Sabato 14 maggio, a tre anni di distanza dalla fortunata personale “L’eco del sogno”, “ViaMaestra 114” ARTE CONTEMPORANEA di Poggibonsi propone un nuovo appuntamento con il celebre maestro toscano Giuliano Ghelli. In questa occasione verrà presentata una raccolta di “carte d’artista” appositamente realizzate da Ghelli per la Galleria. L’iniziativa rientra nell’ambito del programma espositivo denominato “La serie delle carte” che ha visto succedersi mostre di importanti pittori quali Ali Hassoun, Ugo Nespolo, Antonio Possenti e Renzo Vespignani.
Per Ghelli, che vive e lavora a San Casciano Val di Pesa, nel Chianti fiorentino, le iniziative di “ViaMaestra 114” hanno un valore e un significato del tutto particolare. Dopo aver tenuto, dal 1967 ad oggi, oltre cento personali presso gallerie pubbliche e private sia in Italia che all’estero, le mostre di Poggibonsi hanno il sapore di un “ritorno a casa” ma acquistano anche il gusto della scommessa, poiché rappresentano per lui l’occasione per sottoporre la sua pittura al giudizio dei suoi conterranei.
Altre città della Toscana hanno reso omaggio a Giuliano Ghelli negli anni passati: nel 2001 Prato, con la rassegna di dipinti e acquerelli “La parola colorata”, ospitata presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci; Firenze, con la mostra dallo stesso titolo a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio Regionale; Cortona e Montevarchi, con la personale “Inventario sentimentale” alla Galleria d’Arte Palazzetto Alamanni. Negli ultimi tempi l’attività espositiva di Ghelli si è concentrata prevalentemente all’estero, degno coronamento di una carriera più che trentennale.
La nuova mostra di Poggibonsi offre un saggio dell’universo poetico del maestro fatto di trame affascinanti, fiabe delicate, racconti sottili, che traggono la loro origine dalla marcata propensione di Ghelli verso il sogno, la favola e il gioco. Una narrazione sempre contenuta in un linguaggio pieno di simboli, al solito fruibili e nient’affatto criptici, com’è per chi intende stabilire un colloquio con chi guarda e non già porre in essere un saccente monologo.