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Giovanni Manfredini / Giuseppe Spagnulo – Fuoco
Il “Fuoco” è l’elemento naturale comune fra i due artisti Giovanni Manfredini e Giuseppe Spagnulo
Comunicato stampa
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Il "Fuoco" è l'elemento naturale comune fra i due artisti Giovanni
Manfredini e Giuseppe Spagnulo, il carattere ricorrente nel fare artistico
di entrambi, nella forma e nella forza. Il fuoco che annerisce la tavola di
supporto, restituendo la sagoma chiara dei corpi di Manfredini, come
apparizioni di anime, e il fuoco che Spagnulo manipola con tenacia per
modellare l'acciaio, come forza generatrice. Il fuoco crea e distrugge,
illumina o polverizza, scioglie o cristallizza. Il fuoco è la vita, è il
sole, è il cuore. È simbolo di rigenerazione, di purificazione, di spirito.
Si ritrova in ogni religione e cultura come tratto fondante, nel bene o nel
male, di ogni rito, al fine di favorire la traslazione del terreno verso il
divino o sovrannaturale. Il fuoco è potere perché ha in sé due anime: una
fisica e materiale e l'altra psicologica, che brucia dentro di noi.
In questa mostra, dal 22 aprile al 10 giugno alla galleria Image Furini Arte
Contemporanea di Arezzo, i due artisti esprimono il loro personale legame
con il fuoco inteso come mezzo espressivo, l’uno con la combustione sul
supporto e l’altro dominando la materia, in entrambi i casi come conferma
che l’artista può dominare il materiale pur convivendo con la sua naturale
inclinazione, relazionandosi con l’opera che fra le mani prende vita.
Due artisti internazionali che, lontani dal gossip artistico contemporaneo,
hanno deciso di trasmettere un messaggio forte, deciso e senza spazio ai
fraintendimenti, che non vuole piacere a tutti i costi, che rifugge da
pretese meramente contemplative.
Giovanni Manfredini, quarentenne vive e lavora fra Modena e Milano, affronta
il tema dell’esistenza umana proiettando se stesso, il suo corpo, o comunque
la sua presenza, nel buio, e ultimamente anche accostando immagini
caravaggesche con rimandi chiaramente esistenziali. Come in un viaggio
attraverso le pieghe della coscienza umana, nelle fragilità e nella
precarietà dell’individuo. La tecnica conferisce ai lavori un’elevazione
speciale, empatica, come un corpo a corpo fra l’artista e il supporto, un
calco doppio, che lascia il segno e lo prende. Un corpo che si appoggia sul
nero del fumo e che, lasciando al positivo la sua immagine, ne trattiene su
di sé, in uno scambio reciproco: quello che rimane di luce nel buio è
l’anima, come in una sindone.
Le sue opere sono state esposte nel mondo, in musei e gallerie di molte
capitali europee, negli Stati Uniti e in Oriente.
Giuseppe Spagnulo, nato nel 1936, vive e lavora fra Milano e Stoccarda.
Muove i primi passi come assistente di Lucio Fontana e Arnaldo Pomodoro,
partendo dalla ceramica, per passare al legno, fino al metallo. Inizialmente
i suoi grandi lavori in metallo sono concepiti per interagire con lo spazio
urbano, poi si fanno più concettuali e nelle opere si mischiano i materiali
come terracotta, sabbia, ferro e legno. Fino a sfidare la gravità della
materia con enormi blocchi di ferro sospesi. Insignito del Premio Faenza
alla carriera e del premio del Concorso Internazionale d’arredo urbano di
Milano, insegna scultura sin dai primi anni ’90 alla Accademia delle Belle
Arti di Milano. Oltre a prestigiose mostre nel mondo, del 2005 è la mostra
per la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e in programma per la
primavera 2006 è l’antologica presso il MACRO di Roma.
Manfredini e Giuseppe Spagnulo, il carattere ricorrente nel fare artistico
di entrambi, nella forma e nella forza. Il fuoco che annerisce la tavola di
supporto, restituendo la sagoma chiara dei corpi di Manfredini, come
apparizioni di anime, e il fuoco che Spagnulo manipola con tenacia per
modellare l'acciaio, come forza generatrice. Il fuoco crea e distrugge,
illumina o polverizza, scioglie o cristallizza. Il fuoco è la vita, è il
sole, è il cuore. È simbolo di rigenerazione, di purificazione, di spirito.
Si ritrova in ogni religione e cultura come tratto fondante, nel bene o nel
male, di ogni rito, al fine di favorire la traslazione del terreno verso il
divino o sovrannaturale. Il fuoco è potere perché ha in sé due anime: una
fisica e materiale e l'altra psicologica, che brucia dentro di noi.
In questa mostra, dal 22 aprile al 10 giugno alla galleria Image Furini Arte
Contemporanea di Arezzo, i due artisti esprimono il loro personale legame
con il fuoco inteso come mezzo espressivo, l’uno con la combustione sul
supporto e l’altro dominando la materia, in entrambi i casi come conferma
che l’artista può dominare il materiale pur convivendo con la sua naturale
inclinazione, relazionandosi con l’opera che fra le mani prende vita.
Due artisti internazionali che, lontani dal gossip artistico contemporaneo,
hanno deciso di trasmettere un messaggio forte, deciso e senza spazio ai
fraintendimenti, che non vuole piacere a tutti i costi, che rifugge da
pretese meramente contemplative.
Giovanni Manfredini, quarentenne vive e lavora fra Modena e Milano, affronta
il tema dell’esistenza umana proiettando se stesso, il suo corpo, o comunque
la sua presenza, nel buio, e ultimamente anche accostando immagini
caravaggesche con rimandi chiaramente esistenziali. Come in un viaggio
attraverso le pieghe della coscienza umana, nelle fragilità e nella
precarietà dell’individuo. La tecnica conferisce ai lavori un’elevazione
speciale, empatica, come un corpo a corpo fra l’artista e il supporto, un
calco doppio, che lascia il segno e lo prende. Un corpo che si appoggia sul
nero del fumo e che, lasciando al positivo la sua immagine, ne trattiene su
di sé, in uno scambio reciproco: quello che rimane di luce nel buio è
l’anima, come in una sindone.
Le sue opere sono state esposte nel mondo, in musei e gallerie di molte
capitali europee, negli Stati Uniti e in Oriente.
Giuseppe Spagnulo, nato nel 1936, vive e lavora fra Milano e Stoccarda.
Muove i primi passi come assistente di Lucio Fontana e Arnaldo Pomodoro,
partendo dalla ceramica, per passare al legno, fino al metallo. Inizialmente
i suoi grandi lavori in metallo sono concepiti per interagire con lo spazio
urbano, poi si fanno più concettuali e nelle opere si mischiano i materiali
come terracotta, sabbia, ferro e legno. Fino a sfidare la gravità della
materia con enormi blocchi di ferro sospesi. Insignito del Premio Faenza
alla carriera e del premio del Concorso Internazionale d’arredo urbano di
Milano, insegna scultura sin dai primi anni ’90 alla Accademia delle Belle
Arti di Milano. Oltre a prestigiose mostre nel mondo, del 2005 è la mostra
per la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e in programma per la
primavera 2006 è l’antologica presso il MACRO di Roma.
22
aprile 2006
Giovanni Manfredini / Giuseppe Spagnulo – Fuoco
Dal 22 aprile al 10 giugno 2006
arte contemporanea
Location
FURINI ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Giulia, 8, (Roma)
Roma, Via Giulia, 8, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a mercoledì 15,30-19,30 / da giovedì a sabato e 1° domenica del mese 10-13 e 15,30-19,30 e su appuntamento
Vernissage
22 Aprile 2006, ore 18,30
Autore