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Giovanni Lami – sources-chernobyl exclusion zones
Il progetto è stato realizzato nel 2006 all’interno delle zone di esclusione contaminate dalle radiazioni dovute alla catastrofe di Chernobyl, avvenuta vent’anni prima
Comunicato stampa
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Il progetto è stato realizzato nel 2006 all’interno delle zone di esclusione contaminate dalle radiazioni dovute alla catastrofe di Chernobyl, avvenuta vent’anni prima. Oggi lo sguardo attende, osserva l’asfalto e la carta, il legno e la ruggine, l’intonaco come disegno e texture; l’uomo è spesso assente e il territorio è ancora schiavo di questo tremendo disfacimento radioattivo. Dove le immagini ritraggono persone, allora esse sono gli interpreti principali, ma come in un reciproco scambio quella natura violata sembra essere lì presente e viva più che mai: è attorno e dentro di loro. L’utilizzo del banco ottico facilita e guida questa visione, permettendo un approccio più riflessivo e ponderato.
Il titolo “sources” (sorgenti) ricorda che il lavoro è stato realizzato nelle zone più contaminate e rimanda al fatto che spesso negli ambienti fotografati è mostrata la fonte di luce entrare da una finestra, da squarci nel muro o da fori nel soffitto, cercando così di mettere in comunicazione l’ambiente esterno e quello interno che ormai, in quei luoghi, sono parte della stessa natura.
_____________________________________
Un silenzio animato
Forse la vera fotografia totale – pensò – è un mucchio di frammenti d’immagini private, sullo sfondo sgualcito delle stragi e delle incoronazioni (Italo Calvino).
La notte del 26 aprile 1986 una esplosione devastò la centrale nucleare della città di Chernobyl, in Ucraina. Chernobyl, una città dove la tecnologia più sofisticata e l’arretratezza atavica del mondo contadino vivevano fianco a fianco. Due realtà falsamente conciliabili, ma beffardamente legate nel loro destino: la distruzione dell’una ha causato l’abbandono dell’altra. Poi il lento e guardingo ritorno degli uni e degli altri, chi per scongiurare ulteriori tragedie, chi perché di tragedia conosce solo quella e non si fida più di nessuno.
Queste fotografie durano lo spazio di un attimo, non hanno parole, non hanno suoni, solo impercettibili movimenti che si presumono subito prima o subito dopo il “fermo-immagine” proposto.
Un silenzio che non ha altro significato che se stesso, ma può bastare.
Danilo Montanari
Il titolo “sources” (sorgenti) ricorda che il lavoro è stato realizzato nelle zone più contaminate e rimanda al fatto che spesso negli ambienti fotografati è mostrata la fonte di luce entrare da una finestra, da squarci nel muro o da fori nel soffitto, cercando così di mettere in comunicazione l’ambiente esterno e quello interno che ormai, in quei luoghi, sono parte della stessa natura.
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Un silenzio animato
Forse la vera fotografia totale – pensò – è un mucchio di frammenti d’immagini private, sullo sfondo sgualcito delle stragi e delle incoronazioni (Italo Calvino).
La notte del 26 aprile 1986 una esplosione devastò la centrale nucleare della città di Chernobyl, in Ucraina. Chernobyl, una città dove la tecnologia più sofisticata e l’arretratezza atavica del mondo contadino vivevano fianco a fianco. Due realtà falsamente conciliabili, ma beffardamente legate nel loro destino: la distruzione dell’una ha causato l’abbandono dell’altra. Poi il lento e guardingo ritorno degli uni e degli altri, chi per scongiurare ulteriori tragedie, chi perché di tragedia conosce solo quella e non si fida più di nessuno.
Queste fotografie durano lo spazio di un attimo, non hanno parole, non hanno suoni, solo impercettibili movimenti che si presumono subito prima o subito dopo il “fermo-immagine” proposto.
Un silenzio che non ha altro significato che se stesso, ma può bastare.
Danilo Montanari
23
maggio 2007
Giovanni Lami – sources-chernobyl exclusion zones
Dal 23 al 31 maggio 2007
fotografia
Location
GALLERIA GARD
Roma, Via Dei Conciatori, 3/I, (Roma)
Roma, Via Dei Conciatori, 3/I, (Roma)
Orario di apertura
lun-ven 16.00-20.00
Vernissage
23 Maggio 2007, ore 19
Sito web
www.fotografiafestival.it
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