Gionata Xerra è nato a Piacenza nel 1961. Dopo aver frequentato la Facoltà di Architettura, si rivolge alla
fotografia professionale. Dal 1985 inizia un’importante collaborazione con la rivista Gran Bazaar e quindi,
dal 1987 con Domus. Lavora inoltre per molti magazine occupandosi prevalentemente di living, architettura
d’interni e design.
Conseguentemente svolge la sua attività nel mondo della produzione, collaborando con diverse aziende del
settore. Ha lavorato inoltre nel campo della moda con marchi prestigiosi e collabora con diversi studi di
architettura e design.
Persegue contemporaneamente un percorso di ricerca orientato , nella prima parte, alla documentazione
della fisicità umana. Si ricordano la serie “Feet” (India, 1991) (che ha dato luogo, nel 1994, al volume
omonimo pubblicato in collaborazione con Pier Paolo Pitacco), “Teste” (Uganda, 1992). Dal 2004 lavora sul
tema “L'Errore Dominato” dove non risulta importante la sintetica visione della realtà, tipica della fotografia,
ma la possibilità interpretativa. Il racconto comincia nel punto in cui le storie usualmente finiscono.
Vanta molteplici esposizioni e numerose pubblicazioni.
www.gionataxerra.it
www.gxerraworks.com
Nelle fotografie, l’autore non narra delle storie, non elabora un racconto, né all’interno del singolo scatto, né
nell’intera serie; sono realmente momenti che si esauriscono nell’inquadratura, con un atteggiamento che
paradossalmente rimanda a quello della street photography (che è quanto di più distante, per formazione e
pratica, dall’universo quotidiano dell’attività di Xerra, sempre impostata sulla costruzione dell’immagine,
staged più per necessità che per scelta). Queste fotografie sono allora anche un viaggio dentro la città, forse
un taccuino di appunti che si eleva a opera compiuta, e che del taccuino mantiene la freschezza, la
naturalezza, e quell’aspetto di fondamentale ausilio mnemonico di un’esperienza destinata altrimenti a
perdersi con il tempo. Pagina dopo pagina, si dipana la visione di un intero, composto dalla città, dalle sue
architetture, dai suoi oggetti e dai suoi abitanti, distanti tra loro temporalmente ma tenuti insieme dallo spazio
urbano e, tecnicamente, proprio da quegli incidenti “pittorici” che collegano sulla medesima superficie le due
facies della stessa immagine.
Ancora una volta, in maniera forse più evidente ma non poi così diversa, Gionata Xerra mette in scena il suo
rapporto con una tradizione moderna che evidentemente non ha esaurito la sua forza ispiratrice, attraverso il
pieno equilibrio tra le ragioni del caso e quelle della progettazione, della storia e dell’attualità, dell’esperienza
quotidiana e della memoria.
Walter Guadagnigni