Giorgio Turchetti, romano, è nel panorama artistico da moltissimi anni, avendo superato il bel traguardo degli 80 ed avendo iniziato giovanissimo come disegnatore e cartellonista. Reduce dal successo di una bella personale, nel 2007, a Palazzo Venezia, espone adesso gli ultimi lavori dimostrando che l’età non è un impedimento alla creatività. “Almost Blue”, titolo di un suo dipinto e titolo della mostra, è un omaggio al celebre brano di Chet Parker ed in genere alla musica jazz che ha da sempre ritmato la vita dell’artista che da giovane ha anche suonato in complessi.

Alla mostra sono esposti paesaggi, di Roma e di Corfù, isola greca considerata da Turchetti la sua seconda patria, nature morte ed una serie di disegni e dipinti dedicati al jazz.

Scrive Stefania Severi nella sua presentazione: «Turchetti è l’artista dello spleen e dello swing, due parole dal suono molto affine. Spleen, nell’accezione di Baudelaire, indica la mancanza di gioia di vivere, la stanchezza dell’esistenza, la melanconia come stato proprio della dimensione artistica. Swing è, nel jazz, una melodia che torna spesso su se stessa, dopo innumerevoli variazioni, quasi a sottolineare l’ineluttabilità dei corsi e ricorsi della vita».