Tentare di esprimere attraverso l’espressione artistica sensazioni, passioni, delusioni, di chi ama le macchine, i motori, le gare, la velocità, mi sembra si sia trasformato (nel caso del pittore Benedetti) in obiettivo di ricerca, appassionante e ricca di prospettive inusuali.

Così, nella pur fuggevole esposizione di questi giorni, al profumo di un buon caffè, puoi aggiungere il rombo dei motori, la meraviglia dei colori, la dinamicità dei bolidi in fuga sulle piste, il brusio e l’urlo della folla colorata ...

E così, al di là della mera riproduzione fotografica, ti accorgi che ognuna di queste immagini si fa trasportare dalla fantasia ad un mondo ed un linguaggio più universale.

E ti ci ritrovi, come quando eri bambino, e giocavi con le macchinine colorate e facevi il rumore del motore “brum brum”…

E ti ricordi la passione delle corse all’autodromo, viste o ascoltate per radio…

E ti emoziona la rappresentazione della velocità dei bolidi.

E ti stupisce la perfezione delle forme e l’arte coloristica delle carrozzerie.

Ma di più: nelle opere di Giorgio Benedetti, ci “leggi” la presenza dell’uomo: quasi la trasfigurazione dell’artista (che poi si propone quale osservatore) in un “orologio perfetto”, ma palpitante e vivo: dà insomma a questi bolidi una parola …
Busto Arsizio, 18 gennaio 2009