Il saggio Dal libro all’arte si sofferma sulle caratteristiche che ineriscono il rapporto esistente tra il libro e la sperimentazione artistica, dunque le modalità di ricerca che ne indagano lo statuto, ripensando la sua definizione, conformazione e strumentalità, attraverso l'esame di importanti esempi che spaziano da fine Ottocento alla contemporaneità.
L’analisi sviluppata da Ciucci rileva come la pratica scritturale abbia adottato nei secoli supporti, materiali e strumenti diversificati che documentano il continuo susseguirsi di tecnologie, introdotte in vista delle rinnovate circostanze socio-culturali. Gli artisti dimostrano di aver colto l'importanza insita nella simbiosi tra scrittura e rappresentazione figurativa e come questo rapporto possa aprire feconde prospettive per la realizzazione del libro attraverso la pratica d'arte. La trattazione evidenzia alcuni esempi dai quali si evince come le due sfere del testuale e del visivo, seppur eterogenee, possano congiuntamente produrre risultati inaspettati. La metamorfosi del libro viene, pertanto, contestualizzata nella storia stessa del dispositivo e si completa ai nostri giorni con l'innovazione introdotta dal digitale e dal canale interattivo. Ulteriore ambito di interesse concerne la performance di arte contemporanea, un evento effimero dedicato alla realizzazione del libro in grado di enfatizzarne le potenzialità comunicative e strutturali.
Alcune ibridazioni che interessano il libro riescono a rivelare una singolare apertura metodologica, sorretta dal pensiero autonomo dell'artista, dunque dalla teoria d'arte, mediante la quale lo sperimentalismo si rivela nucleo sorgivo di inattese prospettive interpretative e sviluppi ideativi.