Il titolo della mostra, INDOOR/OUTDOOR, si riferisce alla dislocazione delle opere, una parte delle quali è collocata nello spazio della Galleria OLIM mentre l’altra è disseminata sui muri di strade, piazze, case, supermercati ecc. del centro cittadino (una mappa con la loro localizzazione è disponibile in Galleria). La sezione “interna” comprende una serie di grandi ritratti fotografici in bianco e nero che Giovanni Oberti ha realizzato la scorsa estate nel corso di una performance a Pedrengo, località a pochi chilometri da Bergamo. Si tratta di immagini riprese con taglio a “piano americano” (dal busto in su e con punto di vista frontale) che ritraggono persone della comunità locale di ogni fascia d’età e ceto sociale (bambini, giovani, anziani, extracomunitari ecc.).
Il numero dei ritratti corrisponde al numero di spazi per affissioni resi disponibili dall’amministrazione comunale e alla liberatoria di pubblica affissione concessa dalle stesse persone ritratte (dai loro genitori nel caso di minorenni). L’idea era quella di esporre immagini di persone “reali” appartenenti alla sfera quotidiana secondo la tecnica e lo stile tipici della comunicazione “pubblicitaria”, affiggendole cioè sui tabelloni abitualmente destinati ad accogliere la propaganda commerciale.
I ritratti-manifesto (presentati ora singolarmente, ora nella forma del dittico o in quella della “serie” warholiana) sono rimasti sui muri un tempo sufficientemente lungo per essere notati dai cittadini, che in essi si sono a vario titolo rispecchiati riconoscendovi amici, fratelli, genitori, fidanzati, figli, mariti ecc. ma anche funzionari pubblici, esercenti, perfetti sconosciuti ecc. Il “potere delle immagini”, ha suscitato anche in questo caso le reazioni più disparate da parte del pubblico: dalla curiosità allo stupore, dall’ interesse all’ironia all’indifferenza, provocando atti di vandalismo o anche di semplice irrisione tramite la sovrapposizione di scritte, graffiti, strappi ecc.
Al termine dell’esposizione alcuni ritratti sono stati rimossi dall’autore (sono quelli ora esposti in Galleria), altri sono stati lasciati al loro destino e attualmente giacciono inglobati e sepolti sotto strati di immagini pubblicitarie.
In generale l'idea che caratterizza il lavoro di affissione pubblica di Oberti è quella di utilizzare la comunicazione pubblicitaria per "donare" ai fruitori immagini del tutto disinteressate e prive di finalità propagandistiche e commerciali. Nessuna scritta o commento accompagna infatti i ritratti, di cui impressionano la disarmante verità e la spoglia bellezza. L’effetto che ne deriva risulta tanto più straniante e suggestivo quanto più le immagini risultano cariche di profonda umanità e strettamene collegate alla realtà sociale e economica del luogo in cui sono state prelevate. Utilizzando spazi pubblici per l'affissione di fotografie (con dimensioni che variano da quelle di una semplice etichetta alle gigantografie componibili da affissione) si viene infatti a creare una relazione più consapevole e diretta tra l'opera e la società, tra la creazione artistica e la vita di tutti i giorni.