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Giovanni Balansino / Giancarlo Balansino Jr. – I Balansino nell’arte
Mostra dedicata a Giovanni e Giancarlo Balansino, padre e figlio uniti dalla forte vocazione pittorica che si salda alla tradizione figurativa lombarda.
Comunicato stampa
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I BALANSINO NELL’ARTE
Giovanni Balansino
(dipinti dagli anni 40 agli anni 80)
e
Giancarlo Balansino Jr.
(dalla negritudine ai tableaux dechirés)
a cura di Luciana Schiroli e Franco Prevosti
Sala Veratti - Varese
S’inaugura Sabato 26 settembre 2009, alle Ore 17.30 presso la SALA VERATTI di VARESE, la mostra dedicata a GIOVANNI e GIANCARLO BALANSINO, padre e figlio uniti dalla forte vocazione pittorica che si salda alla tradizione figurativa lombarda.
Giovanni Balansino (1912 – 1986), si conferma presto pittore di grande capacità espressiva e coloristica: dopo la prima affermazione, conseguita all’Accademia di Brera di Milano all’età di diciotto anni , inizia un’avventura del tutto en plein air che lo conduce in città e paesi anche lontani, da Parigi a Buenos Aires. Ma Rescalda, dove si era trasferito nel 1942, resterà il punto di riferimento di tutta la sua feconda attività. Paesaggi, lombardi e piemontesi, nature morte, marine e vedute del lungo Senna, oltre a innumerevoli scorci naturalisti e urbani legati ai temi del viaggio, saranno recensiti da numerosi critici, tra i quali Raffaele De Grada, che hanno apprezzato la freschezza di una pennellata nell’ambito del postimpressionismo lombardo e la coerenza artistica e morale di un artista che sviluppa la sua ricerca fuori dalle regole di mercato.
Giancarlo Balansino Jr. eredita dal padre Giovanni l’amore per la pittura che lo conduce anche in terre lontane alla ricerca di nuove prospettive, di nuove luci e di nuove luci: una pennellata, la sua, più accesa e squillante che tradisce l’adesione totale all’ambiente e alla natura. Ma l’adesione alla realtà diventa in Balansino Jr. anche un atto di protesta che lo conduce a rompere e a ricomporre i pezzi del quadro: così a decorrere dalla fine degli anni 60 nascono opere nuove, segnate in profondità dalla ribellione. Un inno non all’eversione ma alla volontà di un nuovo ordine, che ricostruisca ciò che sembrava definitivamente perduto.
Due generazioni che hanno trovato nella pittura la loro forza vitale perché dipingere en plein air è vivere, è alimentarsi di colori e odori, è condividere esperienze e utopie, al di là di ogni falso moralismo e gretto pregiudizio.
I BALANSINO NELL’ARTE
Una libertà di dipingere che è libertà interiore, fuori da compromessi e regole di mercato. Una scelta estetica ed etica assieme dunque, una storia d’arte che inizia con Giovanni Balansino, scomparso all’improvviso ventitré anni fa, e che continua tuttoggi nel figlio Giancarlo Balansino Jr., che all’età di vent’anni seguiva il padre nei viaggi in Bretagna e a Parigi, in una scoperta progressiva di uomini e paesaggi che subito diventò avventura spaziale e cromatica di forte intensità espressiva.
Tanti i critici che hanno dedicato lodevoli recensioni sulla feconda attività di Giovanni Balansino, fedele a quel robusto naturalismo lombardo e piemontese che lo vide aderire totalmente a una natura ora fremente ora solitaria, dagli intensi scorci paesaggistici mossi da staffilate di aria e di vento ai silenzi profondi di una nevicata che lascia appena intravvedere declivi collinari e case.
Una visione del reale che si avvale di una sapienza coloristica, che diventa prospettiva aerea dove le gradazioni di tinte e mezze tinte seguono le variazioni dello spettro luminoso e dove la luce entra nello spazio per un’esplorazione sempre felice e fluida.
Un afflato panteistico percorre i paesaggi di Giovanni Balansino: si avverte, nel colore che si sfilaccia in rami e fronde, nel grumo della terra e nel vapore dei venti, la vibrazione della natura, mai fissa, in eterna mutazione e rinascita. Spazio e tempo si compenetrano dunque in una visione quasi simbolica dell’intero ciclo biologico.
Una vocazione - il dipingere - che si trasmette presto al figlio Giancarlo che eredita assieme allo spirito d’avventura la coscienza dell’appartenenza al mondo intero. Così Giancarlo Balansino Jr. impara a dipingere su quella tavola di masonite che lui stesso porta nei viaggi: appunti che diventano presto opere d’arte uniche e irrepetibili.
Un’adesione al reale che in Giancarlo Balansino Jr. si fa più grondante di colore e di gestualità: un attraversamento di paesi anche nevosi e ghiacciati, solari e rutilanti. E il movimento delle sue donne, sorprese a danzare nel ritmo del merengue, diventa ritmo e vertigine perfino.
Opere, queste di Balansino Jr., più accese se confrontate a quella “donna che stende i panni” del 1945, dove il padre Giovanni aveva dipinto con poche campiture una donna sola posta al centro della tavola: un’immagine scultorea, tutta d’un pezzo, di robusta romanicità lombarda.
Ma l’adesione alla realtà diventa in Balansino Jr. un atto di protesta che lo conduce a rompere e a ricomporre i pezzi del quadro: così a decorrere dalla fine degli anni 60 nascono opere nuove, segnate in profondità dalla ribellione. Un inno non all’eversione ma alla volontà di un nuovo ordine, che ricostruisca ciò che sembrava definitivamente perduto.
Due generazioni che hanno trovato nella pittura la loro forza vitale perché dipingere en plein air è vivere, è alimentarsi di colori e odori, è condividere esperienze e utopie, al di là di ogni falso moralismo e gretto pregiudizio. Un sentirsi uomo del mondo intero, attivo e partecipe perché in ogni cosa c’è la linfa che scorre profonda e tenace dentro, come nella natura dell’essere umano.
Luciana Schiroli
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Giovanni Balansino
(dipinti dagli anni 40 agli anni 80)
e
Giancarlo Balansino Jr.
(dalla negritudine ai tableaux dechirés)
a cura di Luciana Schiroli e Franco Prevosti
Sala Veratti - Varese
S’inaugura Sabato 26 settembre 2009, alle Ore 17.30 presso la SALA VERATTI di VARESE, la mostra dedicata a GIOVANNI e GIANCARLO BALANSINO, padre e figlio uniti dalla forte vocazione pittorica che si salda alla tradizione figurativa lombarda.
Giovanni Balansino (1912 – 1986), si conferma presto pittore di grande capacità espressiva e coloristica: dopo la prima affermazione, conseguita all’Accademia di Brera di Milano all’età di diciotto anni , inizia un’avventura del tutto en plein air che lo conduce in città e paesi anche lontani, da Parigi a Buenos Aires. Ma Rescalda, dove si era trasferito nel 1942, resterà il punto di riferimento di tutta la sua feconda attività. Paesaggi, lombardi e piemontesi, nature morte, marine e vedute del lungo Senna, oltre a innumerevoli scorci naturalisti e urbani legati ai temi del viaggio, saranno recensiti da numerosi critici, tra i quali Raffaele De Grada, che hanno apprezzato la freschezza di una pennellata nell’ambito del postimpressionismo lombardo e la coerenza artistica e morale di un artista che sviluppa la sua ricerca fuori dalle regole di mercato.
Giancarlo Balansino Jr. eredita dal padre Giovanni l’amore per la pittura che lo conduce anche in terre lontane alla ricerca di nuove prospettive, di nuove luci e di nuove luci: una pennellata, la sua, più accesa e squillante che tradisce l’adesione totale all’ambiente e alla natura. Ma l’adesione alla realtà diventa in Balansino Jr. anche un atto di protesta che lo conduce a rompere e a ricomporre i pezzi del quadro: così a decorrere dalla fine degli anni 60 nascono opere nuove, segnate in profondità dalla ribellione. Un inno non all’eversione ma alla volontà di un nuovo ordine, che ricostruisca ciò che sembrava definitivamente perduto.
Due generazioni che hanno trovato nella pittura la loro forza vitale perché dipingere en plein air è vivere, è alimentarsi di colori e odori, è condividere esperienze e utopie, al di là di ogni falso moralismo e gretto pregiudizio.
I BALANSINO NELL’ARTE
Una libertà di dipingere che è libertà interiore, fuori da compromessi e regole di mercato. Una scelta estetica ed etica assieme dunque, una storia d’arte che inizia con Giovanni Balansino, scomparso all’improvviso ventitré anni fa, e che continua tuttoggi nel figlio Giancarlo Balansino Jr., che all’età di vent’anni seguiva il padre nei viaggi in Bretagna e a Parigi, in una scoperta progressiva di uomini e paesaggi che subito diventò avventura spaziale e cromatica di forte intensità espressiva.
Tanti i critici che hanno dedicato lodevoli recensioni sulla feconda attività di Giovanni Balansino, fedele a quel robusto naturalismo lombardo e piemontese che lo vide aderire totalmente a una natura ora fremente ora solitaria, dagli intensi scorci paesaggistici mossi da staffilate di aria e di vento ai silenzi profondi di una nevicata che lascia appena intravvedere declivi collinari e case.
Una visione del reale che si avvale di una sapienza coloristica, che diventa prospettiva aerea dove le gradazioni di tinte e mezze tinte seguono le variazioni dello spettro luminoso e dove la luce entra nello spazio per un’esplorazione sempre felice e fluida.
Un afflato panteistico percorre i paesaggi di Giovanni Balansino: si avverte, nel colore che si sfilaccia in rami e fronde, nel grumo della terra e nel vapore dei venti, la vibrazione della natura, mai fissa, in eterna mutazione e rinascita. Spazio e tempo si compenetrano dunque in una visione quasi simbolica dell’intero ciclo biologico.
Una vocazione - il dipingere - che si trasmette presto al figlio Giancarlo che eredita assieme allo spirito d’avventura la coscienza dell’appartenenza al mondo intero. Così Giancarlo Balansino Jr. impara a dipingere su quella tavola di masonite che lui stesso porta nei viaggi: appunti che diventano presto opere d’arte uniche e irrepetibili.
Un’adesione al reale che in Giancarlo Balansino Jr. si fa più grondante di colore e di gestualità: un attraversamento di paesi anche nevosi e ghiacciati, solari e rutilanti. E il movimento delle sue donne, sorprese a danzare nel ritmo del merengue, diventa ritmo e vertigine perfino.
Opere, queste di Balansino Jr., più accese se confrontate a quella “donna che stende i panni” del 1945, dove il padre Giovanni aveva dipinto con poche campiture una donna sola posta al centro della tavola: un’immagine scultorea, tutta d’un pezzo, di robusta romanicità lombarda.
Ma l’adesione alla realtà diventa in Balansino Jr. un atto di protesta che lo conduce a rompere e a ricomporre i pezzi del quadro: così a decorrere dalla fine degli anni 60 nascono opere nuove, segnate in profondità dalla ribellione. Un inno non all’eversione ma alla volontà di un nuovo ordine, che ricostruisca ciò che sembrava definitivamente perduto.
Due generazioni che hanno trovato nella pittura la loro forza vitale perché dipingere en plein air è vivere, è alimentarsi di colori e odori, è condividere esperienze e utopie, al di là di ogni falso moralismo e gretto pregiudizio. Un sentirsi uomo del mondo intero, attivo e partecipe perché in ogni cosa c’è la linfa che scorre profonda e tenace dentro, come nella natura dell’essere umano.
Luciana Schiroli
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26
settembre 2009
Giovanni Balansino / Giancarlo Balansino Jr. – I Balansino nell’arte
Dal 26 settembre al 14 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
SALA VERATTI
Varese, Via Carlo Giuseppe Veratti, 20, (Varese)
Varese, Via Carlo Giuseppe Veratti, 20, (Varese)
Orario di apertura
da martedì a domenica 10-12.30 e 15.30–19
Vernissage
26 Settembre 2009, ore 17.30
Autore
Curatore