo l’opera viene poi esposta. Successivamente per la chiesa di Sant’Andrea di Pescara lavora per due anni a un trittico di grandi dimensioni (cm 270 x 660), commissionatogli dagli Oblati di Maria Immacolata in occasione della santificazione del loro fondatore Sant’Eugenio de Mazenod.
2000-2002: realizza il ciclo “Le Ossessioni”, interamente dedicato al mistero dell’universo femminile.
2002-2005: dipinge il ciclo “Il mito della Fenice”.
2006-2009: si interessa sempre più alla natura e, attratto dal suo misterioso fascino e dalla sua mistica luce, dipinge un gruppo di quadri rappresentanti paesaggi lacustri e marini.
2011-2012: realizza il ciclo “Ragazze per sempre” ambientate nell’atmosfera romantica parigina di fine Ottocento, dipingendo un ciclo di opere sull’“amore mercenario” come tante scene di un’unica grande pièce esistenziale, una commedia tutta al femminile. Tale ciclo viene presentato inoltre nella Besharat Galerie di Barbizon Parigi e successivamente assieme ad un cospicuo nucleo di opere allestisce la “suite Falconi” (oltre 60 mq).
2013-2014: nell’ambito e a conclusione dei festeggiamenti del suo genetliaco e sessantesimo di attività pittorica, principiato nel marzo 2013 negli Stati Uniti ad Atlanta con una mostra personale, l’Abruzzo gli rende omaggio, il 23 maggio 2014, nella sala appositamente predisposta del Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” di Pescara, inaugurando lo spazio a lui dedicato, esito della mostra Antologica Una Vita per la pittura, curata da Giuseppe Bacci. Esposizione scandita in sette percorsi temporali decennali e mirabilmente presentata da Vittorio Sgarbi e Giuseppe Bacci, in un’affollatissima conferenza inaugurale introdotta dal Sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, da Augusto Di Luzio e da una testimonianza appassionata dell’artista. Le venti opere della numifica donazione di Gigino Falconi alla Città di Pescara sono state precedentemente selezionate attraverso una votazione popolare di oltre tremila preferenze, arricchendo e valorizzando, così, il patrimonio artistico cittadino. Nel maggio 2014, nella sede del Museo Archeologico di Teramo, sono stati esposti, insieme ad altre opere della passata produzione artistica, due dipinti inediti, di grandi dimensioni, del nuovo ciclo L’Amore: le sue immagini, le sue parole, accompagnati da un prezioso libretto contenente testi poetici dell’artista e un’introduzione di Giuseppe Lisciani.
BIOGRAFIA
Gigino Falconi nasce a Giulianova (Teramo) e inizia a dipingere a sedici anni, frequentando contemporaneamente l’Istituto Tecnico per ragionieri, dove si diploma nel 1952. Nel 1954 ottiene la maturità presso il Liceo Artistico di Pescara.
L’anno successivo, vincitore di concorso per la Cattedra di Disegno, assume l’incarico della docenza presso una scuola media di Giulianova, attività che abbandona definitivamente nel 1975, per dedicarsi interamente alla pittura.
Alla sua prima mostra personale tenuta alla Galleria Il Polittico di Teramo nel 1961, ne sono seguite numerosissime sia in Italia che all’estero, presso accreditate gallerie e prestigiose sedi pubbliche. Le sue opere sono conservate in autorevoli collezioni museali pubbliche e private.
Il suo metodo di lavoro si è sviluppato per cicli pittorici così distribuiti nel corso degli anni:
1954-1956: esordisce con un universo figurativo legato ai temi della propria terra, coniugato ai canoni della coeva poetica informale.
1957-1962: esegue una serie di paesaggi che risentono di una personalissima rivisitazione del barocco.
1963-1965: realizza “Documenti”, primo importante ciclo di opere, di grande dimensione, eseguite a tecnica mista, composizioni di pittura e grafica testuale. Negli stessi anni l’artista porta avanti una ricerca sulla surrealtà dello spazio costellato da fantasmi, spesso con elementi suggeriti da letture di Edgar Allan Poe.
1966-1968: “I Mostri”. Viene aiutato in questa analisi da uno studio accurato che va dal Rinascimento al Barocco con particolare attenzione a Piero della Francesca, Caravaggio, Ribera e Rembrandt.
1969-1975: elabora una serie di lavori incentrati sulla surrealtà del presente e della cronaca fotografica, con una figurazione più circostanziata ed evidenza di straniamento.
1976-1979: recupera pienamente la pittura per immagini, con soggetti ispirati all’angoscia dell’esistenza. Di particolare risalto sono due gruppi di quadri suggeriti dal Fascismo e dalla vicenda dei coniugi americani Julius ed Ethel Rosenberg.
1980-1985: lavora intensamente a opere incentrate sulla poetica del mistero degli spazi interni e sulle suggestioni spaesanti degli specchi. È evidente il riferimento ad ambientazioni di gusto Art Nouveau, sempre collocate in un clima di silente sospensione e di attesa.
1986-1988: realizza “Alcyone”, un importante ciclo di dipinti sulla vita e le opere di Gabriele d’Annunzio, eseguite in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del Poeta.
1989-1994: dipinge una serie di “nudi” e “concerti silenziosi”, ambientati in paesaggi lacustri.
1995-1999: sviluppa in questi anni un intenso ciclo di pitture di carattere sacro. Il primo dipinto Annunciazione è del 1995. Lo realizza per il VII centenario della Santa Casa di Loreto nel cui museo l’opera viene poi esposta. Successivamente per la chiesa di Sant’Andrea di Pescara lavora per due anni a un trittico di grandi dimensioni (cm 270 x 660), commissionatogli dagli Oblati di Maria Immacolata in occasione della santificazione del loro fondatore Sant’Eugenio de Mazenod.
2000-2002: realizza il ciclo “Le Ossessioni”, interamente dedicato al mistero dell’universo femminile.
2002-2005: dipinge il ciclo “Il mito della Fenice”.
2006-2009: si interessa sempre più alla natura e, attratto dal suo misterioso fascino e dalla sua mistica luce, dipinge un gruppo di quadri rappresentanti paesaggi lacustri e marini.
2011-2012: realizza il ciclo “Ragazze per sempre” ambientate nell’atmosfera romantica parigina di fine Ottocento, dipingendo un ciclo di opere sull’“amore mercenario” come tante scene di un’unica grande pièce esistenziale, una commedia tutta al femminile. Tale ciclo viene presentato inoltre nella Besharat Galerie di Barbizon Parigi e successivamente assieme ad un cospicuo nucleo di opere allestisce la “suite Falconi” (oltre 60 mq).
2013-2014: nell’ambito e a conclusione dei festeggiamenti del suo genetliaco e sessantesimo di attività pittorica, principiato nel marzo 2013 negli Stati Uniti ad Atlanta con una mostra personale, l’Abruzzo gli rende omaggio, il 23 maggio 2014, nella sala appositamente predisposta del Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” di Pescara, inaugurando lo spazio a lui dedicato, esito della mostra Antologica Una Vita per la pittura, curata da Giuseppe Bacci. Esposizione scandita in sette percorsi temporali decennali e mirabilmente presentata da Vittorio Sgarbi e Giuseppe Bacci, in un’affollatissima conferenza inaugurale introdotta dal Sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, da Augusto Di Luzio e da una testimonianza appassionata dell’artista. Le venti opere della numifica donazione di Gigino Falconi alla Città di Pescara sono state precedentemente selezionate attraverso una votazione popolare di oltre tremila preferenze, arricchendo e valorizzando, così, il patrimonio artistico cittadino. Nel maggio 2014, nella sede del Museo Archeologico di Teramo, sono stati esposti, insieme ad altre opere della passata produzione artistica, due dipinti inediti, di grandi dimensioni, del nuovo ciclo L’Amore: le sue immagini, le sue parole, accompagnati da un prezioso libretto contenente testi poetici dell’artista e un’introduzione di Giuseppe Lisciani.
Alcuni dettagli, le atmosfere, i nudi femminili nelle sue dimensioni soffuse, velatamente erotiche, vaghe e cupe ricordano il pittore belga Paul Delvaux. Invece il suo corrispettivo cinematografico richiama alla memoria Fellini sommo regista, sospeso quasi sempre tra sogno e realtà. Federico Fellini stesso affermò: . L’artista rientra in pieno in questa affermazione; il linguaggio del sogno in Falconi si trasforma in vita reale, i sogni contenitori della creatività, della perversione delle azioni senza filtri, senza mediazioni, sono la scelta principale per la sua rappresentazione della realtà, a differenza di Fellini dove il sogno è il riflesso di una fuga del suo male di vivere, in Falconi è invece la vera vita.
BIOGRAFIA
Gigino Falconi nasce a Giulianova (Teramo) e inizia a dipingere a sedici anni, frequentando contemporaneamente l’Istituto Tecnico per ragionieri, dove si diploma nel 1952. Nel 1954 ottiene la maturità presso il Liceo Artistico di Pescara.
L’anno successivo, vincitore di concorso per la Cattedra di Disegno, assume l’incarico della docenza presso una scuola media di Giulianova, attività che abbandona definitivamente nel 1975, per dedicarsi interamente alla pittura.
Alla sua prima mostra personale tenuta alla Galleria Il Polittico di Teramo nel 1961, ne sono seguite numerosissime sia in Italia che all’estero, presso accreditate gallerie e prestigiose sedi pubbliche. Le sue opere sono conservate in autorevoli collezioni museali pubbliche e private.
Il suo metodo di lavoro si è sviluppato per cicli pittorici così distribuiti nel corso degli anni:
1954-1956: esordisce con un universo figurativo legato ai temi della propria terra, coniugato ai canoni della coeva poetica informale.
1957-1962: esegue una serie di paesaggi che risentono di una personalissima rivisitazione del barocco.
1963-1965: realizza “Documenti”, primo importante ciclo di opere, di grande dimensione, eseguite a tecnica mista, composizioni di pittura e grafica testuale. Negli stessi anni l’artista porta avanti una ricerca sulla surrealtà dello spazio costellato da fantasmi, spesso con elementi suggeriti da letture di Edgar Allan Poe.
1966-1968: “I Mostri”. Viene aiutato in questa analisi da uno studio accurato che va dal Rinascimento al Barocco con particolare attenzione a Piero della Francesca, Caravaggio, Ribera e Rembrandt.
1969-1975: elabora una serie di lavori incentrati sulla surrealtà del presente e della cronaca fotografica, con una figurazione più circostanziata ed evidenza di straniamento.
1976-1979: recupera pienamente la pittura per immagini, con soggetti ispirati all’angoscia dell’esistenza. Di particolare risalto sono due gruppi di quadri suggeriti dal Fascismo e dalla vicenda dei coniugi americani Julius ed Ethel Rosenberg.
1980-1985: lavora intensamente a opere incentrate sulla poetica del mistero degli spazi interni e sulle suggestioni spaesanti degli specchi. È evidente il riferimento ad ambientazioni di gusto Art Nouveau, sempre collocate in un clima di silente sospensione e di attesa.
1986-1988: realizza “Alcyone”, un importante ciclo di dipinti sulla vita e le opere di Gabriele d’Annunzio, eseguite in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del Poeta.
1989-1994: dipinge una serie di “nudi” e “concerti silenziosi”, ambientati in paesaggi lacustri.
1995-1999: sviluppa in questi anni un intenso ciclo di pitture di carattere sacro. Il primo dipinto Annunciazione è del 1995. Lo realizza per il VII centenario della Santa Casa di Loreto nel cui museo l’opera viene poi esposta. Successivamente per la chiesa di Sant’Andrea di Pescara lavora per due anni a un trittico di grandi dimensioni (cm 270 x 660), commissionatogli dagli Oblati di Maria Immacolata in occasione della santificazione del loro fondatore Sant’Eugenio de Mazenod.
2000-2002: realizza il ciclo “Le Ossessioni”, interamente dedicato al mistero dell’universo femminile.
2002-2005: dipinge il ciclo “Il mito della Fenice”.
2006-2009: si interessa sempre più alla natura e, attratto dal suo misterioso fascino e dalla sua mistica luce, dipinge un gruppo di quadri rappresentanti paesaggi lacustri e marini.
2011-2012: realizza il ciclo “Ragazze per sempre” ambientate nell’atmosfera romantica parigina di fine Ottocento, dipingendo un ciclo di opere sull’“amore mercenario” come tante scene di un’unica grande pièce esistenziale, una commedia tutta al femminile. Tale ciclo viene presentato inoltre nella Besharat Galerie di Barbizon Parigi e successivamente assieme ad un cospicuo nucleo di opere allestisce la “suite Falconi” (oltre 60 mq).
2013-2014: nell’ambito e a conclusione dei festeggiamenti del suo genetliaco e sessantesimo di attività pittorica, principiato nel marzo 2013 negli Stati Uniti ad Atlanta con una mostra personale, l’Abruzzo gli rende omaggio, il 23 maggio 2014, nella sala appositamente predisposta del Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” di Pescara, inaugurando lo spazio a lui dedicato, esito della mostra Antologica Una Vita per la pittura, curata da Giuseppe Bacci. Esposizione scandita in sette percorsi temporali decennali e mirabilmente presentata da Vittorio Sgarbi e Giuseppe Bacci, in un’affollatissima conferenza inaugurale introdotta dal Sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, da Augusto Di Luzio e da una testimonianza appassionata dell’artista. Le venti opere della numifica donazione di Gigino Falconi alla Città di Pescara sono state precedentemente selezionate attraverso una votazione popolare di oltre tremila preferenze, arricchendo e valorizzando, così, il patrimonio artistico cittadino. Nel maggio 2014, nella sede del Museo Archeologico di Teramo, sono stati esposti, insieme ad altre opere della passata produzione artistica, due dipinti inediti, di grandi dimensioni, del nuovo ciclo L’Amore: le sue immagini, le sue parole, accompagnati da un prezioso libretto contenente testi poetici dell’artista e un’introduzione di Giuseppe Lisciani.
BIOGRAFIA
Gigino Falconi nasce a Giulianova (Teramo) e inizia a dipingere a sedici anni, frequentando contemporaneamente l’Istituto Tecnico per ragionieri, dove si diploma nel 1952. Nel 1954 ottiene la maturità presso il Liceo Artistico di Pescara.
L’anno successivo, vincitore di concorso per la Cattedra di Disegno, assume l’incarico della docenza presso una scuola media di Giulianova, attività che abbandona definitivamente nel 1975, per dedicarsi interamente alla pittura.
Alla sua prima mostra personale tenuta alla Galleria Il Polittico di Teramo nel 1961, ne sono seguite numerosissime sia in Italia che all’estero, presso accreditate gallerie e prestigiose sedi pubbliche. Le sue opere sono conservate in autorevoli collezioni museali pubbliche e private.
Il suo metodo di lavoro si è sviluppato per cicli pittorici così distribuiti nel corso degli anni:
1954-1956: esordisce con un universo figurativo legato ai temi della propria terra, coniugato ai canoni della coeva poetica informale.
1957-1962: esegue una serie di paesaggi che risentono di una personalissima rivisitazione del barocco.
1963-1965: realizza “Documenti”, primo importante ciclo di opere, di grande dimensione, eseguite a tecnica mista, composizioni di pittura e grafica testuale. Negli stessi anni l’artista porta avanti una ricerca sulla surrealtà dello spazio costellato da fantasmi, spesso con elementi suggeriti da letture di Edgar Allan Poe.
1966-1968: “I Mostri”. Viene aiutato in questa analisi da uno studio accurato che va dal Rinascimento al Barocco con particolare attenzione a Piero della Francesca, Caravaggio, Ribera e Rembrandt.
1969-1975: elabora una serie di lavori incentrati sulla surrealtà del presente e della cronaca fotografica, con una figurazione più circostanziata ed evidenza di straniamento.
1976-1979: recupera pienamente la pittura per immagini, con soggetti ispirati all’angoscia dell’esistenza. Di particolare risalto sono due gruppi di quadri suggeriti dal Fascismo e dalla vicenda dei coniugi americani Julius ed Ethel Rosenberg.
1980-1985: lavora intensamente a opere incentrate sulla poetica del mistero degli spazi interni e sulle suggestioni spaesanti degli specchi. È evidente il riferimento ad ambientazioni di gusto Art Nouveau, sempre collocate in un clima di silente sospensione e di attesa.
1986-1988: realizza “Alcyone”, un importante ciclo di dipinti sulla vita e le opere di Gabriele d’Annunzio, eseguite in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del Poeta.
1989-1994: dipinge una serie di “nudi” e “concerti silenziosi”, ambientati in paesaggi lacustri.
1995-1999: sviluppa in questi anni un intenso ciclo di pitture di carattere sacro. Il primo dipinto Annunciazione è del 1995. Lo realizza per il VII centenario della Santa Casa di Loreto nel cui museo l’opera viene poi esposta. Successivamente per la chiesa di Sant’Andrea di Pescara lavora per due anni a un trittico di grandi dimensioni (cm 270 x 660), commissionatogli dagli Oblati di Maria Immacolata in occasione della santificazione del loro fondatore Sant’Eugenio de Mazenod.
2000-2002: realizza il ciclo “Le Ossessioni”, interamente dedicato al mistero dell’universo femminile.
2002-2005: dipinge il ciclo “Il mito della Fenice”.
2006-2009: si interessa sempre più alla natura e, attratto dal suo misterioso fascino e dalla sua mistica luce, dipinge un gruppo di quadri rappresentanti paesaggi lacustri e marini.
2011-2012: realizza il ciclo “Ragazze per sempre” ambientate nell’atmosfera romantica parigina di fine Ottocento, dipingendo un ciclo di opere sull’“amore mercenario” come tante scene di un’unica grande pièce esistenziale, una commedia tutta al femminile. Tale ciclo viene presentato inoltre nella Besharat Galerie di Barbizon Parigi e successivamente assieme ad un cospicuo nucleo di opere allestisce la “suite Falconi” (oltre 60 mq).
2013-2014: nell’ambito e a conclusione dei festeggiamenti del suo genetliaco e sessantesimo di attività pittorica, principiato nel marzo 2013 negli Stati Uniti ad Atlanta con una mostra personale, l’Abruzzo gli rende omaggio, il 23 maggio 2014, nella sala appositamente predisposta del Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” di Pescara, inaugurando lo spazio a lui dedicato, esito della mostra Antologica Una Vita per la pittura, curata da Giuseppe Bacci. Esposizione scandita in sette percorsi temporali decennali e mirabilmente presentata da Vittorio Sgarbi e Giuseppe Bacci, in un’affollatissima conferenza inaugurale introdotta dal Sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, da Augusto Di Luzio e da una testimonianza appassionata dell’artista. Le venti opere della numifica donazione di Gigino Falconi alla Città di Pescara sono state precedentemente selezionate attraverso una votazione popolare di oltre tremila preferenze, arricchendo e valorizzando, così, il patrimonio artistico cittadino. Nel maggio 2014, nella sede del Museo Archeologico di Teramo, sono stati esposti, insieme ad altre opere della passata produzione artistica, due dipinti inediti, di grandi dimensioni, del nuovo ciclo L’Amore: le sue immagini, le sue parole, accompagnati da un prezioso libretto contenente testi poetici dell’artista e un’introduzione di Giuseppe Lisciani.
28
febbraio 2020
Gigino Falconi – Melanconia dell’immagine
Dal 28 febbraio al 12 marzo 2020
arte contemporanea
Location
6° SENSO ART GALLERY
Roma, Via Margutta, 43, (Roma)
Roma, Via Margutta, 43, (Roma)
Orario di apertura
lunedì 15.00 - 19.30,
martedì - sabato 10.00 - 13.30 , 15.00 - 19.30
Vernissage
28 Febbraio 2020, h 18.30
Sito web
Ufficio stampa
6° Senso Art Gallery
Autore
Curatore
Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione