Volti di persone il cui “grande sogno dell’anima” ha preso i tratti della follia. In cosa i “loro” sogni sono diversi dai “nostri”? Dov’è la linea di confine che ci separa? Follia e normalità: mondi paralleli complementari che si rincorrono, si cercano, si respingono, come amanti maledetti condannati alla solitudine non appena si fa giorno. La normalità ricaccia la follia nel mondo delle tenebre esorcizzando così la paura del “diverso”, de “l’altro da sé”, salvo poi cercarla freneticamente non appena giunge la notte, quando le ombre rivendicano il loro diritto ad esistere. La normalità ha bisogno di conferme, la follia invece ne può fare a meno. La rimozione collettiva della “parte oscura” ha chiuso i matti nei manicomi, ha separato la malattia della vita quotidiana, ha scisso la vita interiore, ha impoverito tutti: i folli, che hanno bisogno dei normali per poter sopravvivere, e i normali, che attingono dalla follia per dare profondità e spessore alla realtà. Negli occhi di ciascuno di loro s’intravedono certamente solitudine, sofferenza, emarginazione