Giuliano Maroncelli con ironia intinge il pennello in acqua. Sul suo tavolo di lavoro ci sono due ciotole d’acqua, una per pulire il pennello e una per muovere e rendere vivo la tonalità dell’acquarello che a seconda dell’intensità del colore. Le forme che ne scaturiscono Maroncelli ama definirle “acqua sporca”, ponendo nell’immediatezza del gesto l’imperativo della sua opera. Ed è proprio nella rapidità e nel dinamismo che si trova la forza dei suoi disegni: infatti la prima operazione a cui si dedica è la pratica disegnativa, che rappresenta il soggetto e ne sottolinea le caratteristiche principali e più importanti; poi un colpo di luce, effetto nato dalla carta bianca, che ravviva la rappresentazione e la rende mobile, continuamente in divenire. I giochi di luce e la trasparenza del colore degli acquarelli s’incarnano nella bellezza di un paesaggio innevato, negli spruzzi d’acqua che si alzano sul porto al passaggio di un omino in bicicletta, mentre all’orizzonte la qualità atmosferica imprime Rimini di un’aria tranquilla, quella di chi ama le cose semplici e la dolcezza dei sentimenti più intimi.

Cecilia Gamberini