Personale concentrata di Giulia Ferrarese: all’ingresso si nota una piccola teca, con un oggetto
metallico, è un volto e porta impressi i segni ninfici, è realizzato con un metallo particolare che
fonde a 27 gradi celsius, il gallio; passando per le scale si notano delle piume di pavone bianco
installate su un ceppo, sono le piume degli animali magici del bosco, come la pavoncella che dissuade
il predatore con versi e corse per proteggere le sue uova. Nella stanza compaiono 3 immagini
di teste aliene, sono degli studi sugli stati queer accompagnati da uno scritto che li rende
principi. Su una mensola una treccia, fatta a mano, composta da rafia sintetica, sono i crini di
un pony, dai colori pastello portano le tinte tenui delle cinture sacre, vestiari delle Ninfe durante i
rituali. Un disegno del corpo flessuoso di Diana, compare, lei è sospesa e sta per prendere delle
frecce dalla sua faretra per cacciare, ha intravisto qualcosa mentre è al bagno. Una fotografia
performativa appare come sigillo vivente del ninfico.
Dei quaderni d’artista sono a disposizione sul tavolo.