Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giorgio Stockel – Fotografia come fatto mentale
A chiusura della mostra di Giorgio Stockel, Fotografia come fatto mentale, giovedì 26 marzo 2010, Embrice propone un incontro con l’autore per la presentazione del suo omonimo volume, edito da Kappa. Sono previsti interventi di Humberto Nicoletti Serra, Francesco Galli e Carlo Severati.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A chiusura della mostra di Giorgio Stockel, Fotografia come fatto mentale, giovedì 26 marzo 2010, Embrice propone un incontro con l’autore per la presentazione del suo omonimo volume, edito da Kappa. A partire dalle 18:00, presso la sede di Via delle Sette Chiese, 78, è prevista, infatti, la quarta e ultima tappa dell’evento dedicato al fotografo, architetto e docente di “Percezione e comunicazione visiva” della Facoltà di Architettura L. Quaroni di Roma.
Sono previsti interventi di Humberto Nicoletti Serra, Francesco Galli e Carlo Severati, oltre a un dibattito che coinvolgerà il pubblico e lo staff di Embrice.
Già il titolo, Fotografia come fatto mentale, indica come Giorgio Stockel intenda la fotografia come atto conoscitivo sulla realtà, inquadrandola in un generale ambito gnoseologico. E il testo ne affronta tutte le conseguenze, toccando tanto questioni teoriche quanto dettagliati aspetti operativi della condizione del fotografo all’inizio del terzo millennio.
Da Lascaux alla comparsa della scrittura, alfabetica, ideogrammatica, geroglifica, il volume non si astiene dal toccare, nell’oscuro percorso, coraggiosamente tracciato da Giorgio Stockel, tutti gli aspetti disciplinari che, man mano, si presentano come obbligatori nello svolgimento del tema,.
Si tratta di un’operazione che viene compiuta a partire da un azzeramento di ogni forma di pregiudiziale teorica del lettore che, sin dall’introduzione, viene di fatto accecato e riportato a un grado zero di conoscenza; sistematicamente gli vengono cancellate tutte le possibili accezioni nelle quali egli è abituato a declinare il termine fotografia. Non a caso in apertura largo spazio è dedicato alla cronaca di fotografi non vedenti: se degli individui ciechi possono a buon diritto essere collocati nella categoria di fotografi operatori, è automatico che il buon senso comune, contro il quale Kant già si scagliava, non può più esser invocato a difesa delle proprie convinzioni e una nuova estetica, un nuovo modo di vedere l’immagine fotografica, deve nascere. O meglio: è già nata, e solo pochi di noi lo sapevano.
A tenere dritta la barra della argomentazione verso la direzione della rappresentazione, è la domanda dal quale parte lo stesso Stockel “Perché un cieco fotografa? (piuttosto che “come fa un cieco a fotografare?”). Ed è, quello della rappresentazione, il nodo centrale della stessa pratica della fotografia, poiché “senza rappresentazione”, si dice più avanti nel testo, in forma assiomatica, “non c’è comunicazione.”
Giorgio Stockel, Fotografia come fatto mentale, Edizioni Kappa, Roma 2006.
Gian Luca De Laurentiis
Sono previsti interventi di Humberto Nicoletti Serra, Francesco Galli e Carlo Severati, oltre a un dibattito che coinvolgerà il pubblico e lo staff di Embrice.
Già il titolo, Fotografia come fatto mentale, indica come Giorgio Stockel intenda la fotografia come atto conoscitivo sulla realtà, inquadrandola in un generale ambito gnoseologico. E il testo ne affronta tutte le conseguenze, toccando tanto questioni teoriche quanto dettagliati aspetti operativi della condizione del fotografo all’inizio del terzo millennio.
Da Lascaux alla comparsa della scrittura, alfabetica, ideogrammatica, geroglifica, il volume non si astiene dal toccare, nell’oscuro percorso, coraggiosamente tracciato da Giorgio Stockel, tutti gli aspetti disciplinari che, man mano, si presentano come obbligatori nello svolgimento del tema,.
Si tratta di un’operazione che viene compiuta a partire da un azzeramento di ogni forma di pregiudiziale teorica del lettore che, sin dall’introduzione, viene di fatto accecato e riportato a un grado zero di conoscenza; sistematicamente gli vengono cancellate tutte le possibili accezioni nelle quali egli è abituato a declinare il termine fotografia. Non a caso in apertura largo spazio è dedicato alla cronaca di fotografi non vedenti: se degli individui ciechi possono a buon diritto essere collocati nella categoria di fotografi operatori, è automatico che il buon senso comune, contro il quale Kant già si scagliava, non può più esser invocato a difesa delle proprie convinzioni e una nuova estetica, un nuovo modo di vedere l’immagine fotografica, deve nascere. O meglio: è già nata, e solo pochi di noi lo sapevano.
A tenere dritta la barra della argomentazione verso la direzione della rappresentazione, è la domanda dal quale parte lo stesso Stockel “Perché un cieco fotografa? (piuttosto che “come fa un cieco a fotografare?”). Ed è, quello della rappresentazione, il nodo centrale della stessa pratica della fotografia, poiché “senza rappresentazione”, si dice più avanti nel testo, in forma assiomatica, “non c’è comunicazione.”
Giorgio Stockel, Fotografia come fatto mentale, Edizioni Kappa, Roma 2006.
Gian Luca De Laurentiis
26
marzo 2010
Giorgio Stockel – Fotografia come fatto mentale
26 marzo 2010
architettura
fotografia
arte contemporanea
presentazione
incontro - conferenza
serata - evento
fotografia
arte contemporanea
presentazione
incontro - conferenza
serata - evento
Location
GALLERIA EMBRICE
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Vernissage
26 Marzo 2010, dalle ore 18:00
Autore
Curatore