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Giorgio Brogi – Fuori sequenza
Continua il percorso di Giorgio Brogi, costruito sulla realtà e sulle sue contraddizioni
Comunicato stampa
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Continua il percorso di Giorgio Brogi, costruito sulla realtà e sulle sue contraddizioni.
Urgente è oggi il bisogno di trovare nuovi chiavi di lettura, soprattutto del proprio io, così come accade nella opere di questa personale, dove il colore ed il potere della sintesi risultano le risposte più immediate.
Il 14 Giugno a Milano, Giorgio Brogi libera e si libera delle sue opere, grandi superfici cromatiche e video proiezioni che diventano schermi giganteschi sui quali “tras-mettere” i suoi squarci di realtà: sequenze interrotte, immagini sottratte al grande occhio comune e rilette come errori-rumori di trasmissione quotidiana.
Una considerazione sul presente e su come l’io riesca a costruire sintonia, a produrre armonia, a comunicare malgrado le interferenze ed i disturbi dell’esterno, le intrusioni mediatiche, le pesantezze interiori.
Questa è la risposta più profonda - chiara e consapevole per Giorgio Brogi – il senso dei suoi flussi di coscienza, interrotti e riattivati, con un processo chiaramente complesso che diventa la sua ragione più profonda.
Il fuori sequenza di Giorgio Brogi come consapevolezza dell’esserci
Giorgio Brogi è riuscito in questi anni di analisi e di ripensamento sull’idea di essere artista, a creare un linguaggio che si stacca con discrezione dal panorama presente, è riuscito a sentire e a dichiarare consapevolmente, un malessere che è diventato segno del nostro tempo presente.
Il sovraccarico di parole, di suoni, di immagini a cui ci hanno abituato i mass media rischia di alterare inevitabilmente la nostra capacità percettiva, il nostro naturale bisogno di ascolto.
Ecco che Brogi arriva a dichiarare con le sue opere, la necessità di essere fuori sequenza per sentirsi altrettanto dentro il fluire dell’oggi.
Le sollecitazioni e gli impulsi mediatici, ci impediscono di sentire concretamente quello che di reale esiste fuori da noi, allora Brogi ha deciso di staccare la spina e di trovare diversamente un’altra connessione, non più anestetizzata ma piuttosto “pulita” dagli schermi che questo sovraccarico di messaggi crea nel quotidiano.
L’arte è oggi un continuo fluire di sollecitazioni, intese come velocissime istantanee del nostro vivere, in questo contesto Giorgio Brogi è altro fuori da questo, il suo sentire diventa consapevolezza dell’ascoltare il non-detto, il non-emesso o meglio di ascoltare tutto per elaborare poi il suo personale contenuto.
La sua affermazione di consapevolezza lo libera così dalla stasi contemporanea, lo affranca dalle complicanze mediatiche, lo estranea dall’ovvietà senza mai dimenticare tutto ciò che è stato prima e che sarà dopo.
Libero pensatore in libero artista si potrebbe dire, perché molti sono stati i sentieri della coscienza che lo hanno portato a tale presa di coscienza, netta, pulita, leggera metafora ambiziosa di un complicato e complicante processo di ricerca.
Quali siano le porte che è riuscito a oltrepassare Giorgio Brogi non ci è dato di sapere, di certo riconosciamo nella leggerezza dei colori, nella sintesi delle forme, nella sincronia dei messaggi una consapevolezza dell’oggi che riesce ad emergere senza stordire.
Questa è l’essenza del suo essere fuori ma consapevolmente dentro, profondamente presente alle sue opere ed al suo percorso di forma e di coscienza.
Monica Evangelisti
Urgente è oggi il bisogno di trovare nuovi chiavi di lettura, soprattutto del proprio io, così come accade nella opere di questa personale, dove il colore ed il potere della sintesi risultano le risposte più immediate.
Il 14 Giugno a Milano, Giorgio Brogi libera e si libera delle sue opere, grandi superfici cromatiche e video proiezioni che diventano schermi giganteschi sui quali “tras-mettere” i suoi squarci di realtà: sequenze interrotte, immagini sottratte al grande occhio comune e rilette come errori-rumori di trasmissione quotidiana.
Una considerazione sul presente e su come l’io riesca a costruire sintonia, a produrre armonia, a comunicare malgrado le interferenze ed i disturbi dell’esterno, le intrusioni mediatiche, le pesantezze interiori.
Questa è la risposta più profonda - chiara e consapevole per Giorgio Brogi – il senso dei suoi flussi di coscienza, interrotti e riattivati, con un processo chiaramente complesso che diventa la sua ragione più profonda.
Il fuori sequenza di Giorgio Brogi come consapevolezza dell’esserci
Giorgio Brogi è riuscito in questi anni di analisi e di ripensamento sull’idea di essere artista, a creare un linguaggio che si stacca con discrezione dal panorama presente, è riuscito a sentire e a dichiarare consapevolmente, un malessere che è diventato segno del nostro tempo presente.
Il sovraccarico di parole, di suoni, di immagini a cui ci hanno abituato i mass media rischia di alterare inevitabilmente la nostra capacità percettiva, il nostro naturale bisogno di ascolto.
Ecco che Brogi arriva a dichiarare con le sue opere, la necessità di essere fuori sequenza per sentirsi altrettanto dentro il fluire dell’oggi.
Le sollecitazioni e gli impulsi mediatici, ci impediscono di sentire concretamente quello che di reale esiste fuori da noi, allora Brogi ha deciso di staccare la spina e di trovare diversamente un’altra connessione, non più anestetizzata ma piuttosto “pulita” dagli schermi che questo sovraccarico di messaggi crea nel quotidiano.
L’arte è oggi un continuo fluire di sollecitazioni, intese come velocissime istantanee del nostro vivere, in questo contesto Giorgio Brogi è altro fuori da questo, il suo sentire diventa consapevolezza dell’ascoltare il non-detto, il non-emesso o meglio di ascoltare tutto per elaborare poi il suo personale contenuto.
La sua affermazione di consapevolezza lo libera così dalla stasi contemporanea, lo affranca dalle complicanze mediatiche, lo estranea dall’ovvietà senza mai dimenticare tutto ciò che è stato prima e che sarà dopo.
Libero pensatore in libero artista si potrebbe dire, perché molti sono stati i sentieri della coscienza che lo hanno portato a tale presa di coscienza, netta, pulita, leggera metafora ambiziosa di un complicato e complicante processo di ricerca.
Quali siano le porte che è riuscito a oltrepassare Giorgio Brogi non ci è dato di sapere, di certo riconosciamo nella leggerezza dei colori, nella sintesi delle forme, nella sincronia dei messaggi una consapevolezza dell’oggi che riesce ad emergere senza stordire.
Questa è l’essenza del suo essere fuori ma consapevolmente dentro, profondamente presente alle sue opere ed al suo percorso di forma e di coscienza.
Monica Evangelisti
14
giugno 2005
Giorgio Brogi – Fuori sequenza
Dal 14 al 25 giugno 2005
arte contemporanea
Location
NUOVO CIB – GALLERIA FORMENTINI
Milano, Via Marco Formentini, 10, (Milano)
Milano, Via Marco Formentini, 10, (Milano)
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