Cespugli, paglia, era, rami d'albero in fiore: da qui procede la pittura di Giovanni Cabras, che quindi potrebbe a buon diritto definirsi -naturalistica-, salvo che di naturalistico, descrittivo, essa ben poco possiede. Nei suoi lavori l'artista trascende, infatti, il dato denotativo, anche se non si risolve del tutto nell'astrazione, anzi opera un'intermediazione tra i due estremi del range che costituisce la singolarità e l'originalità della sua proposta artistica.
Ogni quadro e' un intrico di segni che si chiudono sull'osservatore, lo circondano da ogni parte, per esplodere infine verso l'esterno, verso il perimetro del tableau ed oltre ancora. E poiche' questi segni non sono astratti elementi grafici ma conservano il ricordo dei cespugli, della paglia, dell'erba da cui provengono, si puo' veramente affermare che Cabras percepisca, analizzi e rimandi la natura come vista dal suo interno.

Dal punto di vista espressivo, l'artista si guarda bene dal ricercare una -spontaneità- e una -impulsività- che lo assegnerebbero storicamente a un'area informale che non gli appartiene: le sue costruzioni sono studiate e laboriose composizioni in cui si applicano e si coniugano un raffinato magistero esecutivo, un controllo completo sulla materia del proprio lavoro, l'ansia e il turbamento della scoperta di nuove ed impensabili prospettive interpretative.
Una complessità naturale anima le sue opere, che gli deriva in parte dalla sua prestigiosa attività di restauratore di grandi capolavori pittorici della storia dell'arte, attività che non si limita, e non puo' limitarsi, a banali interventi tecnici, bensi' richiede una riabitazione, una sintonia globale - culturale ed emotiva - con le opere affrontate. Attenzione, dunque, metodo e sensibilità che si ritrovano, vivi e vitali, nei lavori personali di Cabras pittore.