L’arte è un sistema di conoscenza intellettuale; però non si basa su un sistema universale, ma agisce in un ambito particolare e concreto. La pittura è vista - accade spesso per le opere di costruzione dell’uomo - come sottomessa ad un principio d’imitazione il cui referente è la Natura. Novalis già alla fine del 700 afferma che l’arte non imita la natura; è essa stessa natura: ossia essa obbedisce agli stessi principi creativi; inoltre esiste un ‘linguaggio primario’, funzione dello strumento pittorico ed un ‘linguaggio secondo’ che riflette le capacità poetiche.

Giovanni Di Giulio, nel suo itinerario pittorico, iniziato da quando frequentava l’Accademia, si è diretto sempre di più verso una pittura materica sul filo tra informale e figurativo. Questa alternanza rappresenta per Di Giulio un modo continuo di ricerca, un’esigenza di approfondimento. La sua pittura informale si alimenta nello studio e nell’osservazione della natura: paesaggi, volti, rocce, prati, riflessi di mare, fiori ecc…La sua pittura figurativa prende vita dall’attrazione verso l’astratto e l’informale: per la ricerca di un ritmo, di un tono, per il seguire di un gesto istintivo, per il colore pastoso dato a macchie, per la composizione cromatica.

La vena astratta o informale rappresenta quel ‘linguaggio secondo’ portatore dell’esigenza poetica dell’artista: “si tratta di affetti, della capacità di essere affetti, toccati, presi dal turbine materico… lasciarsi prendere per restituire forma alla materia-luce-colore.”





Giorgio Di Roberto STUDIO DR- Consulenze e servizi per l’arte contemporanea