Giovanni Cerri (Milano, 1969). Figlio d’arte, del pittore Giancarlo Cerri, ha iniziato la sua attività artistica nel 1987, e da allora è presente in numerose mostre. Tra le sue “personali” citiamo: 1995 –Galleria Cortina – Milano; 2000 – Galleria Artistudio / Magrorocca – Milano; 2002 Galleria Monogramma – Roma; 2003 – Galleria Magenta 52 –Milano; 2005 – Cortina Arte – Milano e Fondazione Cini – Ferrara; 2006 – Galleria Blanchaert - Galleria Cappelletti – Cortina Arte - Milano; 2007 – Galleria Palmieri – Busto Arsizio. Tra le rassegne a cui ha partecipato ricordiamo: “Figurazioni” – Museo della Permanente –Milano/1997; “Giovane Arte Europea”- Castello Visconteo – Pavia /2001; “Premio Imbersago” – Imbersago/2002; Premio Michetti – Francavilla al Mare/2006.

Prendendo spunto dalla cena di Emmaus, l’artista presenta una selezione di opere incentrate sull’assenza dell’uomo nel contesto urbano; sono, infatti, case e palazzi disabitati, non ci è dato di sapere per quale drammatica causa, ma la città – con le sue strade e le sue abitazioni vuote – ci appare deserta, percorsa a volte da qualche randagio. Cristo ha già incontrato e congedato i discepoli, tutti se ne sono andati, il silenzio avvolge borghi, quartieri, luna park, sottopassaggi.

Dal testo in catalogo di Luca Pietro Nicoletti: […] E’ lo stesso senso di abbandono, questo, in cui vanno lette le vedute urbane di Giovanni Cerri, dove gli uomini, da un tempo imprecisato non vivono più. Sono rimasti gli scheletri degli edifici, i giochi dei bambini. Di tanto in tanto qualche cane randagio brancola disperato, erratico, senza una meta o un luogo preciso. Una catastrofe naturale è avvenuta e ha spazzato via una civiltà: chi è rimasto è un sopravvissuto, un relitto. In qualche modo, vedendo questi dipinti si è di fronte a un vero e proprio reportage del diluvio. […]