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Giovanni Bernardelli (1911-2000)
Mostra retrospettiva di Giovanni Bernardelli pittore di San Benedetto Po (MN), scomparso nel 2000 a ottantanove anni.
Comunicato stampa
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...Estasi, un sole bianco fra le nubi
Appare, caldo e lontano, come un santo....
Attilio Bertolucci
La pittura del pensiero
In occasione della presentazione di altri artisti del '900 di area padana, ho già valutato la loro radicata vicinanza, persino consonanza, con elementi della pittura e della scultura delle nostre antiche cattedrali poste nelle città lungo il Po, da Ferrara a Modena a Parma, che possono essere state le prime forme di cultura e spiritualità ad avere estasiato i loro occhi e sollecitato la loro fantasia.
La matrice primitiva, mediata dall'esperienza della propria esistenza e dalla elezione di modelli della vita quotidiana, oggetti e persone, tendenti ad una universalità indulgente ed affettuosa, è il punto di arrivo del lavoro artistico di Giovanni Bernardelli. Non quello di partenza, quando i soggetti fissati nei dipinti erano più strettamente legati alle esperienze del vivere, come il Bosco, 1935, le Nature morte del 1942, Il mio paese del 1947 e poi L'annegato del 1950, I cavallanti, 1954, o Le donne al bagno del 1967.
In seguito, attraverso un breve ma fondamentale periodo di sperimentazioni affascinanti che potremmo considerare come “prove generali di astrazione” (vedi Interno e Tramonto, entrambi del 1969) l'artista, il quale non abbandona mai il rapporto con la realtà e l'esperienza concreta, approda ad una cifra stilistica sempre più personale e precisa che prende corpo nei paesaggi e nelle nature morte dalla metà degli anni '70 ad evidenziare sempre più attentamente i suoi interessi culturali. Bernardelli fa tesoro della passione per l'arte antica, da Giotto a Piero, ma è anche affascinato dalla metafisica, dalla pittura di Giorgio Morandi, costruita con sedimentazioni monocrome nell'immobilità dello studio; è il tempo in cui dipinge La polenta, 1975, La sfoglia, 1976, e La natura morta con pesce, 1979.
Da questo punto di arrivo gli elementi di primitivismo nella pittura di Bernardelli si depositano in una zona neutra e sicura, su quella sponda di salvezza toccata finalmente dopo un viaggio pieno di incertezze e di fascinazioni: un luogo della mente pulito dove il riflesso della vita di tutti i giorni resta il motivo dominante. Anche le emozioni e i sentimenti si rafforzano nella natura, che per lui è sempre lì, appena fuori della porta, negli oggetti della casa, nelle persone guardate e ricordate. Nella pittura si compie quel processo estremo di semplificazione della forma che insegue l'essenza del pensiero ancora prima della ripresa oggettiva dell'occhio. Egli trova la sua identità espressiva, nascono opere di una forza straordinaria come Paesaggio verde del 1982, La ragazza con le mele, 1985, e La contadina del 1989. Seguono i dipinti della piena maturità realizzati con una tecnica di così misurata monocromia, sopra un disegno tanto essenziale da essere presto inglobato nel magma dei minimi rapporti cromatici scanditi con estrema sicurezza: dipinge Il nobile e La moglie del fachiro nel 1991, La ragazza col bocciolo, nel 1993, e Uomo seduto del 1992: essi formano una galleria di ritratti di impressionante resa naturale, uomini e donne, tutte persone autentiche. La loro intrinseca spiritualità, che in questi lavori appare come un attributo della vita naturale, andrà via via prevalendo nelle opere dell'ultimo periodo caratterizzato da una malinconia profonda, venata di un misticismo esplicito fino a rendere figure ed oggetti labili come sinopie. Una pittura quasi non-pittura, scabra, ad una sola esausta tonalità, come La voce della coscienza, 1995, e L'anima indecisa del 1996; per questo dipinto l'artista vuole dare una spiegazione: “Penso di essere stato senz'anima per un po', non sapevo più di vivere. L'anima è andata fuori e mi ha guardato, poi mi sono mosso per toccarmi la testa che bruciava così lei è tornata dentro perchè non si può lasciare un uomo senz'anima”.
Il pensiero religioso sfuma nel ricordo delle nostre belle cattedrali romaniche, che tuttavia non possono superare la bellezza del pioppeto al tramonto che ha accompagnato l'esperienza di vita di Bernardelli, così come la terra arata vista da sotto la linea dell'orizzonte, come per L'uomo sulla spiaggia, 1994, e la spiaggia è quella del Po... La golena e l'angelo, 1998, e il pastello Paesaggio astratto, 1999, formano le tappe di una ascetica ricerca di perfezione in cui l'uomo e la natura aspirano ad una fusione panteistica ancora prima che ad una catarsi religiosa.
Laura Gavioli
marzo 2008
Appare, caldo e lontano, come un santo....
Attilio Bertolucci
La pittura del pensiero
In occasione della presentazione di altri artisti del '900 di area padana, ho già valutato la loro radicata vicinanza, persino consonanza, con elementi della pittura e della scultura delle nostre antiche cattedrali poste nelle città lungo il Po, da Ferrara a Modena a Parma, che possono essere state le prime forme di cultura e spiritualità ad avere estasiato i loro occhi e sollecitato la loro fantasia.
La matrice primitiva, mediata dall'esperienza della propria esistenza e dalla elezione di modelli della vita quotidiana, oggetti e persone, tendenti ad una universalità indulgente ed affettuosa, è il punto di arrivo del lavoro artistico di Giovanni Bernardelli. Non quello di partenza, quando i soggetti fissati nei dipinti erano più strettamente legati alle esperienze del vivere, come il Bosco, 1935, le Nature morte del 1942, Il mio paese del 1947 e poi L'annegato del 1950, I cavallanti, 1954, o Le donne al bagno del 1967.
In seguito, attraverso un breve ma fondamentale periodo di sperimentazioni affascinanti che potremmo considerare come “prove generali di astrazione” (vedi Interno e Tramonto, entrambi del 1969) l'artista, il quale non abbandona mai il rapporto con la realtà e l'esperienza concreta, approda ad una cifra stilistica sempre più personale e precisa che prende corpo nei paesaggi e nelle nature morte dalla metà degli anni '70 ad evidenziare sempre più attentamente i suoi interessi culturali. Bernardelli fa tesoro della passione per l'arte antica, da Giotto a Piero, ma è anche affascinato dalla metafisica, dalla pittura di Giorgio Morandi, costruita con sedimentazioni monocrome nell'immobilità dello studio; è il tempo in cui dipinge La polenta, 1975, La sfoglia, 1976, e La natura morta con pesce, 1979.
Da questo punto di arrivo gli elementi di primitivismo nella pittura di Bernardelli si depositano in una zona neutra e sicura, su quella sponda di salvezza toccata finalmente dopo un viaggio pieno di incertezze e di fascinazioni: un luogo della mente pulito dove il riflesso della vita di tutti i giorni resta il motivo dominante. Anche le emozioni e i sentimenti si rafforzano nella natura, che per lui è sempre lì, appena fuori della porta, negli oggetti della casa, nelle persone guardate e ricordate. Nella pittura si compie quel processo estremo di semplificazione della forma che insegue l'essenza del pensiero ancora prima della ripresa oggettiva dell'occhio. Egli trova la sua identità espressiva, nascono opere di una forza straordinaria come Paesaggio verde del 1982, La ragazza con le mele, 1985, e La contadina del 1989. Seguono i dipinti della piena maturità realizzati con una tecnica di così misurata monocromia, sopra un disegno tanto essenziale da essere presto inglobato nel magma dei minimi rapporti cromatici scanditi con estrema sicurezza: dipinge Il nobile e La moglie del fachiro nel 1991, La ragazza col bocciolo, nel 1993, e Uomo seduto del 1992: essi formano una galleria di ritratti di impressionante resa naturale, uomini e donne, tutte persone autentiche. La loro intrinseca spiritualità, che in questi lavori appare come un attributo della vita naturale, andrà via via prevalendo nelle opere dell'ultimo periodo caratterizzato da una malinconia profonda, venata di un misticismo esplicito fino a rendere figure ed oggetti labili come sinopie. Una pittura quasi non-pittura, scabra, ad una sola esausta tonalità, come La voce della coscienza, 1995, e L'anima indecisa del 1996; per questo dipinto l'artista vuole dare una spiegazione: “Penso di essere stato senz'anima per un po', non sapevo più di vivere. L'anima è andata fuori e mi ha guardato, poi mi sono mosso per toccarmi la testa che bruciava così lei è tornata dentro perchè non si può lasciare un uomo senz'anima”.
Il pensiero religioso sfuma nel ricordo delle nostre belle cattedrali romaniche, che tuttavia non possono superare la bellezza del pioppeto al tramonto che ha accompagnato l'esperienza di vita di Bernardelli, così come la terra arata vista da sotto la linea dell'orizzonte, come per L'uomo sulla spiaggia, 1994, e la spiaggia è quella del Po... La golena e l'angelo, 1998, e il pastello Paesaggio astratto, 1999, formano le tappe di una ascetica ricerca di perfezione in cui l'uomo e la natura aspirano ad una fusione panteistica ancora prima che ad una catarsi religiosa.
Laura Gavioli
marzo 2008
20
marzo 2008
Giovanni Bernardelli (1911-2000)
Dal 20 marzo al 10 aprile 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Biglietti
ingresso libero
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 17.00-20.00; sabato e festivi 11.00 -12.30 17.00-20.00 martedì chiuso
Vernissage
20 Marzo 2008, ore 18.00
Autore